lunedì,Maggio 6 2024

A 78 anni dal fatto di sangue, Mileto non dimentica la strage di Carasace

Alle celebrazioni in ricordo dei 39 civili morti nell’attacco aereo portato a termine dagli anglo-americani presente anche il prefetto Roberta Lulli

A 78 anni dal fatto di sangue, Mileto non dimentica la strage di Carasace

“Carasace: il giorno che della carne cristiana si fece carne tonnina”. Così nel 1989 il compianto studioso Giuseppe Occhiato intitolò il libro in cui descrisse in modo mirabile e con dovizia di particolari la strage che il 16 luglio del 1943 provocò a Mileto la morte di 39 civili inermi, dilaniati per cause ancora in parte da chiarire dalle raffiche di mitra, sparati dagli aerei alleati a conclusione della Seconda guerra mondiale. Il tragico eccidio è stato ricordato anche quest’anno con una serie di celebrazioni ufficiali organizzate nella cittadina normanna, alla presenza, tra gli altri, del prefetto di Vibo Valentia Roberta Lulli, del sindaco Salvatore Fortunato Giordano, del comandante provinciale dei carabinieri Bruno Capece e dello storico locale Franco Calzone. Il 78esimo anniversario della strage di Carasace ha preso il via alle 19 con una messa in suffragio delle 39 vittime, celebrata dal cappellano del 14esimo Battaglione Carabinieri “Calabria” don Pasquale Sposaro nella chiesa parrocchiale “San Benedetto-Santissima Trinità”.

La magnolia dove furono deposti i corpi delle vittime

Al termine della sacra funzione i presenti si sono trasferiti in corteo nella piazza antistante la chiesa di San Michele. Qui, davanti al monumento marmoreo con su inscritti i nomi di coloro che persero la vita durante la fuga, il sindaco Giordano e il comandante di Polizia municipale Renato Parrone hanno provveduto a deporre una corona di fiori. Le celebrazioni si sono infine concluse nell’area dove ancora oggi persistono i resti del vecchio ospedale civile, struttura in cui furono portati in quei tracici momenti i corpi delle 39 vittime. Nello specifico, sotto la magnolia in cui all’epoca (visto il nosocomio ormai saturo) furono adagiate provvisoriamente alcune di queste “povere anime”, in attesa di ricevere degna sepoltura nel locale cimitero. E, in questo caso, a deporre ai piedi dell’albero un mazzo di fiori in loro ricordo, ci ha pensato l’assessore al ramo Rosa Alba Gangemi.                    

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