giovedì,Aprile 25 2024

Rinascita Scott: dal petrolio alla frutta, gli affari dei Bonavota nei racconti del pentito Albanese

Il collaboratore di giustizia di Rosarno racconta dell’arrivo di navi piene di gasolio nel Porto di Gioia Tauro e dell’interesse del clan di Sant’Onofrio attraverso uno stabilimento di Maierato. I legami con i rosarnesi ed i tarantini, dalle presenze ai matrimoni sino agli incontri nel Vibonese

Rinascita Scott: dal petrolio alla frutta, gli affari dei Bonavota nei racconti del pentito Albanese

Dal petrolio alla frutta, dalla presenza al matrimonio di Salvatore Bonavota sino agli incontri nella casa di Domenico Bonavota alla presenza di esponenti della criminalità di Taranto. Il collaboratore di giustizia di Rosarno, Vincenzo Albanese, si sofferma a lungo sui Bonavota di Sant’Onofrio e sui loro affari. Dichiarazioni confluite nel maxiprocesso Rinascita Scott che vede imputati – fra gli altri – proprio i Bonavota quale consorteria che avrebbe da tempo un ruolo di primo piano nelle dinamiche criminali del Vibonese. [Continua in basso]

Salvatore Bonavota

I Bonavota avevano in mano anche un tale “Pino” che era il titolare di una rivendita all’ingrosso di carburanti ubicato nella zona di Maierato. Il nostro gruppo – ha riferito Vincenzo Albanese – venne a conoscenza tramite un nostro amico che nel Porto di Gioia Tauro vi era la presenza di una nave piena di petrolio e per tale motivo, in considerazione che i Bonavota avevano in mano questo Pino, fissammo un incontro con quest’ultimo per il tramite di Salvatore Bonavota.

Premetto che già nell’anno 2005 circa, Salvatore Bonavota ci portò presso tale Pino, titolare di uno stabilimento per la distribuzione di carburante, in quanto avevamo la necessità di acquistare del gasolio agricolo per la nostra attività di trasporto. Nella circostanza questo Pino, che all’epoca aveva in uso una Mercedes, ci disse che aveva la necessità di avere dei “libretti”, anche intestati a terzi fittizi acquirenti di gasolio agricolo e che qualora li avesse avuti poteva dare tutto il gasolio di cui avevamo bisogno. Questo Pino – ha messo a verbale il collaboratore – ci venne presentato dai come un amico – ricordo che disse che era “cosa nostra” -. In quella occasione, però, nel frattempo ottenemmo il gasolio di cui avevamo bisogno attraverso nostri canali di Rosarno, per cui non concludemmo alcun affare con questo Pino. [Continua in basso]

Nicola Bonavota

All’incirca tra il 2008 e la fine del 2009 – sicuramente prima del mio arresto avvenuto nel marzo 2010 – il mio gruppo criminale venne a conoscenza, tramite un amico – tale Pino Morabito di Rosarno, trafficante di stupefacenti – che nel Porto di Gioia Tauro vi era la presenza di una nave russa piena di petrolio. In considerazione di ciò e per via dei rapporti criminali con i Bonavota, io e mio cognato Rosario Marcellini, insieme a questo Pino Morabito, ci siamo recati presso il bar di Nicola Bonavota a Sant’Onofrio, ove erano presenti Nicola Bonavota, Salvatore Bonavota e Francesco Fortuna, ai quali abbiamo rappresentato la possibilità di acquisire questo petrolio. I Bonavota furono da subito interessati all’acquisizione del petrolio e per tale motivo fecero incontrare me e mio cognato con tale “Pino” che aveva lo stabilimento a Maierato, che fin da subito si rese disponibile a chiudere l’affare. Furono Salvatore Bonavota e Francesco Fortuna ad accompagnare me e mio cognato Rosario Marcellini all’incontro con ta1e “Pino”.

Sicuramente c’era dell’illecito nella compravendita di questo petrolio. Non ricordo quale fosse tecnicamente il problema, ma il petrolio, così com’era non era commerciabile regolarmente, altrimenti lo avremmo preso direttamente noi e venduto a Rosarno, mentre questo Pino era in grado di risolvere il problema. Pino si rese da subito disponibile a chiudere l’affare. Ricordo che l’interlocuzione per la compravendita di questo petrolio avvenne direttamente tra il “Pino”, amico dei Bonavota, e Giuseppe Morabito di Rosarno, ma non sono al corrente se poi l’affare si chiuse.

Sono per certo che tale situazione avvenne dopo il 2008 e al massimo alla fine del 2009, qualche mese prima del mio arresto avvenuto nel marzo del 2010; lo ricordo anche perché non vidi poi questo Pino titolare dello stabilimento in Maierato per qualche tempo, salvo poi incontrarlo, pochi anni dopo al matrimonio di Salvatore Bonavota che è avvenuto nel 2013”.

Gli incontri a Sant’Onofrio e la frutta

Domenico Bonavota

“Tra il 2012 ed il 2014 a seguito della mia scarcerazione – per l’esattezza, sono uscito dai domiciliari nell’aprile del 2012 – unitamente a mio cognato ci siamo portati a Sant’Onofrio per portare una “imbasciata” ai Bonavota. In tale circostanza – ha raccontato Albanese – siamo stati invitati ad una “mangiata” a casa di Mimmo Bonavota, ove per la prima volta incontrai personalmente Domenico Cugliari. A questo incontro conviviale era presente un grosso pregiudicato di Taranto, che era stato recluso unitamente a Mimmo Bonavota attivo nel settore della compravendita di frutta, unitamente ad altro soggetto che aveva l’accento del Nord e che era un dirigente di tale ditta; i due tornavano dalla Sicilia dove avevano concluso degli affari per la distribuzione della frutta. In quel periodo Mimmo Bonavota era sottoposto a misura restrittiva – domiciliari o forse sorveglianza speciale – ed io rimasi sorpreso della presenza di quelle persone pregiudicate, ma il Bonavota mi rassicurò dicendomi che non avrebbero subito alcun controllo. Ricordo che i Bonavota ci proposero di entrare in affari con il soggetto di Taranto nel settore dell’ortofrutta – avevano bisogno di un fornitore di agrumi – ma noi rifiutammo perché questo affare non ci interessava”.

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