Maria Limardo non lascia. Anzi, raddoppia. Nel corso del consiglio comunale di questa mattina il sindaco di Vibo Valentia ha chiarito definitivamente la posizione sua e della maggioranza alla luce del clima negativo che si è creato attorno al municipio all’indomani degli arresti dell’operazione Rinascita, che ha coinvolto anche esponenti politici e della burocrazia comunale.
«Lo dico al consiglio e tutte le forze politiche – ha esordito la Limardo – chi non ha nulla da temere va avanti. E noi andiamo avanti a testa alta. Sono consapevole – ha ammesso il sindaco – dello spaccato inquietante emerso dall’inchiesta anche sul nostro ente, ma questo mi spinge anzi a chiedere alla magistratura di andare in fondo e di farlo il più in fretta possibile».
Il primo cittadino ha rivendicato il lavoro svolto fin qui all’insegna della trasparenza, invitando forze politiche, giornalisti e opinione pubblica a visionare gli atti prodotti, ricordando l’approvazione dei regolamenti e di alcune delibere che pongono un freno a procedure poco chiare sugli appalti pubblici, a cominciare dallo stop agli affidamenti diretti e allo spacchettamento dei bandi. «La legalità – ha aggiunto – è sempre stata una mia ragione di vita».
Non è mancato neanche un passaggio sulla questione politica, dalle polemiche con Wanda Ferro alle rassicurazioni giunte dal suo schieramento: «Questa città – ha detto Maria Limardo – ha intrapreso un percorso faticoso ma che non ci scoraggia, ed io sono pronta non solo ad andare avanti fino alla fine del quinquennio, ma anche candidarmi per i cinque anni successivi. Perché ci vogliono dieci anni a completare il nostro programma, e non ho intenzione di mollare prima».
Il consiglio ha infine ratificato la surroga dei consiglieri Pino Muratore, dimissionario, al cui posto è subentrata Katia Franzè, già assessore durante la passata amministrazione Costa; e Alfredo Lo Bianco, finito ai domiciliari nel blitz Rinascita, al cui posto è subentrata Laura Pugliese, anche lei già assessore dell’esecutivo Costa ma candidatasi nelle file di Vibo Unica a sostegno di Stefano Luciano. Col quale, però, la distanza politica è già acclarata, avendo scelto, la stessa, di permanere nel gruppo di Vibo Unica e non entrare dunque nel Partito democratico.
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