Il Santuario inesistente e la miopia dell’Anas: la storia di Mileto merita di più
Mentre la società autostradale rende il giusto merito alle Grotte di Zungri, per la cittadina normanna parla di un luogo che non esiste e continua ad ignorare il Parco, il Museo e la Cattedrale
Ultimamente l’Anas ha provveduto a dare il giusto merito all’insediamento rupestre delle “Grotte degli Sbariati” di Zungri, con l’installazione di pannelli pubblicitari agli svincoli autostradali di Rosarno e Pizzo. Nel contempo, però, dimentica ancora di porre rimedio alla “gaffe” compiuta allo snodo di Mileto, dove ad accogliere gli automobilisti che percorrono l’A2 del Mediterraneo da anni campeggia solo uno stringato mega cartello con su scritto “Santuario alla Madonna di Paravati”.
Peccato che su questo territorio comunale al momento esista sì un santuario, ma quello de “La Cattolica” situato a Mileto centro. A Paravati, invece, grazie al carisma della Serva di Dio Natuzza Evolo è stata realizzata negli anni la Villa della Gioia, insieme di strutture religioso-socio-assistenziali comprendenti anche la chiesa “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, ad oggi, purtroppo, ancora in attesa di consacrazione e di essere elevato a santuario diocesano.
Al di là di questo, però, quello che colpisce è che nel cartello di promozione turistica installato nel 2017 è stato del tutto omesso l’enorme patrimonio storico, culturale e religioso di quella che, nell’anno mille, fu la città eletta da Ruggero il Normanno a capitale della propria contea. Con tanto di fondazione, nel 1081, della prima diocesi di rito latino del Meridione d’Italia. Oggi, a testimoniare il glorioso trascorso di Mileto rimangono l’unico Parco archeologico medievale della Calabria, il Museo statale e la basilica cattedrale, con all’interno numerose opere pittoriche e marmoree provenienti dalla vecchia città, abbandonata dopo il terremoto del 1783. E scusate se è poco.
Lo svarione e la “dimenticanza” furono messi in rilievo nel 2018 da Il Vibonese e dall’emittente televisiva La C. Errori resi ancora più marchiani dal fatto che, il Comune, solo qualche mese prima -nell’ottica di una prossima installazione di elementi pubblicitari tesi a valorizzare i percorsi turistici calabresi – si era prodigato di inviare tramite posta certificata all’Ufficio di settore dell’Anas le informazioni corrette da inserire nella cartellonistica, afferenti al Museo statale, al Parco archeologico medievale di Mileto antica, alla Basilica-Cattedrale, al Santuario mariano della “Cattolica” e alla Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”.
Alla fine, però, l’elefante partorì il topolino e, nonostante le denunce e le richieste, d’allora nulla è stato modificato o aggiunto allo stringato cartello. Evidentemente, per poter ovviare al grossolano “incidente di percorso” e dare il giusto merito al patrimonio culturale e religioso della cittadina normanna, all’Anas devono prima finire (sic) di… “studiare” la pratica.