venerdì,Marzo 29 2024

L’Anpi in campo per il “No” al referendum costituzionale

Appello dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Vibo alle forze politiche e sociali, per incontrarsi e costituire i “Comitati per la democrazia costituzionale”.

L’Anpi in campo per il “No” al referendum costituzionale

L’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI) di Vibo fa appello alle forze politiche e sociali, alle associazioni civiche e culturali «che si riconoscono nei valori della resistenza, dell’antifascismo e della costituzione, schierati per il “No” al referendum sulla riforma costituzionale e contro la legge elettorale (Italicum) voluta da Renzi», ad incontrarsi per avviare nei tempi più brevi, la costituzione dei “Comitati per la democrazia costituzionale” e per il “No” al referendum.

Per Silvestro Scalamandrè, rappresentante vibonese dell’Anpi, è «necessario partire con le iniziative di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica in merito al delicato tema referendario, alle sue implicazioni e ai risvolti che l’esito potrebbe determinare in merito alle modifiche istituzionali e ai conseguenziali effetti sull’ordinamento e la qualità della nostra democrazia. E’ augurabile che ogni cittadino arrivi alla consultazione referendaria con il massimo della consapevolezza della posta in gioco e dei rischi a cui è sottoposto il futuro della “forma repubblicana” del nostro stato».

La revisione della Carta costituzionale «imposta dal Governo Renzi e l’approvazione dell’Italicum, legge elettorale truffa – prosegue Scalamandrè -, sottraggono ai cittadini i più elementari diritti democratici conquistati grazie alla lotta e allo spirito della resistenza antifascista. L’attacco alla costituzione è funzionale a garantire la concentrazione del potere nelle mani del governo e di chi lo guida attribuendo ad un unico partito – che potrebbe anche essere espressione di una ristretta minoranza di elettori – potere esecutivo e potere legislativo. Il “No”, non è dettato da mero conservatorismo, (la Costituzione prevede già la possibilità di modifiche) ma dalla constatazione che tale riforma stravolge il sistema di equilibri tra poteri, contropoteri e garanzie, riducendo drasticamente gli spazi di democrazia e di rappresentanza dei cittadini».

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