lunedì,Maggio 6 2024

Manifesto del Comune di Petilia per killer di Lea Garofalo, polemiche e il sindaco si difende

Tante le reazioni di sdegno tra cui quella di Roberto Occhiuto e di Wanda Ferro. Il primo cittadino: «Non lo abbiamo autorizzato noi»

Manifesto del Comune di Petilia per killer di Lea Garofalo, polemiche e il sindaco si difende
Il manifesto del Comune, in basso Curcio. a lato Lea Garofalo

Il Comune di Petilia Policastro, attraverso un manifesto murale pubblicato anche sul sito internet, ha inteso esprimere la sua vicinanza al dolore dei familiari «per la perdita del loro caro congiunto» Rosario Curcio, uno dei killer della testimone di giustizia Lea Garofalo. Le condoglianze sono state espresse dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Simone Saporito in occasione dei funerali di Curcio che sono stati celebrati due giorni fa a Camellino, frazione del comune nella quale risiedeva l’uomo. Curcio, che nel 2014 era stato condannato in via definitiva all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio di Lea Garofalo, individuato come l’uomo che materialmente sciolse nell’acido il cadavere della testimone, è morto lo scorso 29 giugno al Policlinico di Milano dove era stato ricoverato in fin di vita dopo essersi impiccato nella sua cella del carcere milanese di Opera. In occasione del funerale tra i tanti manifesti di vicinanza è apparso anche quello del Comune di Petilia Policastro. «Il sindaco Simone Saporito e l’Amministrazione comunale partecipano al dolore che ha colpito la famiglia Curcio per la perdita del caro congiunto» è la frase riportata sul manifesto del Comune che nel processo per la morte di Lea Garofalo, peraltro, si è costituito parte civile. La stessa amministrazione aveva anche intrapreso una serie di iniziative per la legalità nel nome di Lea. Il sindaco Saporito, però, giustifica l’iniziativa: «Da quando è scoppiata la pandemia come Amministrazione comunale abbiamo fatto un accordo con le agenzie di pompe funebri per fare i manifesti di vicinanza per tutti i funerali che si celebrano in città. L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali. Sarebbe stata una discriminazione al contrario non farlo».

Infuria la polemica

Il segretario principale del Partito Democratico di Crotone, Leo Barberio, chiede le dimissioni del sindaco di Petilia Policastro, Simone Saporito, che, a nome dell’amministrazione comunale, ha espresso cordoglio per la morte di Rosario Curcio, uno dei killer della testimone di giustizia Lea Garofalo, «un soggetto già condannato per efferati crimini commessi in passato che hanno recato sdegno nell’intera comunità nazionale» afferma Barberio. «La provincia di Crotone – secondo il segretario del Pd – non merita amministratori che gettano discredito sull’intera Regione. A nome di tutta la comunità democratica crotonese e calabrese chiedo le immediate dimissioni del sindaco e della giunta comunale».
«Il manifesto di vicinanza al dolore della famiglia per la morte di Rosario Curcio, uno degli assassini di Lea Garofalo, fatto dall’Amministrazione comunale di Petilia Policastro, andava evitato in modo categorico e senza alcun tentennamento». Lo afferma il segretario provinciale di Fratelli d’Italia di Crotone Michele De Simone che censura l’iniziativa adottata dell’amministrazione comunale in occasione dei funerali dell’ergastolano, suicidatosi nel carcere di Opera, che sono stati celebrati nella frazione Camellino dove l’uomo risiedeva. Già il segretario provinciale del Pd Leo Barberio aveva censurato la decisione del Comune chiedendo le dimissioni del sindaco Simone Saporito. «La prassi che per ogni morto il Comune di Petilia faccia un manifesto non può essere una giustificazione. La pietas cristiana impone rispetto per ogni morto, ma in questo caso prevale il rispetto per Lea Garofalo» afferma De Simone secondo cui la «coerenza avrebbe imposto di non esprimere un cordoglio pubblico. La vicenda non può essere ridimensionata e non può ridursi a giustificazioni varie perché questo territorio e soprattutto Petilia Policastro merita altro. Tutto ciò – conclude il segretario provinciale di Fdi – deve portare ad una riflessione seria dell’intera amministrazione, che in toto deve assumersi le proprie responsabilità, che non possono essere derubricate a semplici giustificazioni del tipo “lo facciamo con tutti”. La vicenda è grave e non può essere sottaciuta in alcun modo». Sulla vicenda è intervenuto anche il capogruppo di Aione al consiglio comunale di Crotone, Salvo Riga che, ritenendo la vicenda fortemente diseducante per la società ed in particolare per i giovani, chiede l’intervento del Prefetto di Crotone, «affinché pretenda chiarimenti e se necessario i giusti provvedimenti».
«L’iniziativa del sindaco di Petilia Policastro, che ha voluto commemorare con un manifesto funebre a nome dell’amministrazione comunale la morte di uno degli assassini di Lea Garofalo, è indecente. Le istituzioni non devono dimenticare, la ‘ndrangheta va sempre isolata». Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in riferimento al manifesto di cordoglio per la morte di uno dei killer della testimone di giustizia fatto affiggere dall’amministrazione comunale del paese d’origine della donna uccisa e sciolto nell’acido e dei suoi aguzzini.

Il sindaco di Petilia si difende

«Chiediamo scusa a chi si sente urtato nelle coscienze per quello che è accaduto e ribadiamo la nostra totale estraneità ai fatti e la nostra contrarietà al crimine organizzato». È quanto dichiarato dal sindaco di Petilia Policastro, Simone Saporito, in un video pubblicato sulla pagina Facebook del Comune per chiarire la vicenda dell’affissione di un manifesto di cordoglio per la morte di Rosario Curcio, uno degli assassini di Lea Garofalo. Saporito rende noto di aver telefonato alla sorella di Lea Garofalo, Marisa «per chiedere scusa della vicenda» perché il manifesto incriminato «non è stato da noi commissionato, da noi voluto. Noi prendiamo le distanze». Nel post che accompagna il video, il sindaco parla di «sciagurata attenzione mediatica» e chiarisce che «quanto avvenuto non è stato autorizzato né dal sindaco, né dall’amministrazione comunale, né da dipendenti del Comune perché nessuno di noi, parte politica ed amministrativa del Comune, ha chiamato o contattato l’agenzia funebre per fare il manifesto. L’affissione dei manifesti è una prassi consolidata della città che avviene da diversi anni anche durante le precedenti amministrazioni. Noi ci siamo insediati dal 2021 e subito abbiamo deciso di effettuare le affissioni per tutti i funerali che si svolgono nella città di Petilia Policastro. Non è stata una cosa fatta appositamente per questo funerale – ribadisce il sindaco – ma è stato un automatismo perché l’agenzia funebre affigge in automatico anche il manifesto del comune». Nella giornata di ieri, tuttavia, il sindaco di Petilia Policastro aveva giustificato l’affissione del manifesto di cordoglio per Curcio parlando di «discriminazione al contrario se non lo avessimo fatto». Saporito, quindi, sottolinea «sia da parte dell’amministrazione comunale, che per la mia storia personale, che abbiamo fatto battaglie per la legalità. Per noi la mafia continua ad essere, è stata e sarà sempre una montagna di merda. Ci fa schifo la mafia ed il crimine organizzato in ogni sua forma». (Agi)

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