Piazza Santa Maria, il direttore dei lavori: «Sono stato linciato, ma non c’è alcun errore da correggere. Pure Le Corbusier veniva criticato» – VIDEO
L’architetto Luca Calselli si difende dalle accuse e smentisce il Comune: «Non è stata chiesta una variante». E incalza: «Quando l’intervento sarà finito questo posto sarà invidiato da tutti. È un progetto sperimentale che spero venga completato come è stato concepito, senza stravolgimenti»
«Sono stato linciato. E non solo sui social. Devo venire in cantiere scortato dal comandante dei vigili, alle 6 di mattina. C’è stato anche un tentativo di mettermi le mani addosso. E questo non è ammissibile, perché io sono un pubblico ufficiale oltre che un professionista».
Luca Calselli, l’architetto romano direttore dei lavori di rigenerazione urbanistica che interessano piazza Razza, più conosciuta come piazza Santa Maria, è riapparso sul cantiere delle polemiche dove i lavori sono ricominciati dopo un lungo stop in attesa di una variante progettuale che non arrivava.
«Ma quale variante? Da parte del Comune non c’è mai stata la richiesta di alcuna variante – reagisce stizzito –. L’ho detto anche al sindaco e all’assessore ai Lavori pubblici: non c’è una richiesta ufficiale di variante. Sull’Albo pretorio non ce n’è traccia». Calselli, dunque, in un colpo solo smentisce il primo cittadino Romeo e l’assessore Monteleone, che nell’ultimo mese hanno lanciato ripetuti ultimatum, attribuendo i ritardi accumulati proprio alla mancata risposta da parte del direttore dei lavori all’istanza (presunta, a questo punto) di modificare il progetto per risolvere alcune criticità, come gli eccessivi dislivelli riscontrati in alcuni punti della piazza.
Ma, anche in questo caso, Calselli non ci sta: «I dislivelli ci sono perché i palazzi sono stati fatti cento anni fa, la chiesa trecento anni fa. Quelle sono quote date. Da quelle quote si è partiti con il progetto, che ha un suo linguaggio, una narrazione e ha delle motivazioni precise. Se costruisco un edificio e faccio pure i balconi e uno arriva quando ancora non è finito e mi dice ma da lì si casca, io gli dico grazie al cavolo, hai scoperto l’acqua calda, deve ancora venire il fabbro a montare la ringhiera. Le segnaletiche ancora sono da montare, quindi di che stiamo parlando? Di errori che non ci stanno?».
A fronte di una “variante” che non sarebbe stata mai ufficialmente richiesta, secondo l’architetto il Comune ancora non ha deciso in merito ad alcune “migliorie”, come allargare un marciapiede su suggerimento della stessa amministrazione per disinnescare la diffida di un residente: «Il marciapiede prima era di 90 centimetri, ora è di 125. Le normative sono rispettate, anche in merito all’abbattimento delle barriere architettoniche. Pendenze, misure, tutto».
Nessun errore, dunque, rimarca ancora Calselli: «Sono disposto a incontrare chiunque. Magistrati, architetti, progettisti, ingegneri, ipovedenti, disabili, tutti. E poi gli spiego. Gli errori che mi sono stati attribuiti sono talmente grossolani che non passerebbero il vaglio del collaudo, dell’apertura della piazza. Poi, intendiamoci, tutti possono fare errori, pure Gesù Cristo, ma mica per questo si menano i sacerdoti. Su presunti errori si ragiona, non si lanciano accuse in maniera disinformata e infondata».
Alla fine, secondo il direttore dei lavori, quando sarà pronta, «questa piazza sarà invidiata»: «Sarà un luogo vivibile in autonomia da tutti. È un progetto sperimentale che mi auguro venga completato per come è stato concepito. Non lo so se andrà davvero così, perché c’è sempre chi si mette di traverso, chi critica senza avere le competenze per farlo. I più grandi architetti del mondo hanno subito questo. È successo anche a Le Corbusier. Figuriamoci se non può succedere a me…».