mercoledì,Aprile 24 2024

Intimidazioni al maggiore dei carabinieri, indagato Leone Soriano

Chiuse le indagini sulla cartolina inviata dal 54enne di Filandari al comando dell’Arma di Vibo. Contestati i reati di minaccia e calunnia aggravati dalle finalità mafiose

Intimidazioni al maggiore dei carabinieri, indagato Leone Soriano
Leone Soriano

Minaccia aggravata dalle modalità mafiose e calunnia aggravata dalle finalità mafiose. Questi i reati per i quali la Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di Leone Soriano, 54 anni, ritenuto al vertice dell’omonimo clan di Pizzinni di Filandari. Soriano è accusato di aver spedito una cartolina all’indirizzo del maggiore dei carabinieri, Valerio Palmieri, alla guida del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia, recante espressioni minatorie del seguente tenore: “Per falsità e tutte le porcate che avete fatto, siete peggio dei vostri colleghi che hanno ucciso Stefano Cucchi. Volete impartire la legalità, ma vergognatevi”. Il maggiore dei carabinieri Palmieri doveva essere sentito come teste dell’accusa nel processo in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nato dall’operazione “Nemea” contro il clan Soriano, in relazione alle indagini svolte. La contestazione a carico di Leone Soriano copre un arco temporale ricompreso fra il 30 luglio ed il 17 agosto dello scorso anno.

Mediante l’invio della cartolina, recapitata il 17 agosto 2019 al Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia ed indirizzata al maggiore Palmieri, Leone Soriano – all’epoca detenuto nel carcere di Torino – ha quindi accusato l’ufficiale di polizia giudiziaria di aver attestato delle “falsità” e delle “porcate”, incolpandolo così di aver commesso dei reati, pur sapendolo innocente. Da qui l’ulteriore accusa nei confronti di Leone Soriano di calunnia aggravata dalle finalità mafiose. Le due condotte intimidatorie nei confronti del principale investigatore dell’inchiesta “Nemea” sono aggravate anche dalla recidiva specifica, reiterata ed infraquinquennale. Leone Soriano è difeso dall’avvocato Diego Brancia. L’indagato avrà ora venti giorni di tempo per chiedere al pm di essere interrogato o presentare eventuali memorie difensive. Non è la prima volta che Leone Soriano rivolge minacce al maggiore dei carabinieri Valerio Palmieri. Alcune sono già contestate proprio nell’inchiesta “Nemea” che vedono Leone Soriano sotto processo dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia. Lo stesso Leone Soriano si trova poi sotto processo in Appello a Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta nata dall’operazione antimafia “Ragno” e poi indagato e detenuto, da ultimo, anche per l’operazione antimafia “Rinascita-Scott”. Ha già invece rimediato condanne definitive nell’ambito delle operazioni “Rotarico” e “Miranda”.
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