Delocalizzazione dei depositi a Vibo Marina, Grimaldi (Dr) plaude alle parole di Romeo ma Cisl chiede più confronto: «Non accetteremo decisioni dall’alto»
La consigliera comunale ribadisce l’orientamento espresso dal Consiglio che promuove una riconversione del porto in turistico-commerciale. Più critico il sindacato: «Venga istituito il tavolo tecnico già annunciato, i livelli occupazionali non devono essere compromessi»

Si accende il dibattito sul futuro dell’area portuale di Vibo Marina, al centro della recente attenzione per il progetto di delocalizzazione dei depositi costieri della Meridionale Petroli, dopo l’incontro con la stampa del sindaco Enzo Romeo che ieri ha rimarcato l’obiettivo del Comune nonostante l’azienda abbia chiesto il rinnovo della concessione per altri 20 anni.
Dunque non sono tardate ad arrivare le prime reazioni in merito tra cui quella del capogruppo della compagine consiliare Democratici e Riformisti, Alessandra Grimaldi, che ha espresso un giudizio positivo in merito: «Registriamo con soddisfazione le prime dichiarazioni del sindaco sulle novità relative alla delocalizzazione dei depositi nell’area portuale di Vibo Marina».
La consigliera ha ribadito la linea già espressa dal Consiglio comunale, sottolineando che «la più grande infrastruttura portuale del basso Tirreno dovrebbe lasciare la destinazione industriale per avviare una riconversione turistico – commerciale. Come da tempo chiarito e in più occasioni ribadito dal nostro consigliere Console in diversi incontri pubblici, la programmazione dello sviluppo territoriale della frazione marina non può essere condizionata dalla presenza di aree industriali a forte rischio per l’ambiente e per le persone».
Grimaldi ha inoltre segnalato che lo spostamento dei depositi avrà riflessi positivi anche sulle entrate comunali, «favorendo il processo di declassificazione del porto e consentendo la partecipazione del Comune ai proventi derivanti dalle concessioni». Un miglioramento economico considerato essenziale per garantire una maggiore autonomia finanziaria dell’Ente.
Sul piano istituzionale, la consigliera ha espresso un invito alla Regione Calabria, ritenuta «grande assente» nella gestione della vicenda, e al Ministero competente a intervenire con responsabilità, poiché «la volontà delle articolazioni periferiche dello Stato non può essere ignorata». Per Grimaldi, dunque, la riconversione rappresenta una concreta opportunità di sviluppo per il territorio, con possibili benefici sull’occupazione nel settore turistico attraverso una programmazione seria e condivisa.
Dal fronte sindacale, Cisl Magna Grecia e Fit Cisl Calabria hanno denunciato, attraverso le parole dei loro segretari generali Daniele Gualtieri e Vincenzo Pagnotta, l’esclusione dal confronto: «Abbiamo appreso solo da una conferenza stampa del sindaco Enzo Romeo di un incontro con il segretario generale dell’Autorità Portuale sul futuro dello stabilimento Meridionale Petroli di Vibo Marina».
«Troviamo grave – proseguono – che un tema di tale portata, che investe direttamente la tenuta occupazionale e industriale del territorio, venga discusso senza il minimo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali».
Pur riconoscendo la necessità di un percorso di delocalizzazione, i rappresentanti sindacali chiedono garanzie: «Chiediamo con fermezza che vengano fornite certezze rispetto alle ricadute occupazionali, dirette e indirette, e alla tutela del lavoro esistente».
La richiesta è quella di un percorso chiaro e partecipato: «Chiediamo che il tavolo tecnico annunciato diventi subito concreto e operativo, e che ogni scelta venga gestita alla luce del sole, con trasparenza e responsabilità istituzionale».
«Non accetteremo decisioni calate dall’alto», precisano Gualtieri e Pagnotta. «Ogni trasformazione dell’area portuale deve passare attraverso un confronto aperto e partecipato, che tenga conto delle conseguenze su lavoratori, famiglie e sull’intera comunità locale, garantendo sicurezza, occupazione e sviluppo sostenibile».