domenica,Maggio 18 2025

Caso Talarico, Nesci prova a far votare il Consiglio sulla presunta incompatibilità ma il sindaco chiude i giochi: «È e resta assessore»

Alta tensione oggi durante una seduta fiume che ha sfiorato le 6 ore. Noi Moderati, Fi e Cuore Vibonese hanno presentato un ordine del giorno urgente. La maggioranza li ha prima illusi ammettendo la trattazione fuori busta e poi al momento del voto ha fatto venire meno il numero legale

Caso Talarico, Nesci prova a far votare il Consiglio sulla presunta incompatibilità ma il sindaco chiude i giochi: «È e resta assessore»

– «Marco, io non ho niente di personale contro di te».
– «Io sì, ci vedremo nelle sedi opportune».

Basta questo veloce e infuocato scambio di battute tra la consigliera d’opposizione Maria Rosaria Nesci (Noi Moderati) e l’assessore agli Affari generali Marco Talarico, avvenuto all’esterno dell’aula consiliare, a descrivere il clima che si è respirato oggi durante una interminabile seduta del Consiglio comunale che ha sfiorato le 6 ore di durata. Così tanta la carne al fuoco che più volte ha rischiato di bruciarsi, con battibecchi polemici e accuse incrociate tra maggioranza e opposizione, sino al sigillo finale posto dal lapidario intervento conclusivo del sindaco Enzo Romeo.

I punti all’ordine del giorno non erano molti. Il più importante riguardava la discussione e l’approvazione del rendiconto di gestione per l’esercizio 2024, che ha certificato il dimezzamento del disavanzo nell’ultimo triennio, che è passato da 52 a 26 milioni di euro. Nelle previsioni, dunque, tutto si sarebbe dovuto risolvere nella solita rivendicazione reciproca dei meriti, con la maggioranza a ostentare il frutto delle sorti magnifiche e progressive della nuova Vibo e l’ex maggioranza, oggi all’opposizione, a rimarcare che invece è tutto merito dell’allora sindaco Maria Limardo, la stessa che però non hanno candidato, benché continuino a raccontare la favoletta che sia stata lei a rinunciare. Una noia mortale, insomma, tanto più che la questione era stata già ampiamente sviscerata sui giornali nel corso degli ultimi giorni.

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Battaglia in Consiglio

Ad agitare le acque ci ha pensato Maria Rosaria Nesci, che ha chiesto l’inserimento di un ordine del giorno urgente per una “proposta di deliberazione del Consiglio comunale per la contestazione della causa di incompatibilità a un assessore comunale”, alias Marco Talarico. L’avvocato vibonese che detiene anche le deleghe al Personale e (ironia della sorte) al Contenzioso, era già entrato nel mirino di Nesci il 5 aprile scorso, quando durante un question time chiese di sapere se gravasse su di lui, a norma di legge, conflitto d’interesse per un debito di alcune decine di migliaia di euro nei confronti del Comune. Anche in quel caso la questione era già di dominio pubblico da giorni sui giornali, ma Nesci fu la prima a investire ufficialmente il Consiglio sganciando una bomba politica che ha ulteriormente messo in difficoltà la maggioranza, già agitata dalla contestata nomina del capo di gabinetto del sindaco e dall’incursione di Nico Console (ex capogruppo di Fi e oggi nel Misto) che ha ispirato la nascita di un nuovo gruppo consiliare, Democratici e Riformisti per Vibo, che ha disarticolato quello che si rifaceva alla lista elettorale del sindaco, Progetto Vibo.

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Oggi Nesci ha cercato di innescare la mina che aveva piazzato in Consiglio la volta scorsa, salvo poi dover fare i conti con un sindaco-artificiere e una maggioranza che al momento del voto ha preferito abbondonare l’aula facendo venire meno il numero legale e vanificando l’ultimo punto all’ordine del giorno, quello di Nesci, che era sostenuto anche da Cuore Vibonese e Forza Italia.

Colelli: «Amministrazione trasparente»

Le premesse comunque sembravano diverse, perché la maggioranza ha deciso di votare a favore dell’urgenza della trattazione (se non l’avesse fatto non sarebbe stato possibile affrontare la questione), «per dimostrare – ha detto il capogruppo del Pd, Francesco Colelli – la trasparenza di questa amministrazione». Come dire, ok, parliamone pure, perché non abbiamo nulla da temere e siamo sicuri delle nostre ragioni.

