martedì,Aprile 30 2024

Tracce di storia a Zambrone, antiche colonne rinvenute durante una escursione

Sono state individuate dall’associazione MareVitae e dal suo presidente Macrì durante un sopralluogo propedeutico per la realizzazione di un nuovo percorso trekking. L’ipotesi è che possa trattarsi di testimonianze di epoca romana ma serviranno accertamenti per attestarne l’effettiva datazione

Tracce di storia a Zambrone, antiche colonne rinvenute durante una escursione

Il territorio calabrese è ricco di testimonianze storiche e archeologiche. Reperti del passato che attestano il ruolo strategico e di primo piano assunto nell’area del Mediterraneo dalla Costa degli dei e dai paesi costieri del Vibonese. Materiale archeologico o di interesse storico continua ad emergere anche nella modernità contribuendo a delineare le tappe di una storia millenaria e affascinante. In tale contesto, s’inserisce l’ultima novità proveniente da Zambrone.  Christian Macrì, in qualità di presidente dell’associazione “MareVitae”, durante una perlustrazione per la realizzazione di un ulteriore percorso di trekking sul territorio (dopo quello della via del grano e il passo dei Micenei), ha rinvenuto delle antiche colonne in granito. Maggiori dettagli su quanto scoperto in una porzione di terreno sito nella zona costiera, verranno fornite da analisi di esperti e archeologi. L’ipotesi, al momento, è che possa trattarsi di preziose testimonianze di epoca romana. Le colonne, in base alle immagini documentate dal responsabile del sodalizio, non versano in pessime condizioni ma sono ben riconoscibili. Serviranno tuttavia ulteriori accertamenti per stabilirne con esattezza datazione e contesto storico.

Zambrone, terra di storia

Macrì, individuati i reperti, ha proceduto tempestivamente a segnalare alla Soprintendenza il ritrovamento. L’ente, dal canto suo, ha già confermato la disponibilità per un sopralluogo. L’associazione “MareVitae”, seppur con comprensibile cautela, non nasconde l’entusiasmo: «Questo ritrovamento -afferma il presidente Macrì -segna una ulteriore opportunità di crescita e valorizzazione del territorio zambronese in cui opera il nostro sodalizio, costituendo un tassello importante per le attività di sviluppo e promozione». “Mare vitae” è nata ufficialmente nel 2020. I membri attivi che hanno contribuito alla progettazione e alla realizzazione sono: Cristian Macrì, guida ambientale escursionistica Aigae; Antonio Marcus Damp, cuoco; Carmelo Staropoli, ideatore del percorso di Ulisse a Drapia; Stefania Barillaro, erborista, guida ambientale escursionistica Aigae e guida Parco regionale Serre; Antonio Varrà, operatore turistico e accompagnatore turistico; Daniela Lucia Calabrese, archivista digitale; Caterina Pietropaolo, architetto e direttrice del sito rupestre di Zungri. Il sodalizio punta a far vivere ai partecipanti, ai turisti, agli amanti del trekking, iniziative in piena armonia con l’ambiente. In particolare, l’Associazione si propone di sviluppare progetti atti a promuovere i concetti formativi e partecipativi nell’ambito delle attività culturali, sportiva. Così realizza ciclicamente attività di protezione della fauna, della flora, del paesaggio e della sua storia.

La statuetta rinvenuta a Punta di Zambrone

Zambrone già in passato ha dimostrato di avere una storia degna di nota. Gli scavi a Punta di Zambrone portarono a identificare tracce certe della presenza di un centro abitato dell’età del bronzo. E non solo. Le spedizioni archeologiche furono assai fruttuose poiché venne alla luce una straordinaria statuetta. Un oggetto unico ed eccezionale, la più antica rappresentazione della figura umana con caratteri naturalistici finora trovata in Italia. La statuetta, ora conservata al Museo di Reggio Calabria, era stata realizzata in avorio di elefante, materia pregiatissima proveniente dall’Asia o dall’Africa. Benché piccola, è una vera e propria opera d’arte, creata secondo i canoni della civiltà minoica dell’età dei cosiddetti Secondi Palazzi (dal XVII al XV secolo aC ). Raffigura un uomo in piedi con la gamba destra leggermente avanzata, con la parte superiore del corpo inarcata all’indietro, e con pugni poggiati sui due lati del torace. La testa, le braccia e i piedi sono mancanti. Lo stesso tipo di statuette si trovavano a Creta fin dall’età dei Primi Palazzi (dal XX al XVIII secolo aC ) erano in terracotta, bronzo o pietra.

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