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Filadelfia, l’opposizione: «Rondinelli ineleggibile? Vicenda orchestrata dai burattinai della maggioranza»

La minoranza contro la decisione di dichiarare ineleggibile il consigliere comunale per le mancate dimissioni da presidente dell’istituzione Castelmonardo: «Anche il sindaco è componente del comitato di gestione della Biblioteca. Usati due pesi e due misure»

Filadelfia, l’opposizione: «Rondinelli ineleggibile? Vicenda  orchestrata dai burattinai della maggioranza»
Il Comune di Filadelfia

In merito alla ineleggibilità del consigliere comunale di Filadelfia, Vito Rondinelli è intervenuto tramite nota il Gruppo consiliare AttivaMente per Filadelfia. La decisione era stata presa dal Consiglio comunale e più in particolare dal gruppo consiliare di “Coraggio Filadelfia”. Contro la decisione, il professore Vito Rondinelli ha annunciato ricorso. L’ineleggibilità è legata alle mancate dimissioni di Rondinelli – prima della candidatura a consigliere – dalla carica di presidente di Castelmonardo, istituzione comunale.

Il caso Rondinelli

«In merito alla seduta del Consiglio comunale del 15 novembre 2021, con all’ordine del giorno “Contestazione causa di ineleggibilità consigliere comunale Vito Rondinelli ai sensi dell’art. 69 del D. Lgs n. 267/2000 – Presa atto ed esame osservazioni – Determinazioni, si evidenzia come l’espressione di voto della maggioranza sia stata viziata da un evidente pregiudizio. Prova ne è il fatto che – si fa rilevare- la discussione non si è soffermata nel merito della presunta ineleggibilità avanzata dai due consiglieri di maggioranza, Maurizio De Nisi e Veronica Gugliotta, sulla base di un parere estrapolato da una breve ricerca su internet, ai sensi dell’art., 60 comma 1 n. 11 del Tuoel, ma ha divagato su aspetti marginali, forse perché le controdeduzioni della minoranza avevano smontato la debole e pretestuosa impalcatura accusatoria. Pertanto, è venuta a mancare una valutazione imparziale e serena».

Vito Rondinelli

La carica di presidente della Castelmonardo

«L’unica documentazione – scrive la minoranza nel comunicato a firma di Antonio Carchedi, Antonio Ranieli, Patrizia Diaco e Vito Rondinelli– consisteva in un semplice parere prefettizio del comune di Lecce, riconducibile quindi a un altro contesto, per cui gli istituti o consorzi presi a supporto avevano una natura diversa rispetto all’Istituzione Castelmonardo, associazione priva di rilevanza imprenditoriale. Si rileva, del resto, che lo Statuto comunale del Comune di Lecce prevede espressamente (art. 72) che al sindaco, agli assessori, ai consiglieri comunali e ai presidenti dei Consigli circoscrizionali è vietato ricoprire incarichi e svolgere consulenze presso Enti ed Istituzioni dipendenti o comunque sottoposti al controllo e alla vigilanza del Comune. Ora, è da osservare che non si vede come il presidente dell’Istituzione Castelmonardo possa influenzare personale dipendente dal Comune, del quale non è dotato, mentre ciò potrebbe invece contemplarsi per l’Istituzione Biblioteca, al cui interno coesistono rappresentanti del Consiglio comunale (eletti), dipendenti e membri di diritto. La stretta dipendenza tra il Comune di Lecce e i suoi istituti è invece rilevabile dal rapporto di subordinazione stabilito per le figure preposte alla gestione di questi ultimi. Basti citare il fatto che il presidente di un società di gestione percepisce € 34.718,00. Due situazioni che sono, dunque, agli antipodi: l’una improntata al puro volontariato (Castelmonardo), l’altra basata sulla stretta dipendenza sancita dalla retribuzione. Dopo aver dimostrato ampiamente l’incoerenza di tale documentazione – ribadiscono i consiglieri d’opposizione – abbiamo invitato il sindaco e il vicesindaco a rimanere entro i limiti della questione di merito. Tuttavia, l’appello è stato ignorato, e la loro esposizione è proseguita, con pervicace arroganza, su una linea precostituita, tanto è vero che il sindaco, nel corso delle sue argomentazioni, dichiarava che la questione ineleggibilità era un accidente calato da una fonte indefinibile. Del resto, il sospetto di scarsa autonomia di giudizio e di inadeguata consapevolezza sull’argomento, era scolpito nell’espressione di tutti gli altri consiglieri di maggioranza: muti, attoniti e stupiti».

Anna Bartucca

Il sindaco Bartucca e la Biblioteca

«Il sindaco – continua AttivaMente – forse non aveva avuto il tempo di fare una ricognizione sulla presunta ineleggibilità di tutti i consiglieri, perché conveniva colpire un rappresentante della minoranza. Ma l’ipocrisia veniva messa a nudo allorquando è stato rilevato che l’attuale sindaco, Anna Bartucca, era componente del comitato di gestione della Biblioteca e che, per sua stessa ammissione, fino ad oggi non ha rassegnato le dimissioni. L’imbarazzata risposta del primo cittadino, “non era necessario che mi dimettessi”, presupponeva quindi che per lei vigesse uno statuto giuridico privilegiato, due pesi e due misure, insomma. In soccorso del sindaco, il vicesindaco Maurizio De Nisi dichiarava che comunque l’interessata, non avendo svolto attività culturali per sei mesi, era sollevata da vincoli giuridici, come se l’inazione fosse un presupposto per dichiararsi al di sopra della legge, quindi, un titolo di merito, e non di demerito. Ma, al di là delle motivazioni risibili, è proprio l’organigramma dell’Istituzione Biblioteca che è più strettamente dipendente rispetto all’Istituzione Castelmonardo».

La presunta ineleggibilità del sindaco

«Infatti- scrive la minoranza- è evidente la piena ingerenza dell’amministrazione comunale nella gestione dell’istituzione della biblioteca, e sono evidenti (art. 3 del regolamento per il funzionamento della biblioteca comunale), all’interno del comitato tecnico di gestione (art. 4 del regolamento per il funzionamento della biblioteca comunale), i loro poteri di organizzazione e coordinamento del personale e i loro poteri di rappresentanza. In ogni caso, per offrire un’ ulteriore garanzia sull’eleggibilità di tutti i consiglieri, il gruppo AttivaMente per Filadelfia, a conclusione dei lavori, ha sollecitato la verifica su una presunta ineleggibilità del sindaco, Anna Bartucca, e, contestualmente, di tutti i consiglieri. Il nostro fermo convincimento è che l’intera vicenda, orchestrata dai burattinai della maggioranza, non ha lo scopo di colpire la persona (come ripetutamente dichiarato dal sindaco), ma, di questo siamo convinti, il segretario del Pd Vito Rondinelli, il rappresentante dell’unico partito radicato sul territorio, che è garanzia di dibattito politico e dialettica in una società plurale, impegnata e libera».

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