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Rimpasto di Giunta a Vibo, l’Udc si scaglia contro Costa: «Ha fatto solo da passacarte» (VIDEO)

Il “caso Console” tiene ancora banco. Duro attacco dell’ex alleato del sindaco, Gaetano Bruni: «Avevamo creduto in lui, oggi scopriamo di aver portato voti a Luciano e Mangialavori. Prenda atto del fallimento e vada a casa»

Rimpasto di Giunta a Vibo, l’Udc si scaglia contro Costa: «Ha fatto solo da passacarte» (VIDEO)

Non si arrestano gli strascichi polemici seguiti al rimpasto di Giunta attuato nei giorni scorsi dal sindaco di Vibo Valentia Elio Costa, che ha portato alla rimodulazione dell’esecutivo con l’innesto di tre nuovi assessori e l’estromissione di altrettanti componenti. Tra questi, l’avvocato Nico Console, già titolare della delega al Commercio, il quale, vistosi messo all’angolo nel “Risiko” delle strategie tessute dai maggiorenti politici dell’amministrazione comunale, ha rassegnato le sue dimissioni con un duro documento.

Argomentazioni che sono state ribadite anche nel corso di una conferenza stampa, tenutasi al Sistema bibliotecario vibonese, e rafforzate dalle parole proferite a suo sostegno dal presidente provinciale dell’Udc Ottavio Gaetano Bruni e dalla presenza al tavolo dei relatori del responsabile nazionale Udc Giovani e sindaco di Capistrano, Marco Martino, e da Giovanni Vattiata, referente locale dello stesso partito.

«Ho registrato giorni di confusione assoluta – ha attaccato Console -. Momenti in cui si è rasentato il panico con l’Amministrazione che si è vista costretta a rincorrere errori grossolani quando si è tentato addirittura di forzare una legge dello Stato per modificare lo statuto. Ma il problema era solo quello di ritrovare gli equilibri di potere e di pervenire ad una modifica dello statuto per accomodare forze politiche respingenti. In quei giorni si poteva addirittura pensare di non essere in una città dello Stato italiano per quanto è stato “audace” l’azzardo tentato».

Console lascia senza rimpianti. «Ovviamente non ho nessun rimpianto. Ho abbandonato perché credo che la dignità di un professionista non possa essere messa in discussione per tre giorni, specie alla luce di risultati che risultavano forti agli occhi dei cittadini, i quali conoscono gli obiettivi raggiunti nel pieno rispetto del programma del sindaco, in riferimento alla “Città dei cittadini”. La mia azione amministrativa – ha proseguito Console – è stata improntata alla disponibilità verso tutti: sulla porta del mio ufficio non ho messo gli orari di ricevimento ma il numero di telefono, rimanendo a disposizione per ogni esigenza. Esco senza rimpianti – ha ribadito -, con la dignità di chi ha rispettato il mandato fino all’ultimo giorno. Credo di aver dimostrato l’esistenza di una classe dirigente che vive e lavora per il bene della città».

L’affondo dell’ex alleato Bruni: «Se non è in grado, Costa vada a casa»

Un fiume in piena Gaetano Bruni che non ha esitato ad esternare tutta la sua «delusione e amarezza per un metodo che ha calpestato non solo le regole scritte ma anche quelle non scritte; un metodo che ha disatteso criteri e norme solo per rispondere alla pressione enorme di qualche consigliere o gruppo che, insistentemente, ha chiesto di modificare le cose a suo piacimento o per il proprio tornaconto amministrativo e politico».

Un Costa, quindi, che dall’analisi di Bruni esce come imbrigliato nei giochi di corrente. «Lo dicono i fatti, non lo dico io. Lui ha cambiato questa Giunta sulle pressioni di due gruppi che hanno minacciato di mandarlo a casa. Io sarei tranquillamente andato casa, per una mia dignità personale prima di tutto. Si è lasciato coinvolgere, e loro hanno scelto uomini e deleghe. Il sindaco ha fatto semplicemente da passacarte».

La “delusione” di Bruni diventa biasimo quando rimprovera al sindaco di non aver avuto «neppure la cortesia di fare una telefonata per informarci dei suoi piani. Ha così scelto di ignorare una forza politica che gli ha portato oltre mille voti, consentendogli di evitare il ballottaggio. Ma noi quei voti li abbiamo chiesti per lui non per Luciano e Mangialavori. Noi avevamo scelto Costa per la sua autorevolezza, perché c’era bisogno di un uomo che mettesse ordine, che combattesse la confusione nel Palazzo. Tutte cose che non si sono verificate. Ma ora è bene che Costa prenda atto che per risolvere i problemi di questa città è necessario dare vita ad una giunta strutturata, con presenze radicate sul territorio. Persone esperte amministrativamente e politicamente. Se non è in grado di farlo allora è meglio che vada a casa».

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