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Ali di Vibonesità a Battistini: «Sanità sempre più in difficoltà»

La lettera dell’associazione illustra le criticità del sistema sanitario locale: «Finora nulla è stato fatto dal management vibonese per dare risposte alle istanze dei cittadini in termini di bisogno sanitario, sociosanitario e di continuità assistenziale»

Ali di Vibonesità a Battistini: «Sanità sempre più in difficoltà»
Asp Vibo, il generale Battistini
La sede dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia

Con una lettera aperta indirizzata al generale dell’Esercito, Antonio Battistini, commissario straordinario dell’Asp, l’associazione “Ali di Vibonesità” illustra le carenze della sanità locale. Ne riportiamo il contributo integrale. «Signor commissario straordinario,
la sanità vibonese è sempre più frammentata, in grande difficoltà e lontana dai bisogni reali del cittadino e del territorio, vuota, incapace di governance e di rappresentanza ai diversi livelli di responsabilità, ripiegata su sé stessa e volta a effettuare valutazioni di performance fittizie e a sbrigare pratiche di piccoli politicanti di turno e quel che è peggio  completamente assente dal “processo” di realizzazione dell’integrazione territoriale, più volte auspicata, quale grimaldello della riforma sanitaria. I  recenti accadimenti giudiziari e la verifica interministeriale  periodica di marzo 2023 del “piano di rientro” confermano un’ inquietante verità: a fronte di una grande quantità di risorse disponibili in Regione (nel 2021 un avanzo di 68,205 mln di euro; 2022 : 111,072 mln di euro.; Residuo in Gestione sanitaria accentrata (GSA), al 31/12/2021, 361,411 mln di euro.) nulla è stato fatto dal management vibonese per  dare risposta alle istanze  dei cittadini in termini di bisogno sanitario, sociosanitario e di continuità assistenziale. A distanza di molti anni dagli evidenti fallimenti del commissariamento, si nutriva la speranza che con l’elezione del presidente Roberto Occhiuto ci sarebbe stata la possibilità di affrontare le questioni cruciali che vedono la stagnazione della sanità vibonese, in realtà, dopo mesi di speranza, non si è registrato alcun cambio di passo. Considerato che la gravità della situazione sia stata chiaramente amplificata dall’emergenza sanitaria in atto, a nostro parere, le gravissime carenze del sistema sanitario non sono certamente insorte con la pandemia da Covid-19 in quanto esse trovano origini ben più profonde e lontane nel tempo. Esprimiamo, pertanto, profonda preoccupazione e riteniamo che non possa trattarsi solo d’incapacità nella gestione bensì della necessità di un atto di perequazione rispetto alle altre province. Vorremmo, infatti, ricordare che in 10 anni di piano di rientro sul territorio vibonese sono mancati mediamente 40 milioni di servizi sanitari e socio-sanitari e questo conferma che è ancora persistente una profonda inequità distributiva del FSR: la quota procapite del cittadino vibonese è mediamente di 1237 euri contro i 1620 delle altre province;

Se ne deduce che occorre, inderogabilmente, un potenziamento in termini economici al piano triennale, senza il quale sarà difficile, se non impossibile, porre rimedio alle infinite liste d’attesa, alla riduzione dei servizi, alla medicina territoriale di base, rendendo impossibile ricostruire una adeguata sanità nel vibonese. E’ fuor di dubbio che negli anni passati il management scelto dalla classe politica, ha  operato effettuando tagli lineari ai servizi per garantire l’equilibrio economico mettendo in discussione  tutto il comparto  sanitario e soprattutto quei pochi settori che hanno dimostrato di funzionare e di raggiungere gli obiettivi di salute per i cittadini. In questa direzione chi ha pagato il prezzo maggiore sono stati i servizi territoriali, nonostante la loro spesa sia irrilevante sull’intero bilancio sanitario regionale, infatti, corrisponde al 10%.  Conseguentemente ad essere fortemente penalizzati sono stati anche i cittadini più fragili e deboli, malati psichiatrici, anziani nelle Rsa, persone con disabilità, tossicodipendenti, che hanno visto ulteriormente crescere il divario di cittadinanza con il mondo dei cosiddetti inclusi”. il DCA 65/2020 che prevedeva la creazione delle Unità di cure complesse primarie e delle Aggregazioni FunzionaliTerritoriali con riforma della continuità assistenziale è stato puntualmente disatteso, creando situazioni di rischio sanitario come è successo nell’aggregato Nicotera, Limbadi, San Calogero, Rombiolo e Ioppolo.

L’ospedale “Jazzolino”

 Il presidio ospedaliero di Vibo valentia, spoke nella rete hub dell’area centro, è fanalino di coda nella valutazione della performance da parte dell’Agenas. Siamo in presenza di un Atto Aziendale ancora in gestazione, che ha impedito la democratica partecipazione della comunità mediante la consulta degli utenti prevista dalla 502/92.  Siamo in presenza di un sistema sanitario fortemente minato dalla mancanza di un accreditamento istituzionale. Sanibook e la nomina dei verificatori è ancora una volta un tentativo estemporaneo di sostituzione del sistema qualità ed analisi della qualità percepitache deve essere in capo alle aziende sanitarie accreditate da ente terzo e non alla Regione che ha funzione programmatoria.  La recente inchiesta ha sicuramente sparigliato il tavolo. La nomina del Nuovo Commissario è il tentativo di   ricostituzione delle regole democratiche e del buon funzionamento; Gli interessi particolari e le clientele dei politicanti lasciano il posto a scelte di politica sanitaria forti. E’ chiaro tuttavia che il nuovo management per rivendicare l’autorevolezza del proprio ruolo, dovrà dimostrare di essere finalmente capace di attuare una riflessione – con le parti sociali e tutti i portatori di interesse –  adeguata, che porti con sé una visione di futuro che sia capace di rispondere realmente ai bisogni dei cittadini, a partire dai più poveri e fragili. L’auspicio è che si dia seguito alla richiesta di confronto sulle questioni fondamentali avanzata dalla organizzazione sociali e ponga in essere, con immediatezza, tutti i provvedimenti necessari a salvare la sanità vibonese scongiurando l’atavica iniquità».

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