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Provincia di Vibo: Forza Italia boccia il suo presidente Salvatore Solano

Il partito del coordinatore Giuseppe Mangialavori scarica e chiede le dimissioni dell’attuale guida politica e amministrativa dell’ente che nell’ottobre 2018 ha contribuito a far eleggere esultando poi per la vittoria. Solano replica ricordando il sostegno di F.I. al Comune di Vibo che viaggia verso il secondo dissesto, mentre tacciono “Coraggio Italia” e i consiglieri di centrosinistra

Provincia di Vibo: Forza Italia boccia il suo presidente Salvatore Solano
La Provincia di Vibo e nel riquadro Giuseppe Mangialavori e Salvatore Solano nel 2018
Roberto Scalfari

Forza Italia boccia il presidente della Provincia Salvatore Solano e, non volendolo, finisce per bocciare in parte anche se stessa e la propria credibilità politica, atteso che nell’ottobre del 2018 è stato proprio il partito di Silvio Berlusconi a scegliere, volere, imporre e sostenere lo stesso sindaco di Stefanaconi attraverso il suo coordinatore provinciale Giuseppe Mangialavori. Le dimissioni dell’attuale presidente della Provincia di Vibo sono state chieste dai quattro neo eletti consiglieri provinciali di Forza Italia – Roberto Scalfari (vicesindaco al Comune di Tropea), Daniele Galeano (consigliere comunale a Serra San Bruno), Giuseppe Leone (vicepresidente del consiglio comunale di Nicotera) e Vito Pirruccio (assessore al Comune di Capistrano) – nel corso del primo Consiglio provinciale tenutosi ieri e successivo al recente turno elettorale (il 18 dicembre scorso) che ha visto il rinnovo dei consiglieri provinciali.
«Il presidente mantiene il proprio incarico solo grazie ad una legge opinabile che impedisce di sfiduciarlo – ha dichiarato Scalfari – ed è evidente che esiste un deficit di collegamento tra il capo dell’Amministrazione e qualsiasi base elettoralistica». Salvatore Solano è quindi divenuto per Forza Italia «un rappresentante che non rappresenta più nessuno ed avrebbe dunque il dovere politico e morale di rassegnare immediatamente le dimissioni che sono ormai tanto necessarie quanto urgenti, ineludibili e improcrastinabili». Nessun accenno diretto da parte di Forza Italia alle vicende giudiziarie che vedono Salvatore Solano rinviato a giudizio dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia per tre capi di imputazione nell’operazione “Petrol Mafie” (ipotesi di reato di corruzione, estorsione elettorale e turbata libertà degli incanti, in quest’ultimo caso con l’aggravante mafiosa) dove l’ente Provincia è costituita parte civile. [Continua in basso]

Forza Italia e il sostegno a Solano presidente della Provincia ad ottobre del 2018

Ma in un passaggio Forza Italia e il suo capogruppo Roberto Scalfari spiegano che la problematica di Salvatore Solano alla guida della Provincia «è ben più ampia e l’incapacità di fare fronte alle quotidiane sfide sul territorio provinciale sono sotto gli occhi di tutti: dal sistema viario agli edifici delle scuole superiori si registrano difficoltà e criticità ogni giorno assai gravi per le quali si naviga a vista. Il refrain della carenza di risorse, francamente, non convince più nessuno. I cittadini avvertono tutta l’inadeguatezza della politica provinciale che manifestano con crescente indignazione. La democrazia ha le sue regole, in primis la libertà delle istituzioni che per nessuna ragione possono rimanere ostaggio di rappresentanti autoreferenziali». Salvatore Solano viene infine accusato da Forza Italia di aver «omesso sul fronte della pandemia qualsiasi iniziativa tesa ad offrire contributi concreti alla gestione dell’emergenza in corso, oltre ad essere praticamente assente da ogni percorso di crescita civile».
Per Forza Italia, dunque, Salvatore Solano è incapace a guidare l’ente Provincia e viene bocciata la sua linea politica e la sua capacità amministrativa. Eppure lo stesso partito di Forza Italia all’atto dell’elezione di Solano (sindaco di Stefanaconi) a presidente della Provincia di Vibo non aveva mancato di esultare con toni trionfalistici. [Continua in basso]

