Operazione Olimpo: il Tdl annulla l’ordinanza nei confronti dell’imprenditore Facciolo
Non regge la misura del gip distrettuale. La difesa smonta configurabilità del reato, il rischio di recidiva e le esigenze cautelari
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Antonio Facciolo, 64 anni, di Vibo Valentia, arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia denominata Olimpo e condotto nel carcere di Reggio Calabria. Accolte così le argomentazioni prospettate dagli avvocati Giovanni Vecchio, Tiziana Barillaro e Bruno Vallelunga. Nei confronti di Antonio Facciolo, la Dda di Catanzaro muove l’accusa di concorso in estorsione unitamente a Francescantonio Stillitani e Vincenzo Calafati. In particolare, Enzo Calafati quale titolare dell’agenzia turistica “Destinazione Calabria”, Stillitani quale proprietario della struttura turistica Tui Magic Life di Pizzo, e Antonio Facciolo quale titolare della Kairon srl avrebbero costretto Paolo Cesare Manzoni Miranda – direttore del villaggio Tui Magic Life – al libero mercato per il servizio di lavanderia. La contestazione copre un arco temporale che va dal settembre 2018 al 23 aprile 2019 ed è aggravata dall’agevolazione mafiose (cosche Mancuso, Accorinti e Anello). [Continua in basso]
I difensori hanno ricostruito dinanzi al Riesame i rapporti contrattuali che vengono in rilievo nella vicenda, contestando quindi la sussistenza della gravità indiziaria nei confronti di Antonio Facciolo così come la ricostruzione fattuale operata dagli investigatori, rilevando che l’affidamento dei servizi alla Kairon di Facciolo non sia stata decisa dalla Tui o dal suo direttore, avendo la Kairon un contratto di subappalto stipulato con la società Plumeria dei fratelli Stillitani. Facciolo, quindi, non avrebbe mai avuto contatti diretti con la persona offesa (mai minacciata e che ha escluso di aver subito imposizioni dagli Stillitani) per l’affidamento dei servizi. Contestata infine anche la sussistenza delle esigenze cautelari per Facciolo, non avendo considerato il gip che lo stesso si trova già ai domiciliari dal luglio del 2020 nell’ambito dell’operazione Imponimento. Dunque ci sono tre anni di assenza di Facciolo dal mondo esterno e da qui l’assenza di qualunque rischio di recidiva. Le imprese di Facciolo – inclusa la Kaioron srl – sono inoltre sotto sequestro preventivo dal luglio 2020, sicchè il rischio di recidivanza appare del tutto svanito. Da non dimenticare, infine, che nell’ambito del maxiprocesso Rinascita Scott, Antonio Facciolo si è costituito parte civile nei confronti di alcun soggetti del clan Lo Bianco-Barba. Il pericolo di reiterazione dell’ipotizzato reato di estorsione contestato a Facciolo nell’operazione Olimpo sarebbe quindi stato – ad avviso della difesa – “tratteggiato in maniera assolutamente astratta”. Argomentazioni accolte dal Tribunale del Riesame di Catanzaro che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Antonio Facciolo.
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