giovedì,Marzo 28 2024

Manca il ghiaccio al Pronto soccorso, l’infermiere: «Vada a prenderlo a bar»

È quanto si è sentito rispondere il padre di una ragazza di Ionadi che si è recata allo “Jazzolino” dopo essere stata colpita da una pallonata nell’ora di Educazione fisica. Episodio che si va ad aggiungere alle tante carenze del reparto.

Manca il ghiaccio al Pronto soccorso, l’infermiere: «Vada a prenderlo a bar»

Non c’è del ghiaccio per far sgonfiare una guancia rossa e gonfia? E allora lo vada a prendere al vicino bar. E’ questo che si è sentito dire un padre al Pronto soccorso dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia da un infermiere che, non sapendo cosa rispondere, all’insistenza di un genitore preoccupato, ha avuto la geniale idea di mandarlo a prendere il necessario al punto di ristorazione presente di fronte al nosocomio.

La storia avrebbe le caratteristiche di una commedia degli equivoci se non fosse altro che si è verificata in un luogo, appunto il Pronto soccorso, che, sulla carta, dovrebbe essere attrezzato ad ogni evenienza. E invece, oltre al personale insufficiente, si devono fare i conti persino con la carenza dell’indispensabile, come ad esempio gli impacchi di ghiaccio. Come se ciò non bastasse, il reparto dispone di una sola barella e di una vecchia sedia a rotelle, contese dai malati che durante le “giornate infernali” giungono nell’unità operativa di emergenza.

Ma ritorniamo al ghiaccio. La storia è raccontata dall’uomo residente a Ionadi al “Quotidiano del Sud”. «Mia figlia – inizia il genitore – nell’ultima ora di lezione si trovava in palestra. Durante l’esercitazione di Educazione fisica è stata colpita da una pallonata in faccia, che le procurava dolore e bruciore all’occhio destro. Dopo che le è stato messo del ghiaccio sul viso, gli insegnanti hanno allertato alcuni miei familiari, che sono andati a prenderla. Intanto anch’io mi recavo a Vibo. Visto che il dolore aumentava, attorno alle 14.15 siamo andati al Pronto soccorso dell’ospedale “Jazzolino”, dove, in attesa del nostro turno, abbiamo chiesto del ghiaccio perché quello che le era stato messo sul viso si era sciolto. Ma la risposta sa qual è stata? Non ne abbiamo, provi a chiederlo al bar di fronte. Cosa che mio cognato ha subito fatto, riscontrando gentilezza, disponibilità ma anche un certo stupore nei titolari del locale».

Oggi il ghiaccio, domani, chissà, ci dovremmo portare dietro anche il lettino, le medicine e forse anche il medico curante. E allora la sanità cosa avrà di pubblico?

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