venerdì,Aprile 19 2024

Stammer, Tribunale Vibo dissequestra beni per 700mila euro

Respinta la richiesta di confisca avanzata dalla Dda di Catanzaro nei confronti di un detenuto per narcotraffico internazionale

Stammer, Tribunale Vibo dissequestra beni per 700mila euro

Il Tribunale di Vibo Valentia – Sezione Misure di Prevenzione (presieduto dal giudice Giulio De Gregorio) – ha disposto la restituzione dell’intero compendio di beni patrimoniali intestati a Fortunato Lo Schiavo, 48 anni, di Mileto ed ai familiari Maria Giuseppina Lo Schiavo, Antonia Currà Antonia ed Emanuela Lo Schiavo. Il compendio di beni coincideva con la titolarità di due imprese commerciali: “Lo Schiavo veicoli industriali” ed “Eurocar sas”, oltre a svariati beni immobili e conti correnti postali e bancari (valore complessivo stimato dal Gico pari a 700mila). E’ stata così rigettata la proposta di confisca avanzata dalla Dda di Catanzaro. Rimessa invece la causa sul ruolo per rivalutare la pericolosità sociale di Fortunato Lo Schiavo, difeso dall’avvocato Diego Brancia e per come dallo stesso richiesto alla luce dell’orientamento della Corte Costituzionale. Se ne riparlerà per questo l’11 settembre prossimo. Fortunato Lo Schiavo è attualmente detenuto per l’operazione “Stammer” in quanto accusato di associazione a delinquere finalizzata all’importazione di otto tonnellate di cocaina dalla Colombia, oltre alla detenzione finalizzata allo spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Reati aggravati dalle finalità mafiose. 

Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, prodromiche all’emanazione del provvedimento di sequestro a carico di Lo Schiavo, avevano consentito di ricostruire in capo allo stesso un notevole complesso patrimoniale il cui valore per l’accusa risultava sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati ed all’attività economica svolta. Il sequestro riguardava quote societarie, un complesso aziendale, un fabbricato, un terreno, tutti ubicati nel comune di Mileto, e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato in oltre 700mila euro.

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