Chiusura biblioteca Vibo, l’ira di Luciano (Pd): «Fatto gravissimo»
L’accusa del capogruppo: «A fronte di un problema di agibilità che non consente la fruizione dell’immobile un’amministrazione efficiente si preoccupa di trasferire la biblioteca in altro immobile pubblico per garantirne l’attività»
«La chiusura della biblioteca comunale è un fatto gravissimo, rappresentativo della vera natura di una maggioranza che non è capace di amministrare la città. La biblioteca non è di proprietà del sindaco Limardo o della dirigente Teti, che ne dispongono a loro piacimento, ma è un bene comune che appartiene alla città, attraverso cui si esercita la promozione culturale e si manifesta la presenza dell’istituzione sul territorio». Lo afferma con estrema durezza Stefano Luciano, capogruppo del Partito democratico al Comune di Vibo Valentia, dopo avere appreso che la struttura di via Palach è stata chiusa dall’amministrazione del capoluogo per consentire alcuni «lavori di manutenzione ordinaria, di sistemazione interna e ripristino del manto di copertura». [Continua in basso]
«A fronte di un problema di agibilità che non consente la fruizione dell’immobile – aggiunge Luciano – un’amministrazione efficiente si preoccupa di trasferire la biblioteca presso altro immobile pubblico per garantirne l’attività. Ed invece assistiamo alla chiusura della biblioteca ed alle solite parole vuote degli attuali amministratori che esaltano l’importanza della cultura. Ed allora, pongo un altro problema: possibile che gli immobili pubblici vengano sempre assegnati a privati che lucrano e spesso non pagano neppure il canone di locazione e non si trova una sistemazione alla biblioteca comunale che è un bene comune? Esiste – si chiede ancora il capogruppo dem – un progetto generale finalizzato ad annientare la biblioteca per consegnare il monopolio della “cultura” a privati sempre pronti a schierarsi con i potenti di turno? Vibo Valentia è una città che è stata distrutta per favorire gli amici degli amici e la storia della biblioteca comunale è l’ennesima dimostrazione. Mi auguro – questa la conclusione di Luciano – che la giunta riveda la sua decisione e aspetto il prossimo consiglio comunale per porre la questione in modo formale attraverso un ordine del giorno».