martedì,Maggio 21 2024

Le stragi di Cosa Nostra discusse in un summit a Nicotera voluto da Pino Piromalli e Luigi Mancuso

Nuove intercettazioni sulla riunione emergono dall'operazione Hybris. Si voleva colpire anche un ministro e attuare un colpo di Stato insieme ai siciliani

Le stragi di Cosa Nostra discusse in un summit a Nicotera voluto da Pino Piromalli e Luigi Mancuso
Nicotera Marina vista dall'alto

Giuseppe Piromalli, detto Pino (cl. ’45), di Gioia Tauro, esponente di vertice dell’omonimo clan, avrebbe riunito nel 1992 una sorta “Commissione” della ‘ndrangheta per decidere sulla richiesta di adesione alla stagione stragista di Cose Nostra. In uno dei passaggi dell’operazione ‘Hybris’ sulla cosca Piromalli di Gioia Tauro, scattata ieri, gli inquirenti riportano una conversazione tra Francesco Adornato, Aurelio Messineo e Giuseppe Ferraro, ritenuti storici appartenenti al clan Piromalli. Secondo quanto evidenzia il gip nella sua ordinanza, Francesco Adornato, già condannato per associazione mafiosa, avrebbe commentato con i sodali che sarebbe stato Pino Piromalli ad avere composto la ‘Commissione’ per decidere l’adesione o meno della ‘ndrangheta alla strategia stragista siciliana. Adornato, conosciuto come ‘Cicciu u biondu’, ritenuto un “navigato esponente della ‘ndrangheta, appare pienamente a conoscenza – secondo il gip – di argomenti così delicati”. [Continua in basso]

Franco Pino

La “Commissione” di cui parla Adornato – come peraltro acclarato nel processo “Ndrangheta stragista” che si concluderà oggi in Corte d’Assise d’Appello a Reggio Calabria in cui sono imputati il boss di Palermo Giuseppe Graviano e il presunto capobastone di Melicucco, Rocco Santo Filippone, ritenuto ‘uomo riservato’ dei Piromalli – “si era riunita presso un resort di Nicotera e nell’occasione Pino Piromalli aveva conferito al boss di Rosarno Antonino Pesce, alias ‘U Testuni’, il mandato a rappresentarlo”. 
Pesce – secondo le intercettazioni trascritte in cui aparlare sarebbe Francesco Adornato – aveva votato a favore della partecipazione alle stragi anche da parte della ‘ndrangheta, mentre il boss di Limbadi, Luigi Mancuso aveva votato invece contro l’adesione della ‘Ndrangheta alla richiesta di Cosa Nostra. Inoltre dalle intercettazioni emerge che “si progettava di assassinare un ministro e fare un colpo di Stato”.  Giuseppe Ferraro, uno dei tre convenuti intercettati, esaltava quindi la lungimiranza di Luigi Mancuso commentando che “da una guerra frontale con lo Stato, la ‘ndrangheta, come qualsiasi organizzazione mafiosa, non sarebbe potuta uscire vittoriosa”. 
Del “vertice” a Nicotera Marina aveva parlato per primo il boss di Cosenza, Franco Pino, seguito poi da Antonino Fiume del clan De Stefano di Reggio Calabria. A 25 anni dalle prime dichiarazioni dei collaboratori di giustizia non esiste ad oggi alcuna verità giudiziaria su tale summit. Pino Piromalli, Luigi Mancuso e Antonino Pesce non figurano fra gli indagati dell’operazione Hybris.

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