giovedì,Marzo 28 2024

Nove Comuni delle Serre vibonesi fanno squadra e puntano sul turismo delle radici

Elaborato un protocollo d'intesa finalizzato a mettere in campo azioni che favoriscano il ritorno degli emigrati e dei loro discendenti nei luoghi di origine. Prevista anche la realizzazione di un museo e di un festival

Nove Comuni delle Serre vibonesi fanno squadra e puntano sul turismo delle radici

Paesi che via via si sono spopolati, che hanno conosciuto fin troppo bene il fenomeno dell’emigrazione, perdendo negli anni migliaia e migliaia di residenti. Paesi che ora si mettono insieme con lo scopo di attrarre di nuovo a sé quelle persone che sono andate via stabilendosi altrove e i loro discendenti. Si tratta dei Comuni di Brognaturo, Fabrizia, Mongiana, Nardodipace, San Nicola da Crissa, Serra San Bruno, Simbario, Spadola e Vallelonga, che hanno messo a punto un protocollo d’intesa finalizzato a mettere in campo azioni sul tema delle radici nell’area delle Serre vibonesi. [Continua in basso]

Il turismo delle radici

«Sussistono fortissimi legami tra le comunità degli emigranti e la terra di origine – si legge nel documento -; legami così consolidati e radicati da generare una particolare forma di turismo: il turismo delle radici. Un tipo di turismo che, negli ultimi anni, Regioni, Enit (Agenzia Nazionale del Turismo, ndr) e soprattutto il ministero degli Esteri stanno sostenendo con numerose iniziative, e che si prevede possa essere una carta vincente per la ripresa post Covid, tanto da meritare una linea di finanziamento ad hoc nel Pnrr. Infatti nel Piano nazionale di ripresa resilienza, nell’ambito della missione “Attrattività dei borghi” è stato inserito un progetto innovativo dal titolo “Il turismo delle radici – Una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post Covid-19” del valore complessivo di 20 milioni di euro». C’è poi da considerare il fatto che il 2024 sarà l’anno che il ministero degli Esteri ha deciso di dedicare alle radici italiane nel mondo. E proprio in vista di tale appuntamento, e dell’attenzione che c’è sul tema – dimostrata appunto, ad esempio, dai fondi Pnrr dedicati -, i sindaci dei nove Comuni vibonesi (Rossana Tassone di Brognaturo, Francesco Fazio di Fabrizia, Francesco Angilletta di Mongiana, Antonio Demasi di Nardodipace, Giuseppe Condello di San Nicola da Crissa, Alfredo Barillari di Serra San Bruno, Ovidio Romano di Simbario, Cosimo Damiano Piromalli di Spadola, Abdon Egidio Servello di Vallelonga) hanno deciso di fare squadra per tentare di cogliere quella che può essere un’importante occasione di rilancio per il territorio.

Le azioni previste dal protocollo

Ecco cosa prevede in concreto il protocollo d’intesa concordato dai nove sindaci e che vede come Comune capofila quello di Brognaturo. Innanzitutto, la costituzione di un comitato tecnico, che si occupi di sviluppare le linee operative delle azioni da mettere in campo, in termini di promozione e accoglienza. Tra i componenti del comitato, figureranno l’antropologo Vito Teti e il docente dell’Università Cattolica di Milano – nonché fondatore e direttore del Festival delle spartenze – Giuseppe Sommario. Si è previsto poi di effettuare una ricerca quantitativa e qualitativa del fenomeno migratorio, coinvolgendo le realtà già attive sul territorio. E ancora, effettuare ricerche genealogiche e digitalizzare i documenti utili al viaggiatore delle radici, cioè quelli presenti nei registri dello stato civile e dell’anagrafe del Comune, nei registri parrocchiali e nell’Archivio di Stato. Tra i progetti dei Comuni delle Serre anche quelli di organizzare un festival dedicato ai ritorni e di dar vita ad un Museo dell’Emigrazione delle Serre del Vibonese. [Continua in basso]

Si pensa anche a creare itinerari, che permettano a chi torna nel paese in cui sono nati i propri avi di scoprirne tradizioni, dialetto e riti. A tal proposito si pensa di predisporre una “Guida delle radici delle Serre del Vibonese”, che metta in luce le specifiche vocazioni del territorio e le opportunità per i cosiddetti turisti/viaggiatori di ritorno. Nella guida saranno illustrati: i luoghi simbolici e le principali attrazioni culturali e produttive presenti sul territorio; personaggi famosi che sono originari del luogo e hanno avuto successo all’estero; piatti tipici, che ricordano sapori di famiglia e raccontano il territorio; un calendario di eventi e feste. Si punta poi a creare anche dei laboratori culturali, di cucina, musica, danza, riti e tradizioni, antichi mestieri. Tutto ciò, e in generale i viaggi delle radici, saranno proposti e promossi attraverso una vasta campagna di comunicazione.

Non solo viaggi: restare

E infine, forse il punto più ambizioso del protocollo d’intesa: far tornare gli emigrati e i loro discendenti non solo per semplici viaggi, ma indurli a restare. L’accordo tra i nove Comuni prevede infatti l’elaborazione progetti di rientro e inserimento di famiglie di origine calabrese. A tal fine, si pensa di esplorare il territorio per mappare quelle che possono essere le reali opportunità, soprattutto lavorative, per italo-discendenti che vorrebbero rientrare; avviare un’azione di ricerca monitoraggio e promozione presso le collettività calabresi all’estero, allo scopo di individuare le famiglie e i soggetti ai quali proporre un piano di rientro e inserimento sociale, lavorativo e linguistico nel paese di origine. [Continua in basso]

Per fare tutto ciò serviranno dei fondi. È per questo che il protocollo prevede anche di approfondire l’analisi del Pnrr allo scopo di individuale possibili concrete progettualità da attivare entro i termini di attuazione del piano stesso. In ogni caso, l’obiettivo è a mettere a punto una progettualità condivisa da realizzare attraverso le eventuali risorse finanziarie con fondi comunitari, nazionali e locali che saranno disponibili sulla programmazione 2021-2027.

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