venerdì,Ottobre 11 2024

Vibo, l’Amerigo Vespucci accoglie Ivan Tavella: «Grazie a quanti hanno reso possibile tutto questo»

Il 43enne vibonese, affetto da distrofia muscolare di Duchenne, è riuscito a salire a bordo del veliero della Marina Militare Italiana costruito come nave scuola per l'addestramento degli allievi ufficiali

Vibo, l’Amerigo Vespucci accoglie Ivan Tavella: «Grazie a quanti hanno reso possibile tutto questo»
Ivan Tavella assieme agli ufficiali dell'Amerigo Vespucci

Una visita speciale. E alla fine anche un importante riconoscimento: fare parte honoris causa della «fantastica famiglia» della Marina Militare Italiana. Ivan Tavella, 43enne, nato a Vibo Valentia, affetto da distrofia muscolare di Duchenne, è riuscito a coronare un suo sogno: quello di poter visitare l’Amerigo Vespucci, il veliero della Marina Militare Italiana costruito all’interno del Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia tra il 1930 ed il 1931 come nave scuola per l’addestramento degli allievi ufficiali dei ruoli normali dell’Accademia Navale. La visita al veliero presso l’Arsenale Militare Marittimo di La Spezia, che Ivan ha raggiunto con una ambulanza della Croce Rossa Italiana. Non è stato semplice salire a bordo e muoversi tra i suoi ponti viste le condizioni di Ivan, che dall’età di 11 anni è costretto a stare sulla sedia a rotelle a causa proprio della distrofia muscolare di Duchenne, una delle forme più gravi di distrofia, malattia neurodegenerativa incurabile che colpisce tutti i muscoli, compresi cuore e muscoli respiratori. Da tempo, inoltre, Ivan è sottoposto a ventilazione meccanica 24h al giorno tramite un respiratore che ha sempre collegato alla sedia a rotelle elettronica. [Continua in basso]

Ivan non ha mai smesso di desiderare e di sognare

Ma il 43enne vibonese non è certamente persona che si arrende facilmente davanti alle difficoltà. Tutt’altro. Caparbio, tenace, determinato, ma soprattutto ancora fortemente curioso di conoscere, di vedere, di sapere. E anche se il mondo è costretto ormai da anni a vederlo e viverlo su una sedia a rotelle, lui non ha mai smesso di desiderare e di sognare come tanti, come tutti. E così il suo sogno di poter visitare l’Amerigo Vespucci è diventato realtà una volta che ha ricevuto il consenso da parte della Marina Militare Italiana per poter visitare questa meraviglia tutta italiana. Accompagnato, dunque, dai volontari di Croce Rossa Italiana di Parma, Ivan ha potuto visitare i ponti della nave scuola vivendo, insieme all’equipaggio del veliero, una giornata straordinaria che certamente ricorderà per sempre.

«Non dimenticherò mai l’umiltà degli uomini e delle donne della Marina Militare»

«Si è trattato davvero di una visita speciale – fa sapere Ivan – organizzata esclusivamente per me e un numero ristrettissimo di amici e parenti dai più alti vertici della Marina Militare per esaudire un mio desiderio. Non dimenticherò mai l’umiltà, la professionalità e la sensibilità degli uomini e delle donne della Marina Militare. Faccio anche parte honoris causa della fantastica famiglia della Marina Militare Italiana. Sono emozionatissimo per il privilegio e l’onore di farne parte. Non finirò mai di ringraziare quanti hanno reso possibile tutto ciò. Infinite grazie ai volontari della Croce Rossa Italiana di Parma e grazie ancora una volta ai vertici della Marina Militare italiana che ha mi hanno dato il permesso di poter salire a bordo: grazie a tutti voi, sarete nel mio cuore», queste le parole conclusive di Ivan. [Continua in basso]

Oggi il 43enne vibonese vive in un appartamento a Parma dove viene amorevolmente assistito l’intero giorno dal personale di una cooperativa sociale. In una sua passata lettera Ivan non ha mancato di annotare di avere «molti problemi» relativi proprio alla sua patologia che rendono la giornata complicatissima e dolorosa. «Da due anni – ha ricordato nella missiva – soffro anche di disfagia gravissima e posso mangiare solo cibi frullati e integratori. Ma ho sempre vissuto intensamente la mia vita e ho fatto più di quello che la vita mi ha concesso. Sono lucidissimo e so che non mi resta molto tempo da vivere su questo bellissimo pianeta». Ecco perché Ivan ha continua voglia di sperimentare, di ascoltare, di prendersi ancora vita per sé.

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