venerdì,Marzo 29 2024

Diocesi, il vescovo dà il via alla seconda tappa del cammino sinodale

L’assemblea diocesana si terrà domenica 29 gennaio nella cattedrale di Mileto. Monsignor Nostro: «Occasione di grazia per dare una bella svolta alla Chiesa»

Diocesi, il vescovo dà il via alla seconda tappa del cammino sinodale
Il vescovo Nostro

La diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea si accinge ad avviare la seconda tappa del cammino sinodale dei vescovi, aperto nell’ottobre del 2021 da Papa Francesco. A tal proposito, il vescovo Attilio Nostro ha convocato l’Assemblea diocesana per domenica 29 gennaio, alle ore 16, all’interno della basilica cattedrale di Mileto. Nell’occasione saranno introdotti “I Cantieri di Betania” e avviati i lavori da svolgere in tutte le parrocchie, fino alla metà del prossimo mese di maggio. Nel medesimo periodo lo stesso monsignor Nostro, coadiuvato dagli Uffici diocesani, si porrà in ascolto delle varie realtà istituzionali e associative presenti sul territorio, nella convinzione che «la messa in atto di una Chiesa sinodale è presupposto indispensabile per un nuovo slancio missionario che coinvolga l’intero Popolo di Dio. Il Cristo peregrinante – sottolinea il presule nella lettera di presentazione del cammino sinodale diocesano – percorre senza sosta le strade dell’uomo e ha come sua cattedra proprio la strada (hodós) che ha scelto di percorrere con (syn) i suoi discepoli: syn-hodós riprende pertanto l’itinerario e la vita di Cristo, il suo modo di insegnare e comunicare lo Spirito ai suoi. “Di qui la soglia di novità che Papa Francesco ci invita a varcare. Nel solco tracciato dal Vaticano II e percorso dai suoi predecessori, egli sottolinea che la sinodalità esprime la figura di Chiesa che scaturisce dal Vangelo di Gesù e che è chiamata a incarnarsi oggi nella storia, in fedeltà creativa alla Tradizione”». [Continua in basso]

Nella missiva il vescovo sottolinea, poi, che il primo biennio del cammino sinodale (fase narrativa) è dedicato all’ascolto. E, ancora, che in tale contesto la “sua” diocesi «ha la fortuna di aver già celebrato un Sinodo diocesano, conclusosi nel 2020, che, di fatto, costituisce un punto di partenza per le fasi successive». Quindi, il focus sull’attuale tappa sinodale, caratterizzata dai “Cantieri di Betania”, dai lavori a livello parrocchiale e dal porsi in ascolto del vescovo. «Questa fase – prosegue monsignor Nostro – si basa soprattutto sulla collaborazione e sulla preghiera dei fedeli laici che sono chiamati a vario titolo ad ascoltare ed accogliere ciò che lo Spirito susciterà nella condivisione dei vari gruppi di ascolto. Vi invito a vivere questi incontri con la massima cura e con lo stesso cuore paterno e accogliente del Padre misericordioso che non giudica, ma accoglie regalando l’abbraccio e il vestito bello, amando senza misura. Ciascuno sia invitato a dare il proprio contributo, sapendo che nessuno è così povero da non poter aiutare con una parola o con un gesto il bisognoso che invoca».

A tutto questo seguirà, nel 2023 e 2024, la fase sapienziale, «rappresentata da un anno in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. In questo esercizio saranno coinvolte le Commissioni Episcopali e gli Uffici pastorali della Cei, le Istituzioni teologiche e culturali». Infine, la fase profetica, che «ha come orizzonte il Giubileo del 2025. Credo che per un vescovo non possa esserci un’occasione migliore di questa per percorrere con la propria Diocesi questo pellegrinaggio terreno – prosegue il vescovo, facendo riferimento ad alcuni brani biblici – che è anticipazione della liturgia celeste! Spero e prego con tutto il cuore che non solo i credenti ma anche ogni persona di buona volontà possa cogliere questa occasione di grazia per provare a dare una bella svolta alla Chiesa perché possa risplendere in essa il suo volto di Madre e Maestra. Amare la Chiesa significa dare sé stessi per Lei, perché possa comparire davanti al suo Signore sempre più bella e gloriosa, Madre di una moltitudine immensa di figli amati! Allora faccio appello al vostro generoso entusiasmo per poter sperimentare che servire la Chiesa è amare Dio, è amare i nostri fratelli che Lui ci ha dato».

La lettera del vescovo si conclude con l’invocazione a Maria, Madre di Dio e della Chiesa, affinché «accompagni il pellegrinaggio sinodale del Popolo di Dio, mostrandoci continuamente la strada con il suo atteggiamento materno e orante, comunicandoci la sua forza e la sua tenerezza di Madre in questa fase nuova dell’evangelizzazione a cui la Chiesa, Sposa di Cristo, è chiamata dallo Spirito».

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