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La rinascita dei beni confiscati, a Roma i progetti portati avanti nel Vibonese con il supporto degli architetti -Video

Il convegno “Prevenire l’illegalità” organizzato in occasione dell’anniversario della Strage di Capaci ha visto tra i relatori il presidente dell’Ordine degli architetti di Vibo, Foti. Illustrati, tra i vari progetti quello inerente il Centro di trasformazione agroalimentare di Rombiolo

La rinascita dei beni confiscati, a Roma i progetti portati avanti nel Vibonese con il supporto degli architetti -Video

di Giusy Criscuolo
I progetti portati avanti con il supporto degli architetti calabresi sono stati i protagonisti del convegno “Prevenire l’illegalità”, promosso a Roma in occasione dell’anniversario della Strage di Capaci.

Fabio Foti, presidente dell’Ordine degli architetti di Vibo Valentia, ha avuto modo di illustrare le attività che si stanno portando avanti in provincia «come supporto ai Comuni». Il professionista ha spiegato: «Tutto va nella direzione di nuove politiche urbane, tese alla rigenerazione dei luoghi, alla prospettiva della transizione ecologica e in quella chiave che punta ad immaginare uno sviluppo diverso rispetto al passato».

Nel corso dell’intervento ha illustrato le collaborazioni portate avanti con i Comuni del comprensorio, veri accordi istituzionali: «L’abbiamo chiamato il master plan delle trasformazioni urbane, in modo da costruire dei momenti progettuali anche in vista delle occasioni di finanziamenti come per esempio per il Pnrr. Da una parte l’ordine degli architetti fornisce e fornirà supporto su questi indirizzi strategici a livello del territorio, dall’altro i comuni invece si impegneranno ad affidare gli incarichi di progettazione per realizzare i progetti attraverso i concorsi di progettazione perché per noi è importante la qualità degli spazi e quindi la qualità dell’architettura».

Nel territorio vibonese sono diversi i beni confiscati ai clan: ««Anche lì abbiamo dato supporto per realizzare dei progetti di trasformazione. A Rombiolo, in un bene confiscato alla ‘Ndrangheta, abbiamo programmato un’idea di riutilizzo di quello spazio in collaborazione con l’Università della Calabria, con il cCmune e con altre istituzioni. Il tutto con l’idea di realizzare un centro di trasformazione agroalimentare dove lavorare la ‘nduja di Spillinga, la cipolla di Tropea, il pecorino del Poro. Questo è un progetto che è stato inserito e validato all’interno del Regolatore del Ministero per delle risorse e quindi si spera che a breve possano arrivare i finanziamenti. Questo è un esempio di come l’attività che stiamo portando avanti è a servizio della comunità per declinare nuovi modelli di sviluppo con il centro, per dare nuovi spazi e nuove speranze ai giovani e alla popolazione. Auspicio creare un quartiere dell’architettura. Noi l’abbiamo chiamato la sfida della bellezza». Per approfondire, continua a leggere su LaCnews24.it

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