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False fatture e frodi fiscali, sequestro da 8,2 milioni e 15 misure cautelari: blitz anche a Vibo

Le indagini portate avanti dalla Procura di Catania hanno riguardato anche la Calabria, Campania, Lazio, Lombardia e Piemonte. Sigilli a 28 società

False fatture e frodi fiscali, sequestro da 8,2 milioni e 15 misure cautelari: blitz anche a Vibo

Militari della guardia di finanza stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania con 29 indagati su un presunto sistema di somministrazione fraudolenta di manodopera e di frode fiscale tramite l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

I provvedimenti cautelari prevedono il carcere per due degli indagati, gli arresti domiciliari per altri quattro e una misura interdittiva per i restanti nove. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, associazione per delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti (Foi), dichiarazione dei redditi infedele e fraudolenta e indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. Il provvedimento cautelare del gip di Catania, emesso su richiesta della Procura, dispone anche il sequestro di 28 società e di beni e disponibilità finanziarie per oltre 8,2 milioni di euro.

Per l’esecuzione dell’ordinanza sono impegnati 120 militari della guardia di finanza del comando di Catania che lo stanno eseguendo nelle province del capoluogo etneo, di Caltanissetta, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Cosenza, Vibo Valentia, Napoli, Roma, Viterbo e Varese, con il supporto dei locali omologhi comandi provinciali e del primo gruppo etneo.

Il ruolo del commercialista Paladino

Sarebbe stato a Catania, nello studio del commercialista Antonio Paladino, 61 anni, originario di Monza, e del suo collaborate Gaetano Sanfilippo, 47enne di Gela (Caltanissetta), il centro delle decisioni delle frodi fiscali con false fatture al centro dell’operazione ‘Dentro o fuori’ della guardia di finanza che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per 15 indagati. È quanto ricostruisce la Procura etnea che contesta ai due, destinatari di provvedimento cautelare in carcere, di essere promotori e organizzatori del sodalizio criminale nonostante non abbiano ricoperto alcun ruolo formale nei consorzi e nelle consorziate e nonostante il fatto che le tali società avessero sede legale in diverse province italiane (Milano, Firenze, Roma, Messina e Catania), talvolta in civici inesistenti o locali vuoti o in disuso. Paladino e Sanfilippo erano già stati destinatari di un’analoga misura nel 2020 nell’ambito di indagini per frode fiscale condotte sempre dalle Fiamme Gialle etnee, su delega della Procura di Catania, con l’operazione Fake credits.

Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Sergio Itano, di 55 anni, di Cosenza, Giuseppe Paparatto, di 55 anni di Ricadi (Vibo Valentia), Mariangela Granvillano, di 42 anni, di Nicosia (Enna) e Simonetta Massimi, di 56 anni, di Roma. Nove persone sono destinatarie del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche per un anno: sono tre uomini e sei donne, tutti siciliani.

Il gip di Catania ha disposto anche il sequestro di 28 società che, secondo l’accusa, sarebbero utilizzate per realizzare il sistema di frode, nonché di disponibilità finanziarie, di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro. Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti la guardia di finanza ha eseguito delle perquisizioni di locali e informatica, disposta dalla Procura di Catania, nei confronti dei rappresentanti legali delle aziende “clienti” che avrebbero usufruito maggiormente della somministrazione illecita di manodopera. Le 28 società interessate dal provvedimento hanno sedi a Catania, Firenze, Roma, Pomezia (Roma), Milazzo (Messina), Milano e a Guidonia Montecelio (Roma).

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