«Forse qualcuno ha rubato la sua prenotazione, capita»: l’odissea di un malato oncologico vibonese beffato dagli “amici degli amici”
Attesa di un anno e mezzo per una gastroscopia ma i controlli da fare ogni 3 mesi lo costringono a sborsare fino a 600 euro alla volta in strutture private. All'ospedale Jazzolino niente da fare: la prestazione risultava già erogata
Che si vada a prenotare un esame o una visita e ci si senta dire che il primo posto disponile è tra un anno o addirittura due, ormai è diventato tristemente normale. Persino se sei un malato oncologico e hai necessità di usufruire di quei servizi ogni tre mesi. Non di rado la sanità pubblica sembra mostrarsi cieca e sorda – anche se si tratta di una questione vitale, come in questo caso – e sei costretto a mettere mano al portafogli e rivolgerti a un privato. Un copione visto e rivisto, purtroppo. Quello che però è accaduto a Vibo Valentia a un padre di famiglia di Soriano ha dell’assurdo.
Lotta contro tre tumori, ha subito un’importante operazione chirurgica allo stomaco e ad oggi è ancora in cura in Umbria. Lì gli dicono che i controlli di cui ha bisogno può farli nella sua terra, senza dover necessariamente salire su ogni tre mesi. Siamo a giugno 2023 quando la moglie si appresta a prenotare una gastroscopia: «Al Cup mi hanno detto che il primo posto disponibile era per novembre 2024 – racconta la signora a Il Vibonese -. Sono andata anche all’ospedale di Vibo per capire se si potesse anticipare, data la condizione di mio marito, ma nulla. Allora abbiamo deciso andare in una struttura privata, ma intanto ho tenuto la prenotazione per novembre 2024 nell’ottica di risparmiare qualcosa in futuro».
Risparmiare sì, perché andare in una struttura privata per fare una gastroscopia con anestesia può essere un vero salasso: «La spesa si aggira sui 500-600 euro ogni volta, senza contare il fatto che si tratta di una struttura della Locride e anche affrontare il viaggio per un malato oncologico non è facile».
Veniamo ora a novembre 2024. È il giorno tanto atteso, quello della gastroscopia prenotata un anno e mezzo prima. Dopo aver regolarizzato l’impegnativa (con codice 048, relativo all’esenzione per patologia oncologica), marito e moglie si recano all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. «Lì a infermiere e medico non risultava alcuna prenotazione per quel giorno – ci riferisce la moglie del malcapitato -. Ci hanno spiegato che così non potevano fare la gastroscopia a mio marito e mi hanno invitata a rivolgermi all’ufficio ticket, di fronte all’ospedale. Lì hanno riconosciuto che impegnativa e prenotazione erano regolari». In reparto però non risulta nulla e così la donna decide di chiamare il Cup Calabria per cercare di capirne di più: «L’operatore mi ha detto che la prestazione corrispondente a quella prenotazione era già stata erogata. E di fronte al mio sbigottimento ha aggiunto che sicuramente ne aveva beneficiato qualche “amico degli amici”». Una risposta che le ha lasciato l’amaro in bocca e grande indignazione, al punto di denunciare pubblicamente l’episodio.
Nel frattempo i due tornano a Soriano, senza gastroscopia. Decidono di riprovare a prenotare al Cup, ma stavolta rispondono che «le agende sono chiuse e non è possibile per il momento». Questo nonostante il decreto del Governo per la riduzione delle liste d’attesa varato a giugno rimarchi che “è fatto divieto alle aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione”.
Alla fine insomma, l’uomo dovrà ricorrere nuovamente alla sanità privata, con tutto ciò che comporta in temini economici e di spostamenti. «Non è giusto, la sanità dovrebbe essere uguale per tutti, senza favoritismi», conclude la signora. L’amarezza è grande, e c’è anche una punta rassegnazione: «A luglio ho prenotato sempre per mio marito un’ecografia e una risonanza. Le date? A dicembre 2026».