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Teatro a Vibo, il vicesindaco: «Nessuna inaugurazione, era solo una presentazione»

Per Pasquale Scalamogna anche le spese per la giornata del 30 dicembre «sono state esigue poichè quello era l'importo che avevamo a disposizione, altrimenti avrei fatto sparare fuochi d'artificio e messo banda e giganti a girare per la città»

Teatro a Vibo, il vicesindaco: «Nessuna inaugurazione, era solo una presentazione»
Il vicesindaco Pasquale Scalamogna

Sento il dovere personale di intervenire a margine di tutte le polemiche non politiche, anzi in alcuni casi fomentate da denigratori, come li ha chiamati Maurizio Bonanno nel suo bel resoconto sulla presentazione del teatro che, pur non avendo mai fatto nulla per la nostra bella città e che prevedo mai nulla faranno, visto il piglio disfattista e negativo con il quale si approcciano alle diverse problematiche, stanno sgomitando per cercare di trovare, questo sì, un loro posto al sole nel panorama politico cittadino». È quanto afferma il vicesindaco di Vibo Valentia Pasquale Scalamogna. «Dicevo che il mio è un intervento di tipo personale – continua il vicesindaco – in quanto non tutti sanno, o non lo ricordano, che a seguito della ghigliottina che il sindaco Nicola D’Agostino ha fatto coraggiosamente scendere sul passato, su tutte le vicende, anche giudiziarie, che stavano mettendo seriamente a rischio la possibilità di vedere realizzato il teatro, sono stato io, all’epoca dirigente comunale, l’artefice, insieme all’architetto Pina Eulilli, dell’appalto che ha portato alla realizzazione, in dieci anni, del teatro presentato alla città giorno 30 dicembre 2023. Siamo stati noi, sempre dietro l’indirizzo fornitoci dal sindaco D’Agostino, ad individuare, con il prezioso contributo del geometra Vincenzo Romeo, l’area di Moderata Durant, già di proprietà comunale, e ad elaborare, sulla base del Progetto architettonico che il sindaco Elio Costa aveva fatto precedentemente redigere dall’architetto Cellini di Roma, il Pprogetto preliminare mandato in appalto. Sono stato io, infine, quale presidente della Commissione giudicatrice, composta, oltre che da me, da due professori universitari, tra cui l’architetto Pino Lonetti, a gestire l’appalto integrato che ha portato all’individuazione, tra sei partecipanti, del progetto vincente, appunto quello realizzato. Ho l’orgoglio, condiviso con il senatore Francesco Bevilacqua, con tutti i sindaci, Elio Costa, Franco Sammarco, Nicola D’Agostino e Maria Limardo, con gli assessori ai Lavori Pubblici che si sono susseguiti durante l’esecuzione, Lino Vartuli, Lorenzo Lombardo, Giovanni Russo e Carmen Corrado, con i dirigenti venuti dopo di me, con il Rup, architetto Giuseppe Petruzza, con i progettisti, con il direttore Lavori, architetto Vincenzo Carone, con le imprese esecutrici e con tutti quanti, a vario titolo, hanno partecipato positivamente al raggiungimento di questo importante traguardo per la nostra città, per il miglioramento dell’offerta culturale che, da quanto ho potuto leggere nel viso dei cittadini che hanno partecipato alla presentazione del 30 dicembre, era attesa con trepidazione». Poi Scalamogna ci tiene a chiarire che «con l’evento organizzato sul finire dello scorso anno si è voluto solo “presentare” alla città il nuovo teatro comunale di Vibo Valentia e far godere ai cittadini intervenuti la bellezza di questo gioiello, di quello che io chiamo: “Il Teatro dentro la Televisione”, perché questa, a mio parere, è l’idea ispiratrice del Progetto architettonico dell’architetto Cellini, far sentire il vento del cambiamento, dell’elevazione culturale. Considerare la “presentazione” alla stregua di una “inaugurazione”, se non fatto maliziosamente, è fuorviante». Il vicesindaco così conclude: «Non vi è dubbio che l’inaugurazione avverrà in un futuro prossimo, questione di qualche giorno, dopo che si sarà ottenuto tutto quanto propedeuticamente necessario, compreso il parere della Commissione di Pubblico Spettacolo convocata per giorno 18 c.m. Concludo dicendo, per non lasciare solo il sindaco, per volere assorbire su di me una parte delle future critiche, sempre non costruttive, che le spese sostenute per l’inaugurazione sono state così risicate perché quello era l’importo che avevamo a disposizione, altrimenti data l’importanza storica della svolta culturale impressa alla città con la conclusione dei lavori di realizzazione del teatro, io avrei speso molto di più, avrei fatto fare degli spettacolari fuochi d’artificio, avrei fatto girare, per l’intero territorio comunale, una banda ed i giganti, in una parola, avrei reso indimenticabile quel giorno, altro che i botti di fine anno».

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