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Inchiesta Maestrale: il monopolio illecito della cipolla rossa a Briatico e il ruolo dell’ex assessore

L’arrestato Filippo Niglia dal settore della navigazione per conto del clan Accorinti all’agricoltura ed al controllo di spiagge e villaggi sino al “locale” di ‘ndrangheta di Zungri. Dai rapporti con i Bonavita alle estorsioni

Inchiesta Maestrale: il monopolio illecito della cipolla rossa a Briatico e il ruolo dell’ex assessore
La cipolla rossa di Tropea e nel riquadro Filippo Niglia
Filippo Niglia

Mira a fare luce anche sull’illecito monopolio dell’indotto della cipolla rossa di Tropea, l’inchiesta Maestrale-Carthago della Dda di Catanzaro. Il settore agricolo della coltivazione e del commercio della cipolla rossa di Tropea dall’anno 2008 ad oggi – annotano gli inquirenti – ha avuto una notevole espansione nel territorio del comune di Briatico, grazie anche al conferimento della certificazione I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta), ottenuto il 28 marzo 2008, ed un notevole incremento della domanda di acquisto di tale prodotto, oramai considerato una vera e propria eccellenza calabrese con esportazioni verso i mercati più remunerativi del Nord d’Italia e dell’estero. Di conseguenza tale attività economica ha attirato l’investimento di numerosi capitali pubblici e privati, catturando l’attenzione della ‘ndrangheta, protagonista in negativo anche in tale settore di eccellenza per il tessuto economico calabrese”.

Filippo Niglia ed il controllo illecito sulla cipolla

Dall’attività investigativa è così emerso “un vero e proprio controllo occulto (quindi illecito) dell’indotto briaticese della cipolla rossa, da parte degli affiliati alla ‘ndrina di Briatico. Le imprese agricole di riferimento operanti in questo specifico settore”, di Filippo Niglia e del figlio Salvatore (quest’ultimo noto alle forze dell’ordine ma non indagato nell’inchiesta Maestrale) dall’anno 2013 ad oggi hanno avuto un ruolo di primo piano grazie alla loro appartenenza al sodalizio e alla messa in atto di condotte estorsive nei confronti di realtà imprenditoriali presenti sullo stesso territorio”. Filippo Niglia, 63 anni, di Briatico, detto Pippo, (imputato in Costa Pulita), è infatti finito in carcere con l’accusa, tra l’altro, di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni di Gregorio Mantegna della “Cooperativa Sociale Briatico Welfare” impegnata nella produzione della cipolla rossa. In particolare, Filippo Niglia avrebbe cercato di imporre all’imprenditore Mantegna (che si è opposto fermamente alle richieste) la vendita della cipolla secondo le sue indicazioni, pena il pagamento di alcune conseguenze. La cooperativa di Mantegna subiva infatti furti di cipolle per 60 quintali, ed un danno superiore agli ottomila euro, e poi in data 1 luglio 2016 si vedeva la contaminazione delle serre della Cooperativa con prodotti chimici e diserbanti non consentiti nell’anno 2018.

L’accusa di associazione mafiosa per Filippo Niglia

Pietro Accorinti

Filippo Niglia nell’ambito dell’inchiesta Maestrale-Carthago è anche accusato del reato di associazione mafiosa. In particolare,  sarebbe un partecipe della ‘ndrina di Briatico e poi del “locale” di ‘ndrangheta di Zungri. In precedenza legato ad Antonino Accorinti ed al figlio Antonio dell’omonimo clan di Briatico, Filippo Niglia avrebbe gestito gli interessi della cosca nel settore della navigazione turistica (anche schermando la presenza di Antonino Accorinti nelle attività imprenditoriali) e della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, imponendo la fornitura di frutta e verdura in varie strutture turistiche della zona di Briatico grazie alla protezione degli Accorinti. Successivamente Filippo Niglia si sarebbe avvicinato ai Bonavita di Briatico e poi alla cosca Accorinti di Zungri, anche grazie al matrimonio del figlio con la figlia di Pietro Accorinti, quest’ultimo detenuto per Rinascita Scott e fratello del boss Peppone Accorinti. Anche all’interno del “locale” di Zungri, Filippo Niglia è accusato di aver continuato a svolgere un ruolo all’interno del sodalizio, partecipando alla spartizione mafiosa dello sfruttamento delle spiagge e condizionando illecitamente il settore della coltivazione e commercializzazione della cipolla.

Filippo Niglia e la politica

Il Comune di Briatico

Filippo Niglia ha inoltre fatto parte del Consiglio comunale di Briatico sciolto nel 2003 per infiltrazioni mafiose (amministrazione guidata dal sindaco Costantino Massara). Dell’amministrazione guidata dal primo cittadino, Costantino Massara, l’imprenditore Filippo Niglia è stato anche assessore al Turismo, allo Sport ed ai Rapporti con il pubblico. Da ricordare, infine, che Filippo Niglia è pure il genero di Italo Greco di Briatico, pluripregiudicato per un triplice omicidio commesso a Capistrano negli anni ‘70, ucciso a sua volta con un fucile a canne mozze il 10 marzo del 1989 a Briatico. Filippo Niglia era quindi cognato di Nicola Greco (figlio di Italo), anche lui noto alle forze dell’ordine ed ucciso a Briatico il 7 aprile del 1996.  

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