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Le rapine e il pestaggio a morte dopo la promessa di rapporti sessuali – FOTO/VIDEO

Fatta piena luce su una banda di cittadini rumeni che adescava anziani con la promessa di rapporti sessuali per poi derubarli e, infine, pestarli fino alla morte di uno di loro. Il ‪‎procuratore‬ Spagnuolo: «Crimini di impressionate efferatezza e ‪‎violenza‬ gratuita».

Le rapine e il pestaggio a morte dopo la promessa di rapporti sessuali – FOTO/VIDEO

Avrebbero agito con efferatezza, mettendo in atto crimini brutalI quanto gratuiti e dimostrando una spregiudicatezza che, a conti fatti, gli si è rivoltata contro, mettendo gli investigatori sulle loro tracce. Dopo meno di un anno la Procura di Vibo Valentia, attraverso l’attività investigativa portata avanti da Carabinieri, Guardia di finanza e Capitaneria di porto, coordinati dal pm Concettina Iannazzo, ha fatto piena luce sulla morte di Giglio Palmo Ciancio, 79enne di Pizzoni, il cui corpo era stato trovato su una scogliera a circa un miglio a nord dalla stazione di Pizzo, luogo dal quale, in un primo momento, si era pensato si fosse gettato volontariamente in mare.

Suicidio anomalo che non ha però convinto fin da subito gli investigatori. Troppi gli elementi che lasciavano propendere per una versione più complessa dell’accaduto. Non solo impressioni, ma anche solidi elementi indiziari che hanno infine consentito di chiarire il quadro e giungere cosi all’arresto, avvenuto ieri sera, di Dorel Varga e Stela Rezmuves Gyongyi, entrambi cittadini romeni, rispettivamente di 36 e 35 anni, domiciliati tra i comuni di Rosarno e Nicotera.

Omicidio e rapine nel Vibonese, due arresti

La donna, in particolare, secondo un collaudato sistema, avrebbe infatti adescato il pensionato con la promessa di rapporti sessuali inducendolo ad appartarsi, il 6 agosto 2015, a Pizzo, dove ad attendere i due si trovavano i suoi complici che avrebbero massacrato il botte il malcapitato, derubando di circa 2000 euro in contanti e del suo telefonino, svestendolo per poi rivestirlo imbottendo i suoi indumenti di pietre e gettandolo a mare tramortito dalla scogliera. La morte sarebbe dunque sopraggiunta poco dopo per annegamento.

Stessa modalità accertata poi in occasione di un secondo episodio, che ha avuto, pochi giorni dopo, il 18 agosto, un esito altrettanto efferato ma meno tragico. In questo caso a cadere nella trappola tesa dai criminali, era stato Lorenzo Vacatello, invalido cinquantenne di Vibo Marina, il quale, ancora una volta dietro la promessa di un rapporto sessuale, avrebbe seguito la donna nei pressi della stazione di Vibo Marina, per poi subire il medesimo trattamento riservato a Ciancio, venendo violentemente tramortito e derubato dei suoi averi, circa 1500 euro in contanti e diversi vistosi gioielli. Lo stesso veniva poi abbandonato esanime in un vicino canneto, riprendendosi solo il giorno successivo. Episodio però non denunciato, al quale gli inquirenti sono risaliti in seguito, grazie ad un’attenta attività investigativa.

Collegati i due episodi, sulla base delle risultanze delle indagini, è apparso chiaro che i due adescatori si muovevamo con una modalità seriale, per di più nel quadro di un’organizzazione di carattere internazionale che avrebbe compiuto delitti simili in mezza Europa. Di sicuro in Romania, Spagna e Francia. A chiarire ancora di più le idee agli inquirenti un terzo episodio incorso sempre nel Vibonese, e in danno di un uomo ricadente nella cerchia delle conoscenze di Ciancio, il quale adescato sempre dalla Rezmuves l’avrebbe accompagnata in una gioielleria per farle un regalo, prima di fiutare la trappola e, sostanzialmente, sottrarsi al rischio in cui invece è poi caduto il suo conoscente.

Un grosso contributo alle indagini è dunque arrivato dalle immagini catturate dal sistema di videosorveglianza della gioielleria che hanno consentito di identificare la donna, che, si è poi accertato, dietro la copertura del mestiere di badante, esercitava in realtà la prostituzione con lo scopo di circuire e derubare i suoi “assistiti”. Attività che continuava a svolgere nel comune di Nicotera, dove è stata poi arrestata ieri presso l’abitazione in cui prestava servizio.

Rilevante ai fini investigativi, inoltre, il fatto che l’utenza telefonica intestata a Ciancio, in seguito alla sua uccisione, fosse stata poi stata utilizzata da Varga permettendo così di risalire allo stesso che è stato invece arrestato a Rosarno dai carabinieri della locale Compagnia.

«Si tratta di un’operazione dai connotati sociali importantissimi – ha detto il procuratore Spagnuolo in conferenza stampa questa mattina in conferenza stampa alla presenza dei vertici delle forze armate coinvolte nell’operazione – che grazie alla bravura dei nostri investigatori e di un magistrato giovanissimo (la Iannazzo, ndr) da appena due mesi in forza ai nostri uffici, ci ha consentito di porre fine all’attività di soggetti pericolosissimi che dietro la promessa di un effimero momento di felicità mettevano in atto delitti di un’efferatezza e gratuità impressionanti. Le indagini proseguono allo scopo di individuare e arrestare i loro complici».

Gli arrestati sono stati tradotti in carcere e si trovano ora a disposizione del gup Gabriella Lupoli.

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