giovedì,Aprile 25 2024

Scuola Murmura a Vibo trasferita fuori città, Tropeano: «Il sindaco ha fatto tutto da sola»

Le perplessità di Pino Tropeano (Azione) dinanzi alla decisione di spostare 600 alunni in un edificio privato sulla Statale 18 per poter eseguire dei lavori di ristrutturazione

Scuola Murmura a Vibo trasferita fuori città, Tropeano: «Il sindaco ha fatto tutto da sola»
L'istituto "Murmura"
Palazzo Gemini a Vibo Valentia
Palazzo Gemini

«Il recente problema del trasferimento di sede della scuola Murmura rappresenta un esempio lapalissiano di incapacità amministrativa». E’ quanto dichiara Pino Tropeano, responsabile organizzativo Azione. «Occorre rammentare come a giorni, una delle scuole più importanti della città, lascerà l’attuale sede nel quartiere S. Aloe per essere trasferita a palazzo Gemini sulla Statale 18 nei pressi del centro commerciale Vibo Center (a ben 7 km di distanza). Spostamento necessario per effettuare sull’attuale stabile lavori di ristrutturazione ed adeguamento antisismico che avranno una durata di due anni (si spera). A nulla – ricorda Tropeano – è valso il tentativo strenue dei docenti dell’istituto in primis, e successivamente dei sindacati e della minoranza del Consiglio comunale, per scongiurare che la scuola lasciasse il centro di Vibo Valentia. [Continua in basso]

I problemi sul tavolo sono i seguenti:

  1. come si può in tempi di Covid, implementare di fatto un trasporto a pieno carico di persone tenuto conto che occorre trasferire circa 600 alunni con tre bus?
  2. Perché non si è valutato di occupare le aule vuote di istituti di secondo grado già adibiti ad edilizia scolastica ed invece si è preferito un edificio privato che potrà arrivare a costare fino a 356 mila euro annui?
  3. Perché tutta questa fretta nel trasferire la scuola ad un mese dalla chiusura? Ci troviamo, a mio avviso, di fronte ad uno dei tanti misteri che avvolge questa amministrazione.
  4. Infine occorrerebbe fin da ora capire chi effettua i controlli per la sicurezza dell’edificio per evitare che si possa finire come la storia del tetto della scuola di Portosalvo.

  5. Peraltro, cosa ancora più grave è considerare come il decreto Ministeriale 18 dicembre 1975, nei criteri generali prevede ”gli edifici scolastici debbono essere previsti in stretta relazione tra di loro e con altri centri di servizio, con essi integrabili sia spazialmente che nell’uso, quali servizi sportivi, ricreativi, culturali, amministrativi,… ogni edificio scolastico va considerato parte di un “continuum” educativo, inserito in un contesto urbanistico e sociale, e non come entità autonoma”.
  6. Sotto tale profilo, la nuova sede non rispecchia tali indicazioni e pertanto non è idonea. Si consideri infine come il sindaco, che dichiara di avere rispetto per i principi di trasparenza e democraticità, anche questa volta ha fatto tutto da sola senza ascoltare le indicazioni delle famiglie, degli insegnanti e dei sindacati che avevano chiesto un tavolo per concertare ogni aspetto della vicenda. Ho pertanto insistito – conclude Tropeano – affinchè la tematica possa essere nuovamente discussa in Consiglio comunale delegando a ciò il consigliere di Azione Stefano Luciano».

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