Pescatore di Briatico morto in mare nel Cosentino, l’autopsia rivela i segni di una corda che avrebbe stretto il collo di Francesco Vatano
Il decesso sarebbe riconducibile a una ostruzione meccanica causa del soffocamento. Prende piede l’ipotesi di un incidente sul lavoro ma resta in piedi il procedimento contro ignoti per omicidio

di Matteo Lauria
È durata circa quattro ore l’autopsia eseguita sul corpo di Francesco Vatano, il pescatore originario del Vibonese trovato morto nei giorni scorsi al largo di Amendolara. L’esame, effettuato dal professor Biagio Solarino dell’Istituto di medicina legale di Bari, con l’aiuto dei suoi assistenti, ha confermato un evidente segno al collo. Secondo quanto trapelato da ambienti investigativi, la causa del decesso sarebbe riconducibile a una ostruzione meccanica da soffocamento. Elemento che rafforza una ricostruzione ancora al vaglio degli inquirenti: un pezzo di corda tranciato sarebbe finito attorno al collo del marittimo, probabilmente spezzato dall’elica del peschereccio durante le operazioni di pesca.
Ipotesi incidente sul lavoro
La corda, secondo quanto ipotizzato, era collegata alla rete da pesca. Per questo motivo prende corpo l’ipotesi di un incidente sul lavoro, ma non vengono escluse altre possibilità. Intanto la Procura di Castrovillari ha avviato un procedimento contro ignoti per omicidio. È stato sequestrato il peschereccio ormeggiato a Corigliano, insieme a documenti, oggetti personali, certificazioni e materiali di bordo riconducibili all’equipaggio. Il sequestro, come si legge nel decreto, è ritenuto necessario per gli accertamenti tecnici e per ricostruire in modo dettagliato quanto accaduto a bordo dell’imbarcazione. L’indagine resta aperta, e si attendono gli esiti di ulteriori accertamenti medico-legali e peritali.