mercoledì,Maggio 8 2024

Continua a vagare a Vibo in stato confusionale: «Ha bisogno di aiuto, perchè il Comune non emette un Tso?»

Nel frattempo il sindaco di San Costantino Calabro dove l'uomo ha ancora la residenza, ha offerto un alloggio alla moglie che ha perso casa e lavoro

Continua a vagare a Vibo in stato confusionale: «Ha bisogno di aiuto, perchè il Comune non emette un Tso?»

Continua a vagare senza meta il romeno in stato confusionale che, da giorni, sta seminando il panico tra la popolazione. Nei giorni scorsi in preda al delirio, ha aggredito un uomo, tentato di strangolare la moglie ed ha fatto irruzione in un appartamento, devastandolo. «Mio marito ha bisogno di aiuto», continua a ripetere la moglie, badante di origine rumena, che pur di proteggere quell’uomo che fino a poco tempo fa stava bene, ha invocato le autorità preposte a rinchiuderlo in carcere o in un ospedale psichiatrico: «Purché non combini qualcosa di grave», ha spiegato. Il caso ha sollevato numerose polemiche. «Ci vuole un Tso». «Perché il sindaco del suo paese di residenza non emette l’ordinanza?», si chiedono i cittadini. Il romeno da 20 anni è residente a San Costantino Calabro. Spetterebbe, dunque, al sindaco di quel Comune emettere l’ordinanza. «Di fatto questa persona non abita qui da diverso tempo», chiarisce però il primo cittadino Nicola Derito che abbiamo contattato telefonicamente. «Le forze dell’ordine sono a conoscenza del problema. Io stesso ho allertato i carabinieri. Ad ogni modo non posso emettere un Tso senza una richiesta del medico curante o del Dipartimento di salute mentale o altro medico della struttura pubblica». Il trattamento sanitario obbligatorio, per legge, viene infatti disposto dal sindaco del comune presso il quale si trova o dimora il paziente, su proposta motivata da due medici, di cui almeno uno appartenente all’Asp territoriale del comune stesso (in questo caso l’Asp di Vibo); può essere eseguito sia in ambito ospedaliero, sia presso l’abitazione o altra sede. La procedura impone, infine, la convalida del provvedimento del sindaco da parte del giudice tutelare di competenza. In attesa, dunque, di un intervento da parte dell’Asp, il Comune di San Costantino Calabro ha preso in carico la moglie dell’uomo, rimasta senza casa e senza lavoro. La donna si è infatti rivolta agli assistenti sociali che, insieme al parroco don Oreste Borelli e al sindaco, hanno trovato una soluzione abitativa. «Abbiamo anche inviato una nota all’ufficio di igiene mentale e ai carabinieri per segnalare il disagio di questa famiglia», conclude il primo cittadino che si è fatto carico, per quanto di sua competenza, su un caso umano da risolvere al più presto.

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