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Stefanaconi: lavori abusivi a casa Solano, ecco tutte le violazioni

Dall’ordinanza di demolizione emessa dall’ufficio tecnico comunale emergono le contestazioni segnalate anche alla Prefettura, alla Procura, ai carabinieri, alla polizia municipale ed allo stesso sindaco. Novanta giorni di tempo per demolire o richiedere un permesso in sanatoria

Stefanaconi: lavori abusivi a casa Solano, ecco tutte le violazioni
Il Comune di Stefanaconi ed il sindaco Salvatore Solano
Il Comune di Stefanaconi

E’ stata pubblicata sull’Albo pretorio del Comune di Stefanaconi l’ordinanza di demolizione e riduzione in pristino dello stato dei luoghi nei confronti di Nicola Solano, padre del sindaco (nonché presidente della Provincia di Vibo) Salvatore Solano. L’ordinanza di demolizione porta la firma del responsabile del procedimento, Giuseppe Matina, e del responsabile del servizio dell’Ufficio tecnico del Comune di Stefanaconi Fortunato Griffo. Il sopralluogo è stato effettuato il 17 novembre scorso dal geom. Giuseppe Matina, congiuntamente ai carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio, in via Caduti in Guerra (che fa ad angolo con via Giovanni XXIII) dove è stata riscontrata una tettoia metallica posta su quattro pali in ferro di 3,35 metri per 4,20 circa e un’altezza dal suolo di circa 2,30 metri; un manufatto in muratura di recente realizzazione, dalle dimensioni di 12,70 metri di lunghezza, 5,38 di larghezza ed un’altezza di 2,20 metri, adibito a laboratorio artigianale di falegnameria e deposito; un manufatto in legno adiacente alla struttura delle dimensioni totali di 5,45 metri di lunghezza e 3,15 metri di larghezza, con un’altezza di 1,90 metri; una cassetta in legno delle dimensioni totali di 2,05 metri di larghezza e una lunghezza di 1,90 metri e un’altezza dal suolo di metri 2,20 metri. La cassetta era fissata ed ancorata su una base metallica rimovibile. [Continua in basso]

Tutte le opere in questione – per come si legge nell’ordinanza di demolizione – sono risultate “prive del titolo edilizio”. Preso quindi atto che “la realizzazione delle opere abusive, da considerarsi a tutti gli effetti come interventi di nuova costruzione, ha determinato nel complesso una trasformazione urbanistica-edilizia del territorio con durevole modifica dello stato dei luoghi” è stato ingiunto a Nicola Solano, residente in via Giovanni XXIII n. 22 (stesso indirizzo e stesso immobile in cui risiede anche il sindaco Salvatore Solano), di provvedere “alla demolizione delle opere realizzate in assenza di titoli abilitativi a proprie cure e spese entro il termine perentorio di 90 giorni”. L’edificio dei Solano è posizionato ad angolo su due vie: via Giovanni XXIII e via Caduti in Guerra. Se il responsabile dell’abuso non provvederà nel termine indicato al ripristino dello stato dei luoghi, il bene e l’area di sedime vengono acquisiti di diritto al patrimonio del Comune. Comune di cui Salvatore Solano è sindaco.
Copia dell’ordinanza di demolizione dell’Ufficio tecnico è stata inviata alla Prefettura di Vibo Valentia, alla Procura, al presidente della Giunta regionale, allo stesso sindaco del Comune di Stefanaconi Salvatore Solano, al segretario comunale, alla polizia municipale per la verifica dell’osservanza della stessa, ai carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio, al Dipartimento lavori pubblici della Regione Calabria.

Entro 90 giorni potrà essere presentata anche richiesta di permesso a costruire in sanatoria “a condizione che i lavori eseguiti risultino conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente”. Contro l’ordinanza di demolizione è permesso anche ricorso al Tar. In caso di mancata ottemperanza, anche solo parziale, all’ordinanza di demolizione si procederà alla segnalazione all’autorità giudiziaria.

L’aula bunker di Lamezia e nel riquadro i cugini Salvatore Solano e Giuseppe D’Amico

Da ricordare che nel maggio scorso il gruppo di minoranza “Movimento per Stefanaconi” aveva sollevato il caso della concessione in sanatoria per sanare un abuso edilizio nella costruzione di una cappella al cimitero della famiglia del sindaco Salvatore Solano. Era seguita una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, respinta dalla sua maggioranza così come quella precedente quando erano emersi ad aprile – dagli atti dell’inchiesta “Petrol Mafie” – i rapporti di Salvatore Solano con il cugino (arrestato) Giuseppe D’Amico.
Nell’ottobre scorso – sempre nell’ambito dell’inchiesta “Petrol Mafie” – lo stesso Salvatore Solano è stato rinviato a giudizio quale presidente della Provincia di Vibo per un reato elettorale, per corruzione e per turbata libertà degli incanti con l’aggravante mafiosa.

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