Elezioni e candidature: forti malumori nella Lega a Vibo, Catanzaro, Lamezia
L'area centrale del partito di Salvini in Calabria in subbuglio e pronta a non allinearsi a scelte che premiano il Reggino ed il Cosentino
Il gioco a incastri delle candidature si sta chiudendo. In queste ore i partiti di centrodestra dovrebbero completare il puzzle dentro lo schema di massima stabilito nei giorni scorsi. Sul fronte della Lega stanno cominciando a delinearsi le scelte. Rumours sempre più insistenti convergono sull’eventualità che il commissario regionale di Rosarno Giacomo Saccomanno sia al vertice del listino blindato alla Camera, mentre Simona Loizzo, consigliere regionale del Cosentino, guidi quello del Senato. Invece nei due collegi uninominali ‘assegnati’ da accordo nazionale, il Carroccio dovrebbe schierare il deputato lametino Domenico Furgiuele e l’assessore regionale di Reggio Calabria Tilde Minasi. Un quadro che però agita e non poco le acque nel partito. A fronte di questa prospettiva più di uno ha fatto notare la forte sperequazione a danno dell’area centrale della Calabria rispetto a cui – al netto del responsabile della campagna elettorale, Furgiuele appunto – non ci sarebbe stata alcuna considerazione. [Continua in basso]
“Altro che ascolto dei territori”, fanno notare alcuni ambienti del partito di Salvini, criterio che peraltro era stato indicato dai leader nazionali per la selezione delle candidature. In questa prospettiva dalla rappresentanza in Parlamento sarebbero tagliate fuori le aree di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Tutto questo nonostante le più recenti elezioni (dalle Regionali alle Amministrative) abbiano dimostrato che i voti in Calabria la Lega li abbia raccolti proprio nell’area centrale e abbia sofferto, non poco, nel Reggino e nel Cosentino. Un ragionamento che fanno pezzi da novanta nella Lega calabrese. Senza dimenticare altre scelte ‘censurate’, come quella di puntare su segretari provinciali (vedi il Vibonese) con una potenza elettorale nettamente inferiore ad altri colleghi locali che invece l’hanno misurata con il suffragio popolare. Insomma, a poche ore dall’ufficializzazione delle scelte e poi dalla successiva presentazione delle liste (fra domenica e lunedì) nella Lega crescono i malumori che potrebbero anche trasformarsi in un’emorragia. Non è detto che tutto ciò si ricomponga. In campagna elettorale la Lega potrebbe trovarsi senza (o addirittura appannaggio di altri) quel traino che finora ha dimostrato di avere l’area centrale della Calabria. Non proprio una passeggiata.