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Dasà, il dolore acuto e composto ai funerali del piccolo Giuseppe Bruni

Le esequie si sono svolte nella parrocchia del centro dell'Alto Mesima e sono state partecipate anche da comunità viciniore. Si attendono ora i risultati dell'esame autoptico e dell'inchiesta avviata dalla Procura di Vibo

Dasà, il dolore acuto e composto ai funerali del piccolo Giuseppe Bruni

Una vita che si spegne troppo presto toglie un po’ di futuro e di fiducia a tutti. La perdita di un figlio è l’evento più devastante che un essere umano possa sperimentare, un’agonia incomparabile, indescrivibile. La morte di un bambino di appena quattro anni è oltremodo una tragedia ingiusta capace di toccare nel profondo anche chi è più estraneo alla famiglia colpita dal terribile lutto. Ed è proprio questo che è accaduto nella provincia di Vibo Valentia, ieri pomeriggio, in occasione dei funerali di Giuseppe Bruni, una tenera vita di soli quattro anni stroncata improvvisamente alle prime luci dell’alba di sabato scorso. La comunità di Dasà e molte persone accorse dai centri viciniori, infatti, si sono stretti silenziosamente alla famiglia Bruni, partecipando al dolore straziante ma composto dei genitori e dei fratelli del piccolo Giuseppe in occasione delle esequie che si sono celebrate nella parrocchia del piccolo centro dell’Alto Mesima. “In questo momento Giuseppe è nell’amore di Dio e pertanto beneditelo e lasciatelo andare – ha predicato don Bernardino Comerci rivolgendosi ai genitori del bambino – so che non è facile ma affidatelo alle braccia del Padre e della Madonna affinché possa godere della gioia del Paradiso. Voi gli avete dato tutto quello che potevate, gli avete dato la vita, l’amore, adesso lui è nel cielo e perciò lasciatelo andare affinché possa essere felice”. Il prossimo 13 maggio Giuseppe sarebbe stato battezzato e a ricordarlo è stato proprio don Bernardino il quale ha spiegato che il sacramento era stato rinviato quattro volte per vari imprevisti, ma il mancato battesimo non ha influito sulla scelta di celebrare il rito funebre in Chiesa “il desiderio di battezzare il bambino c’era ed era forte”. [Continua in basso]

La febbre alta, il ricorso alla Guardia medica di Acquaro e poi la corsa al Pronto soccorso dello “Jazzolino” dove il cuoricino del bimbo ha smesso di battere. Questi gli ultimi momenti che hanno accompagnato Giuseppe prima che si verificasse una tragedia ingiusta e inaccettabile. Il tentativo di rianimarlo da parte del personale medico del nosocomio vibonese è stato invano. A seguito del decesso la Procura di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti. Le indagini sono coordinate dal pm Corrado Caputo e mirano a stabilire la presenza o meno di responsabilità circa la sopraggiunta morte del bambino. Sequestrata la cartella clinica, è stata disposta l’escussione dei familiari di Giuseppe nonché dei medici che hanno avuto in cura il piccolo. Per meglio chiarire le cause della morte sono stati eseguiti degli esami diagnostici e due giorni fa l’autopsia, eseguita al Mater Domini di Catanzaro. Frattanto, l’Asp di Vibo Valentia ha avviato un’indagine interna per accertare eventuali responsabilità e per avere un quadro definito in ordine al decesso.

Ogni genitore si aspetta che il proprio figlio viva a lungo, che gli sopravviva. L’inversione dell’ordine naturale delle cose, disintegra in un attimo tutto ciò in cui crediamo. Quanto traspariva dagli occhi smarriti della mamma e del papà del piccolo Giuseppe era esattamente un senso di impotenza e di provvisorietà dell’esistenza stessa. Un dolore sordo, tremendo, ma contenuto nel silenzio rispettoso che si deve alla memoria di un figlio. La vita sa essere impietosa e ingiusta, ma al contempo riesce a farci trarre profondi insegnamenti da persone perbene come i genitori di Giuseppe, capaci di piangere in silenzio la morte del figlio e donare un sorriso confortante ai fratelli.

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