lunedì,Aprile 29 2024

La manifestazione del comitato San Bruno alla Cittadella in difesa dell’ospedale

Il sit in vedrà la partecipazione di diverse associazioni pronte a battersi contro lo smantellamento del presidio sanitario

La manifestazione del comitato San Bruno alla Cittadella in difesa dell’ospedale
L'ospedale di Serra San Bruno
La Cittadella regionale

Il 30 novembre alla Cittadella regionale di Catanzaro si svolgerà una manifestazione organizzata dal comitato San Bruno in difesa dell’ospedale cittadino e a sostegno del ricorso presentato dallo stesso al Tar per chiedere la modifica del Dca relativo al riordino del “Piano per la rete ospedaliera della Regione”. Inoltre, il comitato San Bruno ha deciso di organizzare un dibattito pubblico sul tema, in particolare sulle condizioni in cui versa il nosocomio San Bruno, che si terrà venerdì 24 novembre, a partire dalle ore 17, nella sala Chimirri a Serra San Bruno che vedrà la partecipazione di sindaci, associazioni, comitati, gruppi, movimenti. Tra le associazioni che prenderanno parte alla manifestazione del 30 novembre, anche “Incrociamenti” che ha comunicato l’adesione attraverso il presidente Dominelli: «Il nosocomio San Bruno viene praticamente declassato, ancorché ubicato in zona disagiata e di montagna, a Casa della salute. Si passa così da ospedale del futuro, di scopellitiana memoria, a una non ben meglio definita struttura territoriale di cui peraltro non sono chiari i contenuti, dunque dalla prospettiva incerta – per usare un eufemismo – nonostante gli sforzi della retorica politica che rende compatibili le due strutture – ospedale e Casa della salute – e la cui osmosi non convince nessuno, men che meno il Comitato San Bruno che infatti torna alla Cittadella per protestare e per la difesa del diritto alla Salute». Dominelli si pone quindi accanto «al comitato, con una propria presenza per la protesta del 30 novembre, con un appello a tutte le altre associazioni per una fattiva condivisione, perché consapevoli che lo smantellamento di quello che rimane della sanità pubblica in questo comprensorio e la chiusura dell’unico presidio sanitario ancora in vita che è l’ospedale San Bruno possa dare il colpo di grazia a un territorio che da sempre soffre la mancanza di servizi e di infrastrutture (basti solo pensare che per un breve tratto di superstrada ci son voluti ben 50 anni di lotte e di proteste) di cui sono evidenti i segni del degrado e della povertà e che spinge i giovani e giovanissimi a scappare, con un triste primato, quello cioè di essere diventata la zona interna più spopolata dell’intera Calabria. Avvertiamo con preoccupazione che la politica e le istituzioni, a iniziare dalla Regione Calabria quale ente programmatorio, latitano, improvvisano, danno i numeri, trascurando che per riequilibrare i territori, per tamponare il crescente spopolamento, non serve essere bravi ragionieri per far quadrare i conti ma vanno fatte scelte chiare e coerenti in funzione di uno sviluppo nel quale anche le zone più disagiate abbiano le stesse opportunità rispetto al resto della Calabria».

L'ospedale di Serra San Bruno
L’ospedale di Serra San Bruno

Dominelli propone «iniziative mirate ed efficaci, utili per affermare il diritto ad un’esistenza dignitosa, a iniziare dal diritto alla salute che si esercita solo in presenza di servizi sanitari, ospedalieri e territoriali, che per questo vanno potenziati, non cancellati arbitrariamente con un colpo di spugna. L’ennesimo scippo diventerebbe per noi letale perché allo smantellamento del presidio ospedaliero si aggiunge la carenza assoluta dei servizi territoriali, per cui non ci resta che scappare altrove, forse meglio dal privato, perché questa è ormai la tendenza. Ecco perché respingiamo con decisione la scelta sciagurata della chiusura a cui ci opponiamo con tutte le nostre forze, utilizzando gli strumenti democratici consentiti. Queste sono le ragioni che ci spingono a sostenere una lotta giusta, per una difesa ad oltranza del nostro diritto a rimanere nella nostra terra, ad un’esistenza dignitosa che guardi con fiducia al futuro dei nostri figli. Se verrà meno questa speranza, se i servizi verranno inopinatamente smantellati, se la sanità diventerà un lusso per pochi, se l’ospedale San Bruno si spegnerà inesorabilmente, come sta avvenendo, vi chiederemo soltanto di evacuare questa zona, perché verrebbero a mancare le condizioni minime di civiltà per tenere in vita questi territori e la gente che vi abita».

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