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Shoah, dalla giornata della memoria ai libri per raccontare a bimbi e ragazzi lo sterminio degli ebrei

I volumi consigliati da docenti, scrittori ed educatori attivi nel Vibonese: «Per i più piccoli, libri illustrati. Per i giovani nulla è più forte dell’esperienza raccontata da chi ha vissuto l’inferno sulla propria pelle»

Shoah, dalla giornata della memoria ai libri per raccontare a bimbi e ragazzi lo sterminio degli ebrei
Campo di concentramento, foto di RonPorter da pixabay

Il 27 gennaio di ogni anno si celebra il “Giorno della memoria”. Una data che scandisce un momento preciso della storia mondiale, la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, divenuto simbolo dello sterminio degli ebrei. La giornata vuole essere molto di più che una parentesi commemorativa. Vuole far riflettere, soprattutto le nuove generazioni, sull’importanza di mantenere vivo il ricordo delle atrocità passate affinchè sia di monito per il presente. Eppure, nonostante i buoni propositi, nel cuore dell’Europa continua a imperversare la guerra con il suo carico di morte e distruzione. La Giornata internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto nasce ufficialmente nel 2005. L’obiettivo è quello di condannare ogni forma di odio, aggressività e intolleranza contro individui o comunità per motivi religiosi, etnici, culturali. Ben 5 anni prima, tuttavia, l’Italia si era dotata di una legge, la numero 211 del 2000 con la quale venne istituto il 27 gennaio il Giorno della memoria per ricordare non solo la Shoah ma anche le leggi razziali approvate in epoca fascista e gli italiani, ebrei e non, uccisi, deportati e imprigionati. Un modo per «conservare nel futuro del Paese la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere». [Continua in basso]

Libri consigliati per i ragazzi

Con la scrittrice briaticese Giusy Staropoli Calafati, abbiamo parlato dell’importanza della lettura, per comprendere e analizzare una delle pagine di storie più terribili vissute dall’umanità: «Consiglierei senza dubbio “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Un libro – spiega – in cui non viene semplicemente fatto un racconto degli avvenimenti ma è una testimonianza dell’autore, quindi diretta, di quanto vissuto nei campi di concentramento. Un testo in cui Levi non accusa i colpevoli ma cerca di essere testimone vivo di un evento storico crudele e indimenticabile. I giovani -aggiunge la Staropoli Calafati- hanno bisogno, quasi necessità di formarsi facendo esperienza di storie di cui l’uomo non è solo il buon narratore ma grande testimone». C’è poi, “Noi, Bambine ad Auschwitz”: «Lo considero un libro intimo e suggestivo, tenero come l’infanzia e duro come l’infermità della ragione. Due sorelline e un cuginetto. Le due bambine sopravvivono alle selezioni, il piccolo no. L’olocausto – rimarca la scrittrice – è un passaggio duro della storia. Leggerlo fa venire i brividi, ma sentirselo raccontare è necessario. E in questo libro che consiglio volentieri, è raccontato dalle due sorelline Tatiana e Andra». Infine, “Storia di una ladra di libri” «un testo che ha un valore straordinario. Che punta al libro come salvagente nell’orrore. I libri – evidenzia – non possono salvare la vita ma possono aiutarti a resistere. Alla protagonista succede così».

Contributi giunti anche dalla docente Maria Concetta Preta che ci spiega: «Possiamo aggiungere il libro di Elisa Springer dal titolo “Il silenzio dei vivi”, la giovane protagonista venne salvata dalla camera a gas dal gesto generoso di un Kapò. Un libro straziante ma ricco di speranza, pregno del desiderio di una vita “normale”». Ai libri di Edith Bruck, testimone della Shoah, la professoressa ricorda anche “I sommersi e i salvati” di Primo Levi. Un saggio che si focalizza sull’importanza della memoria e del ricordo, sul sentimento di disagio della vittima e dell’oppressore nel rievocare le esperienze nei lager. Finanche il sentimento di “vergogna” dei sopravvissuti: «Sono autentici, non enfatici. Coniugano l’esperienza vissuta con l’intendimento letterario. Ben scritti e quindi catturano l’attenzione di chi legge».

Chi non ha mai sentito parlare del “Diario di Anna Frank”? La raccolta degli scritti della ragazzina ebrea nata a Francoforte e rifugiata con la famiglia ad Amsterdam ha accompagnato le letture di generazioni di studenti. Il volume nato da quei racconti viene raccomandato da Rosario Rito, scrittore: «È un libro vivo, fa riflettere». Per i più piccoli, una carrellata di volumi viene consigliata da Caterina Nacci, educatrice: «“La stella che non brilla”, la Shoah narrata ai bambini di Guia Risari, una storia delicata e al tempo stesso potente per spiegare la tragedia della Shoah attraverso parole di speranza. “Il maestro di Auschwitz”, basati sulla storia vera del famigerato Blocco 31.“L’albero della memoria” di Anna e Michele Sarfatti e poi ancora “La Shoah spiegata ai bambini” di Paolo Valentini e Chiara Abastanotti. Alcuni volumi – aggiunge la professionista che presta servizio alla Biblioteca comunale con il progetto Letture ad alta voce per bambini – contengono disegni, adatti per facilitare la spiegazione ai più piccoli».

Per la professoressa Quintina Vecchio, spazio a “Scolpitelo nel nostro cuore” di Liliana Segre e a cura di Daniela Palumbo. In questo toccante libro, la senatrice racconta la sua storia tra emarginazione, clandestinità, deportazione e paura nell’inferno di Auschwitz, il campo di concentramento nazista dal quale la giovane Liliana, 13 anni appena, riuscì a salvarsi. Il racconto è vissuto con gli occhi della ragazzina di allora ed è un ottimo modo per aiutare i giovani di oggi a capire il dramma di non poter più andare a scuola, di non poter più vedersi con gli amici di sempre, di sentirsi ospiti graditi, di sentirsi bestie da eliminare». C’è poi, “La bambina che aveva visto l’orrore” di Danuta de Rhodes: «è la storia si basa sulla vera storia di una ragazza ebrea sopravvissuta all’Olocausto e al suo diario» e “La casa degli Angeli” di R.J. Palacio. Incentrato su una ragazza ebrea nascosta da una famiglia: «Fornisce uno sguardo personale e potente nella vita di una vittima della Shoah».

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