giovedì,Marzo 28 2024

‘Ndrangheta: “Black Widows”, le dichiarazioni inedite del pentito Figliuzzi e la sua affiliazione

Negli atti dell’operazione contro i clan delle Preserre vibonesi, anche le ultime rivelazioni del collaboratore sui collegamenti fra i Patania ed i Loielo e lo scontro con gli Emanuele

‘Ndrangheta: “Black Widows”, le dichiarazioni inedite del pentito Figliuzzi e la sua affiliazione

Contengono anche parte delle dichiarazioni inedite del collaboratore di giustizia, Nicola Figliuzzi, 28 anni, di Sant’Angelo di Gerocarne – che da qualche mese ha deciso di “saltare il fosso” iniziando a collaborare con gli inquirenti antimafia – gli atti della recente operazione “Black Widows” che mira a far luce sul tentato omicidio di Giovanni (Alex) Nesci e del fratello minorenne, oltre che sulle dinamiche criminali nelle Preserre vibonesi. Figliuzzi aveva accennato ad una sua affiliazione al clan Loielo di Ariola di Gerocarne, ma sinora non si conosceva né la data, né il luogo della sua cooptazione fra le fila di tale consorteria criminale. I nuovi verbali permettono ora di svelare molti aspetti inediti sulla “carriera” di Nicola Figliuzzi, assoldato dal clan Patania di Stefanaconi per sparare contro i rivali del gruppo Matina-Bartolotta-Calafati, ma poi staccatosi da tale cosca per avvicinarsi ai Loielo.

“Sono entrato in conoscenza con Rinaldo Loielo tramite i Patania. A quel punto mi sono ritirato dai Patania, e così ha fatto anche Cristian Loielo, per avvicinarmi ai Loielo. Mi sono avvicinato ai Loielo nell’anno 2012, quando Saverio Patania – racconta Figliuzzi – mi mandò da Loielo Rinaldo perché lui aveva chiesto di poter avere il contatto con una persona che poteva sparare. In particolare, Saverio Patania mi disse che c’erano delle persone che davano fastidio a Rinaldo Loielo e che per questo lui le voleva eliminare, ma non mi disse chi erano queste persone e non so dire se Saverio sapesse a chi io avrei dovuto sparare”. Per effetto della sinergia criminale venutasi a creare all’epoca, Nicola Figliuzzi conosce così – quando ancora militava nei Patania di Stefanaconi – Rinaldo Loielo. Evento che avrebbe segnato il passaggio del collaboratore (unitamente a Cristian Loielo), nelle fila dei Loielo, portandolo già dall’anno 2012 ed entrare più direttamente nelle dinamiche della faida che lo stesso Rinaldo Loielo aveva avviato nei confronti degli Emanuiele”. E’ tuttavia il verbale – sinora inedito – del 19 dicembre 2017 a svelare molti particolari del racconto più recente di Nicola Figliuzzi. “Avevo già conosciuto fuori dal carcere Loielo Rinaldo – racconta il collaboratore di giustizia – quando lui aveva un bar a Soriano Calabro in quanto fui mandato da Saverio Patania”. Rinaldo Loielo aveva bisogno di organizzare un omicidio su cui gli inquirenti hanno apposto al momento il segreto investigativo. “Dopo esserci visti al bar siamo andati a casa sua e in quella circostanza Loielo Rinaldo mi ha spiegato le ragioni di questo omicidio: i fratelli Emanuele, Bruno e Gaetano, nonché il cognato di Bruno, Franco Idà, detto Nuccio o Linuccio – che erano coloro che comandavano nella zona delle Preserre vibonesi – erano in carcere ed erano stati gli autori dell’omicidio del padre di Rinaldo, Giuseppe, e dello zio Vincenzo. A seguito della detenzione, i fratelli Emanuele e Nuccio Idà avevano lasciato il comando del territorio e la direzione delle attività illecite. Per questo Rinaldo Loielo aveva deciso di assassinare il loro referente sul territorio. Nell’anno 2012 mi sono avvicinato ai Loielo ma non parlavo delle loro attività criminose perché non ero ancora affiliato. I fratelli Patania di Stefanaconi mi hanno mandato da Rinaldo Loielo perché era lui che aveva chiesto di poter avere il contatto con una persona che poteva sparare”.  Novità assoluta il periodo dell’affiliazione di Nicola Figliuzzi al clan Loielo. “Non sono a conoscenza delle attività illecite dei Loielo – conclude il pentito perché io venivo affiliato in carcere a Pasqua del 2016 e poco dopo venivo trasferito nel carcere di Melfi appena finito il processo che avevo pendente in Corte d’Appello. Poi sono stato messo agli arresti domiciliari il 10 ottobre 2016 e quindi non ho avuto modo di apprendere delle loro attività”. In foto: Nicola Figliuzzi, Rinaldo Loielo e Bruno Emanuele

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