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«Le conseguenze dello scioglimento dell’Asp di Vibo non ricadano sui cittadini», associazioni chiedono un tavolo al prefetto. Venerdì sit-in di protesta

L'Osservatorio civico città attiva insieme ad altri quattro sodalizi invita il rappresentante del Governo sul territorio a vigilare sulla gestione della sanità pubblica vibonese. Appello anche a Occhiuto: «Garantisca ai cittadini servizi degni di un Paese civile»

«Le conseguenze dello scioglimento dell’Asp di Vibo non ricadano sui cittadini», associazioni chiedono un tavolo al prefetto. Venerdì sit-in di protesta
Uno dei sit-in davanti allo Jazzolino

Da quasi due anni, più precisamente da marzo 2023, ogni mese si riuniscono davanti all’ospedale Jazzolino dando vita a sit-in con lo scopo di tenere accesi i riflettori sulle tante criticità della sanità vibonese e anche di chiedere interventi che possano, se non risolvere, quantomeno migliorare la situazione. Ora, l’Osservatorio civico città attiva decide di alzare il tiro. E lo fa insieme all’associazione Insieme per il bene comune, il Comitato San Bruno, il Comitato civico Costa degli Dei e l’associazione Artigianfamiglia. Per venerdì 15 novembre alle ore 11:30 invitano i cittadini davanti alla Prefettura di Vibo Valentia per una manifestazione di protesta contro i disservizi e perché sia garantito il diitto alla salute e alle cure. Tutti insieme, inoltre, hanno scritto una missiva alle principali istituzioni del territorio con precise richieste.

Fra i destinatari figurano il prefetto Paolo Giovanni Grieco, la commissione straordinaria che regge l’Asp di Vibo, il presidente della Regione Roberto Occhiuto, il procuratore Camillo Falvo e il questore Rodolfo Ruperti. Nel testo si sottolinea ancora una volta l’esistenza di una sanità, quella vibonese, inadeguata alle necessità dei cittadini. Il focus è però soprattutto sul recente scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale per infiltrazioni mafiose, che fa temere «il definitivo sfacelo della sanità pubblica di Vibo Valentia». È auspicabile, scrivono le associazioni, che le conseguenze della decisione del Consiglio dei ministri «ricadano unicamente sugli effettivi responsabili, preservando l’incolpevole utenza e garantendole il sacrosanto diritto alla salute ed alle cure, senza essere anche solo indirettamente penalizzata per colpe altrui». E in tal senso viene tirato in ballo il prefetto, «il quale – si legge ancora nella lettera – ha evidenziato le gravi ingerenze del malaffare nella gestione della sanità pubblica vibonese, ha adesso il dovere anche morale di assicurare ai cittadini che i timori dagli stessi paventati in odore di scioglimento dell’Asp non si traducano in realtà».

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Da qui la richiesta al rappresentante territoriale del Governo affinché non solo «vegli e vigili sulla gestione della sanità pubblica vibonese, attualmente demandata alla triade commissariale», ma istituisca anche un tavolo permanente presso la Prefettura. In sostanza, le associazioni firmatarie chiedono un confronto mensile a cui prendano parte loro rappresentanti, il prefetto e la triade commissariale, con lo scopo di avere aggiornamenti sull’andamento della sanità e anche di dare suggerimenti per migliorare i servizi.

Ma non finisce qui, perché l’Osservatorio civico insieme agli altri sodalizi si appella pure al governatore Occhiuto. Anche a lui, che ricopre peraltro il ruolo di commissario alla sanità calabrese, si chiede un incontro in cui si parli di «attuare concretamente piani ed interventi per garantire ai cittadini vibonesi trattamenti sanitari degni di un Paese civile; anche per limitare l’inaccettabile turismo sanitario, emorragia finanziaria per la Regione Calabria oltre che ulteriore tortura in danno dei malati, ed a tutela della nostra bellissima Terra troppo spesso depredata ed a torto sminuita».

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