Nesci: «Rateizzare il debito non basta»

Dunque, Nesci ha cominciato a snocciolare un’infinita sequela di precedenti: pareri ministeriali, orientamenti giurisprudenziali e sentenze fino alla Corte costituzionale che dicono tutti la stessa cosa: se hai debiti con il Comune sei incompatibile con la carica di consigliere (Talarico è stato eletto e poi surrogato quando fu nominato assessore), anche se hai rateizzato quanto dovuto. «All’atto della nomina, il 15 luglio – ha spiegato l’esponente di Noi Moderati – a carico di Talarico risultavano diverse cartelle esattoriali per oltre 57mila euro tra Imu, Tari e acqua non pagata. Gli uffici, come ho potuto verificare con una richiesta di accesso agli atti, hanno regolarmente comunicato al sindaco questa situazione, ma Talarico è stato comunque nominato assessore. E poco importa che abbia raggiunto un accordo per dilazionare il debito, perché questo non basta a eliminare il conflitto d’interessi». Da qui la richiesta al Consiglio di contestare formalmente all’assessore, con un voto esplicito, la sua incompatibilità, dandogli la possibilità di sanare la posizione debitoria con un versamento a saldo.

Talarico sibillino

Dal canto suo, Talarico, al quale l’Assemblea ha concesso la possibilità di replicare anche se non prevista esplicitamente dal regolamento, si è difeso, innanzitutto sottolineando come questa questione sia saltata fuori «stranamente dopo 9 mesi dall’inizio della Consiliatura». «Il mio piano di rateizzazione viene puntualmente e regolarmente eseguito – ha continuato -. Attendo fiducioso la risposta del ministero al quesito che hanno formulato gli uffici per derimere la questione. A quel punto, qualora ce ne fosse la necessità, potrei decidere di rimuovere le cause dell’eventuale incompatibilità (dunque estinguendo il debito in un unico pagamento, ndr). Ma fino ad allora è solo al sindaco che rispondo, perché svolgo il mio mandato su sua delega». Poi, sibillino, ha aggiunto: «Farò valere le mie ragioni in tutte le sedi opportune. Non mi faccio tirare la giacchetta da qualcuno affinché abbandoni la difesa dei miei assistiti», ha detto alludendo alla sua professione di avvocato. Parole che non ha voluto spiegare oltre, neanche davanti alle insistenti sollecitazioni di Nesci.

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La discussione si è poi avvitata su contenuti tecnici e, in particolare, sulla possibilità che il Consiglio comunale votasse una “delibera” così anomala come la contestazione di un motivo di incompatibilità a un assessore in carica. Aspetto sul quale è stato chiamato a pronunciarsi il segretario generale Domenico Libero Scuglia, che ha ipotecato il dibattito definendo «irricevibile» la proposta di deliberazione, perché non aveva seguito il normale iter di controllo prima di approdare in aula.

Romeo: «Basta con questa storia, Talarico resta assessore»

Ma a far scendere i titoli di coda è stato il sindaco Romeo: «Per quanto mi riguarda il caso Talarico non esiste, perché l’ho nominato sulla base di quello che gli uffici mi hanno comunicato, e non hanno mai evidenziato una causa di incompatibilità (circostanza, questa, contestata duramente da Nesci che afferma invece il contrario, ndr). Quindi Talarico è e resta assessore comunale. Se il ministero dovesse esprimere parere contrario sarà lo stesso avvocato Talarico, nel quale ripongo massima fiducia e stima, a fare un passo indietro o risolvendo il problema in un altro modo (cioè estinguendo il debito, ndr). Apprezzo l’attivismo di Nesci, ma farebbe bene a cominciare a parlare anche d’altro perché questa storia ha stancato».
Infine, la maggioranza si è allontanata dall’aula e alla chiama per il voto è stato chiaro che la discussione sarebbe finita in un nulla di fatto per mancanza del numero legale. Ma Nesci promette: «Non finisce qui, riproporrò l’ordine del giorno al prossimo Consiglio», con buona pace di chi le dice di darsi una calmata.

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