Donazione degli organi e testimonianze nelle scuole, Aido Briatico: «Abbattiamo i pregiudizi»
Il gruppo è intitolato alla memoria di Tania Conocchiella, prima donatrice multiorgano della provincia di Vibo: «Lavoriamo sull’informazione per contribuire a ridurre le liste d’attesa ma le istituzioni devono fare di più»
Aido “Tania Conocchiela” Briatico nasce ufficialmente nell’aprile 2008. Il gruppo tuttavia operava già da diversi anni prima con il sodalizio “Una vita, tante vite”. Infatti, la prima uscita avvenne nell’ottobre 1999, con un incontro di sensibilizzazione e informazione nel ricordo di Tania, prima donatrice multiorgano della provincia di Vibo. Un evento che possiamo considerare apripista poichè, fino a quel momento, la donazione degli organi nel contesto territoriale vibonese era considerato un vero e proprio tabù. Tanta diffidenza ma anche poca informazione sull’argomento che spingeva le comunità a confrontarsi e mettere in discussione la sacralità e inviolabilità del corpo. Eppure, quell’appuntamento presso l’oratorio “San Nicola” di Briatico, avviò un lento quanto graduale cambio di mentalità. Quella giornata fu fortemente voluta da padre Zefferino che conosceva spiritualmente e umanamente la giovane di Briatico. Il 5 agosto 2000, poi, si tenne la fase finale del concorso dedicato alle scuole che si concluse con la premiazione dei ragazzi. Il contest aveva come titolo “Una vita, tante vite. La gioia di donarsi agli altri dopo la propria vita”. La partecipazione, ricordano i vertici locali Aido, fu massiccia. All’evento aderirono i vertici regionali e provinciali Aido, i rappresentanti territoriali di Admo e Avis nonché delle istituzioni scolastiche e dell’amministrazione dell’epoca.
L’aumento dei donatori e il ruolo dell’Aido di Briatico
«Fin dal principio- sottolinea Angela Frati, presidente Aido gruppo “Tania Conocchiella”- i volontari (poi divenuti Aido di Briatico) hanno portato avanti il bisogno di avere donatori per ridurre le liste d’attesa, con periodici incontri di sensibilizzazione, informazione, raccolta delle dichiarazioni di volontà autografe». Incontri promossi a vari livelli, sottoforma di «manifestazioni culturali e sportive, per una scelta consapevole della donazione dei propri organi post mortem». Un lavoro non vano. Perché a Briatico il seme piantato portò buoni frutti, seppur lentamente: «Questa presenza di volontari per il dono ha portato ad un incremento di donatori nel comune di Briatico. Dai quattro donatori del 1999 ai 122 del 2010». Risultati inimmaginabili:
Oggi, a seguito della campagna nazionale di Aido, “Una scelta in comune”, il cambiamento è messo nero su bianco: «Attraverso l’aggiornamento del software per l’emissione della carta identità elettronica, anche nel nostro Comune e in quelli vicini, il numero delle dichiarazioni sono aumentate vistosamente. Specialmente tra i giovani appena maggiorenni». La presidente non nasconde le difficoltà: «Abbiamo dovuto molto penare nel far capire agli addetti all’Anagrafe che la “non scelta”, veniva letta dal sistema come una opposizione. Questo comportava la cancellazione dal Sistema informatico trapianti (Sit) anche per chi aveva precedentemente fornito consenso olografo». Una criticità poi risolta.
Donazione organi, dubbi e timori
Dubbi e timori, però ancora «persistono nonostante una maggiore informazione, divulgazione delle leggi che regolano le donazioni degli organi in Italia. Norme molto attente alla sensibilità e allo stato di crisi in cui versa la famiglia per la perdita di un congiunto». Persistono per «un’errata visione e non conoscenza precisa della procedura di selezione e prelievo degli organi e tessuti dopo la dichiarazione di morte». C’è poi il timore «di andare nell’aldilà senza tutti gli organi, come impedimento alla resurrezione reincarnazione. In realtà, come spiegato dalla Chiesa, non è così». In più «tutte le religioni sono infatti, favorevoli e riconoscono il grande valore, il gesto d’amore solidale della donazione degli organi come cura di patologie non altrimenti curabili». Tra le paure dei dichiaranti, anche «quella di essere ancora in vita mentre i medici prelevano gli organi. Questo è tecnicamente e moralmente impossibile. La procedura che precede la dichiarazione di morte cerebrale è una garanzia universale. La dichiarazione viene affidata dalla legge a un collegio di medici diverso da quelli curanti che monitorano in paziente ogni due ore. Dopo 6 ore, viene dichiarata la morte encefalica della persona che diventa giuridicamente cadavere». L’Aido Briatico fa poi presente: «C’è poi il timore che gli organi possano essere venduti a miglior offerta. In realtà, è tutto a carico del Servizio sanitario nazionale e pertanto gratuito».
Il ruolo delle scuole
Nei processi di cambiamento, il ruolo della scuola e dei giovani è di primo piano: «Nel nostro percorso di volontariato ultra ventennale con partecipazione a vari momenti di formazione medico legale, abbiamo riscontrato che l’informazione e sensibilizzazione con la divulgazione di opuscoli e brochure può avvenire tradizionalmente durante convegni appositamente organizzati. Ma che le testimonianze dirette dei parenti dei donatori e dei riceventi sono più fruttuose. Specialmente nelle scuole di ogni ordine e grado. I ragazzi riescono ad affrontare il tema senza preconcetti atavici». Il sodalizio evidenzia: «Senza timore di essere smentiti, affermiamo che la predisposizione nel programma curricolare di alcune ore settimanali dedicate all’educazione alla salute e alla corretta informazione sulla donazione di organi i tessuti produrrebbe un grande coinvolgimento e che i giovani raggiunta la maggiore età potrebbero aderire in modo consapevole alla scelta di donare dopo la morte per causa cerebrale, aumentando così la possibilità di ridurre sostanzialmente le liste d’attesa».
Donazioni, la situazione di Vibo
Il sistema di raccolta dei dati sui trapianti in Italia si chiama Sit, sistema informativo trapianti (a cui è collegato il Sia, Sistema informativo Aido). Nel portale del Ministero della Salute, via una sezione dedicata, dal titolo “trapianti”, dove si trovano tutti i dati pubblici gestiti dal centro nazionale trapianti sulla relativa situazione della donazione nel nostro Paese». La Provincia di Vibo risulta essere tra i penultimi posti nelle dichiarazioni di volontà favorevole, tra i primi nell’opposizione della donazione: «Le istituzioni, devono impegnarsi ancor di più a migliorare le informazioni, attraverso la divulgazione di testi e opuscoli comprensibile ai più. Il sistema sanitario nazionale deve indurre le Asl, negli ospedali, all’obbligo dell’accertamento della morte cerebrale e della idoneità al prelievo di organi, tessuti e cellule». Su questo specifico tema «l’Aido di Briatico sta sollecitando dal 1999 in ogni occasione pubblica, i dirigenti e commissari Asp della provincia di Vibo Valentia che si sono susseguiti negli anni affinchè nel nosocomio di Vibo Valentia vengano segnalati ed eventualmente prelevati gli organi e pazienti ormai cadaveri che in vita avessero dato il consenso al prelievo dei propri organi o che i propri cari possano farlo per loro. Questa è una amara sconfitta per il gruppo “Tania Conocchiella”, per le organizzazioni di volontariato che promuovono il dono e per tutte le istituzioni locali, incapaci a rivendicare un diritto così nobile e indispensabile per i nostri concittadini in lista d’attesa da anni».
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