Antenna a Coccorino, l’amministrazione comunale si oppone all’opera su suolo privato

Il Municipio di Joppolo

Ad oltre due mesi dall’insediamento, questa nuova Amministrazione intende portare a conoscenza della popolazione Joppolese alcune dinamiche di cui si era discusso anche in campagna elettorale e per le quali, come da impegno assunto, è d’obbligo fornire notizie certe, basate su atti e non sulle torve dicerie da strada”. Questo l’incipit di un comunicato con il quale l’amministrazione comunale in carica intende spiegare diversi aspetti inerenti la paventata installazione di un’antenna di telefonia mobile. Faremo degli incontri in cui affronteremo temi essenziali per la vita amministrativa dell’ente ed in cui, quindi, parleremo di Bilancio e della situazione finanziaria nel suo complesso. Parleremo dell’attuazione dei programmi, di opere pubbliche, di riorganizzazione dei servizi e della questione dell’antenna di telefonia mobile che interessa, in particolare, la frazione Coccorino.

In merito a quest’ultimo punto è bene sottolineare come, negli ultimi tempi, siano state messe in circolo voci fantasiose, non supportate da elementi certi e, cosa che fa più specie, foraggiate da personaggi che, per il loro ruolo sociale, dovrebbero percorrere il solo sentiero della verità dei fatti e non cercare in tutti i modi di aizzare la popolazione.
Appare opportuno, quindi, precisare alcuni punti che, così com’è certo, alcuni soggetti disconoscono. Subito dopo le elezioni amministrative dello scorso ottobre ci siamo attivati per ricostruire in maniera certa tutte le procedure che erano state perseguite per la realizzazione dell’opera da parte della società Wind-Tre, per cui si erano a suo tempo sollevate le rimostranze della popolazione coccorinese. [Continua in basso]

Quindi abbiamo la società Wind-Tre che presenta una domanda di autorizzazione per la realizzazione dell’impianto in un’area privata appartenente al padre dell’ex vicesindaco Dino Sterza. Qui, la popolazione coccorinese, accortasi della procedura in atto, organizzava una raccolta firme per esercitare l’accesso agli atti, da cui poi si è compresa la reale entità del problema. A seguito della protesta e secondo i termini del regolamento vigente nel Comune di Joppolo, il Consiglio comunale si esprimeva in maniera contraria alla realizzazione dell’impianto, con l’unica astensione dell’ex vicesindaco Sterza, parte interessata come da lui stesso dichiarato.
A seguito della pronuncia del Consiglio comunale, il responsabile dell’Area Tecnica rigettava la domanda di autorizzazione e, nel contempo, si cercava una soluzione alternativa, poi trovata nell’ottobre del 2020, secondo cui il Comune di Joppolo si sarebbe impegnato ad indicare un’area di proprietà comunale per la realizzazione dell’impianto e dove la società avrebbe dirottato la realizzazione dell’opera nel sito proposto. Di ciò è stato prodotto un apposito verbale sottoscritto dall’amministrazione comunale, da tecnici della società Wind-Tre e da alcuni cittadini. Nel frattempo la società Wind-Tre, in spregio agli accordi, impugnava il diniego rilasciato dall’Ufficio Tecnico dinnanzi al Tar e il Comune, per tutta risposta, nominava un proprio avvocato per costituirsi in giudizio. All’udienza tenutasi lo scorso gennaio 2021, il Comune non è però comparso ed il Tar si è pronunciato a favore della società Wind-Tre. [Continua in basso]

In tutto questo si è concretizzato uno sperpero di risorse pubbliche, prima per l’incarico dato ad un tecnico esterno all’ente per regolarizzare la titolarità sul bene pubblico da destinare all’installazione dell’impianto – ex campo sportivo di Coccorino – e poi per la nomina del legale e conseguente costituzione in giudizio dinanzi al Tar. Intanto la società Wind-Tre ripresentava, dopo aver ottenuto parere favorevole da parte dell’Atpacal, nuova istanza di autorizzazione per la realizzazione dell’impianto nel sito originario appartenente al padre dell’ex vicesindaco Dino Sterza.

La popolazione coccorinese, avutane contezza – spiega l’attuale amministrazione comunale – esercitava nuovamente accesso agli atti lo scorso mese di giugno senza mai ottenere risposta dalla passata amministrazione. E qui arriviamo allo scorso mese di ottobre, dopo le elezioni amministrative, quando convocati i tecnici incaricati dalla società si raggiunge un nuovo accordo per fornire un’area pubblica per l’installazione dell’impianto, di cui si è redatto apposito verbale.

L’amministrazione, quindi, impegnata nella messa in disponibilità di un nuovo sito, si vede recapitare in data 3 dicembre la comunicazione di inizio lavori per la realizzazione dell’antenna nell’originario sito di proprietà del padre dell’ex vicesindaco Sterza. La società Wind-Tre afferma di aver diritto alla realizzazione dell’opera poiché si sarebbe conformato il c.d. silenzio-assenso, visto il silenzio della precedente amministrazione in merito alla richiesta autorizzativa“. [Continua in basso]

L’ordine di sospensione lavori

In pari data, 3 dicembre, l’attuale amministrazione comunale si premurava di inviare alla società Wind-Tre un ordine di sospensione dei lavori, qualora fossero realmente intrapresi, comunicando, altresì, la mancata configurazione del silenzio-assenso ed elencando i motivi per cui l’impianto risulta irrealizzabile nel sito proposto: il sito in questione, per ovvie ragioni, è, come dimostrato dalle passate proteste, inviso alla popolazione coccorinese; il Consiglio comunale si è espresso in maniera contraria (con l’astensione dell’ex vicesindaco Sterza) rispetto alla realizzazione dell’opera nel sito proposto; a seguito degli accordi tra Comune e società, l’Ente ha affrontato un esborso di denaro per la sistemazione della titolarità sulla prima proposta pubblica, per la costituzione al Tar e per l’individuazione di un secondo sito pubblico.

A questo punto, purtroppo, è d’obbligo prendere atto della sentenza del Tar dello scorso gennaio che, dando ragione alla società, stante anche la mancata comparizione dell’ente fatto che solleva non pochi dubbi sull’imparzialità dell’azione amministrativa condotta dalla passata amministrazione – si rifà alla legislazione nazionale in materia (il c.d. Decreto Gasparri) e, equiparando gli impianti di telecomunicazione alle altre normali opere di urbanizzazione primaria, le considera indispensabili per la pubblica utilità.

Allo stesso tempo, però, era ed è nostra intenzione perseguire una politica che tenga conto del disagio avvertito dalla popolazione rispetto al problema e, proprio a fronte di ciò, l’Amministrazione si è opposta riguardo la comunicazione di inizio lavori, lavorando al fine di poter trovare una soluzione che, nonostante la “forzosa” installazione dell’impianto, preveda una sorta di indennizzo per l’Ente e, quindi, per la comunità. In quest’ottica, tale soluzione può solo essere la realizzazione dell’impianto in area pubblica, con un canone di affitto che, invece di finire in mano ad un privato, vada a rimpinguare le casse comunali, tramutandosi poi in servizi utili alla collettività.
L’ingordigia del singolo, purtroppo, ha attivato una serie di procedure – conclude l’attuale amministrazione – che difficilmente si concluderanno senza strascichi per la popolazione ma è nostra ferma intenzione cercare di attenuare i danni e la soluzione pubblica rappresenta un compromesso se non accettabile, quantomeno passabile”.

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