Le dichiarazioni di Mangialavori nel 2018 a favore di Solano

Mangialavori, Solano, Santelli e Pasqua nel 2018

Ecco infatti cosa dichiarava attraverso un comunicato stampa il 31 ottobre 2018 il coordinatore provinciale fi Forza Italia, nonché senatore, Giuseppe Mangialavori. «Dopo 28 anni la Provincia di Vibo si colora di azzurro. Salvatore Solano, il nuovo presidente, ha davanti a sé un compito difficile, ma dimostrerà tutto il suo valore. È la prima volta che il centrodestra conquista la Provincia di Vibo. Solano – aveva sostenuto Giuseppe Mangialavori – è il miglior amministratore che l’ente intermedio potesse sperare di avere. È la persona giusta al momento giusto e, da oggi in poi, potrà contare sul contributo di tutto il centrodestra per portare avanti un impegno tutt’altro che semplice. Solano, che si è fatto apprezzare in qualità di sindaco di Stefanaconi – aveva aggiunto Mangialavori –, ha le qualità necessarie per risollevare un ente che, a causa della cattiva gestione del passato e delle difficoltà economiche comuni a tutte le Province, non è stato in grado di dare risposte concrete al territorio di Vibo Valentia. L’incarico che ha deciso di assumere, alla luce dell’attuale stato finanziario dell’ente, comporta oneri pesantissimi, di quelli capaci di far tremare le vene e i polsi. Personalmente ritengo che Solano possegga le competenze umane e politiche per assolvere al meglio al suo, gravoso, compito. Sono sicuro che il neo presidente, con l’aiuto di tutto il centrodestra vibonese, riuscirà a raggiungere gli obiettivi che i cittadini invocano da lungo tempo».

A due anni da tali dichiarazioni di Mangialavori (tralasciando il fatto che Forza Italia aveva sostenuto anche il precedente presidente Andrea Niglia e non è quindi vero che il centrodestra conquistava la Provincia dopo 28 anni), Forza Italia finisce ora per bocciare Solano, segno lampante che ha evidentemente sbagliato nell’ottobre 2018 nella sua individuazione alla guida dell’ente.

La replica di Solano chiama in causa la politica al Comune

Giuseppe Mangialavori e Maria Limardo
Giuseppe Mangialavori e Maria Limardo

Nel corso del Consiglio provinciale Salvatore Solano ha quindi replicato a Forza Italia. Ribadendo che non intende dimettersi, ha sostenuto «che nell’amministrazione provinciale, come configurata da qualche anno, non esistono maggioranze e minoranze, mentre Forza Italia chiede la sfiducia di un presidente che ha approvato un rendiconto, quando si continua a sostenere un’amministrazione, quella del capoluogo, che – ha rimarcato Solano – viaggia verso il secondo dissesto consecutivo». [Continua in basso]

Coraggio Italia e centrosinistra muti

Francesco De Nisi, Franco Bevilacqua e Salvatore Solano

Nella “gara” a chi è politicamente più incoerente sono rimasti invece a guardare i consiglieri provinciali di “Coraggio Italia”, la compagine politica che a livello provinciale fa capo al consigliere regionale Francesco De Nisi (che contende la leadership nel centrodestra a Mangialavori) e all’ex senatore Franco Bevilacqua: Elisa Fatelli (consigliere comunale a Vibo Valentia), Carmine Mangiardi (vicesindaco di Sorianello), Alessandro Lacquaniti (consigliere comunale a San Gregorio d’Ippona). Da non dimenticare, inoltre, che Carmine Mangiardi è consigliere provinciale rieletto e che dal 2018 ad oggi ha sostenuto politicamente l’azione amministrativa di Salvatore Solano.
Restano al momento a guardare anche i neo consiglieri provinciali Domenico Tomaselli (consigliere comunale a Ricadi, Partito socialista, eletto nella lista “La Provincia del Futuro”), Marco Miceli (consigliere comunale a Vibo per “Vibo democratica”, eletto nella lista “La Provincia del Futuro”) e Maria Tersa Centro (vicesindaco a Briatico, eletta nella lista “La Provincia del Futuro”). Eppure era stato proprio il Partito democratico a chiedere nelle scorse settimane con il suo coordinatore provinciale, Enzo Insardà, a Solano di farsi da parte ed agli altri partiti di non partecipare al voto. Un invito non colto da spezzoni dello stesso centrosinistra vibonese che ora, dinanzi alla bocciatura da parte di Forza Italia del “suo” presidente, hanno preferito tacere. Chi vivrà, vedrà.

Il tutto mentre si attendono naturalmente anche le decisioni della Prefettura di Vibo che dovrà decidere se inviare o meno una Commissione di accesso agli atti alla Provincia per accertare eventuali infiltrazioni mafiose, atteso che il suo presidente si trova sotto processo anche per reati aggravati dalle finalità mafiose (due suoi cugini sono stati arrestati per mafia) e non mancano consiglieri provinciali segnalati negli atti delle inchieste antimafia e anche nelle stesse precedenti relazioni della Prefettura che hanno portato allo scioglimento di alcuni Comuni della provincia per mafia.

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