sabato,Aprile 20 2024

Petrol Mafie: i Mancuso e il gruppo petrolifero del Kazakistan, Cassazione annulla con rinvio

La decisione della Suprema Corte per un imprenditore imputato a Vibo di concorso esterno in associazione mafiosa

Petrol Mafie: i Mancuso e il gruppo petrolifero del Kazakistan, Cassazione annulla con rinvio

La prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la decisione con la quale il Tribunale del Riesame di Catanzaro il 18 maggio dello scorso anno aveva deciso di confermare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip distrettuale nei confronti di Francesco Porretta, 48 anni, di Milano, attualmente sotto processo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nell’ambito dell’operazione “Petrol Mafie”. Fancesco Saverio Porretta è finito in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa “per aver fornito, insieme alla compagna Irina Paduret, un contributo in favore dell’associazione di ‘ndrangheta capeggiata da Luigi Mancuso e operante a Limbadi, mettendo in contatto l’ala imprenditoriale facente capo a tale cosca e rappresentata da Antonio e Giuseppe D’Amico, Antonio Prenesti e Silvana Mancuso, con il gruppo petrolifero del Kazakistan Rompetrol, ai fini dell’apertura di un canale di approvvigionamento di carburante da distribuire nel territorio di Vibo Valentia, nonché della realizzazione di un progetto di costruzione di un oleodotto con annesso deposito costiero nello stesso territorio, di modo che detta cosca potesse acquisire una posizione dominante nel settore.

Per la Cassazione, la decisione del Riesame che si sofferma a delineare obiettivi, modalità di intervento in una iniziativa riconducibile al programma associativo e possibili controprestazioni erogabili dal sodalizio, non ha adempiuto all’obbligo di verificare, tramite un apprezzamento ex post, gli effetti della condotta del ricorrente, al fine di delineare gli estremi oggettivi richiesti dal concorso esterno, a fronte di descrizioni delle condotte incentrate su fasi relative a trattative”. Da qui l’accoglimento del ricorso dell’avvocato Salvatore Liotta e l’annullamento con rinvio. Anche il sostituto procuratore generale Gioanni Di Leo aveva chiesto alla Corte l’annullamento con rinvio ad una nuova sezione del Tribunale del Riesame di Catanzaro.

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