lunedì,Maggio 6 2024

Il Porto di Gioia Tauro nel seminario promosso dal Rotary club Nicotera-Medma

L’evento si è tenuto nella sala comunale di Limbadi. Lo scalo, ad oggi, dà lavoro a circa 7mila persone

Il Porto di Gioia Tauro nel seminario promosso dal Rotary club Nicotera-Medma

Importante seminario organizzato dal Rotary Club Nicotera Medma che, nella sala comunale di Limbadi, ha tenuto un seminario per verificare le condizioni del Porto di Gioia Tauro, in riferimento all’applicazione dell’Ets. Dopo i saluti del presidente Carlo Capria e del sindaco di Limbadi, Leo Mercuri, è intervenuto Giacomo Francesco Saccomanno, moderatore, che ha introdotto il tema e le preoccupazioni esistenti per una direttiva che potrebbe causare ingenti e disastrose conseguenze alla stessa esistenza del porto. L’intervento successivo, del past president Antonio Orfano, anche dirigente Csm Italia Gate, ha evidenziato l’attuale condizione e l’espansione della struttura negli anni, confermando che tra occupazione diretta ed indiretta oggi vi sono circa 7.000 persone che risultano impegnate e con una movimentazione di circa 3.300 teu, con un piano che prevede il raggiungimento di cifre superiori negli anni a venire. «Sicuramente -ha affermato il relatore- l’incertezza delle norme porta ad una prudenza che limita il possibile sviluppo dell’infrastruttura, ma sicuramente si troveranno soluzioni che possano garantire il prosieguo di un percorso più che positivo». I temi hanno affrontato la direttiva europea sulle emissioni che mette a rischio la sopravvivenza dello scalo calabrese, favorendo quelli del Nord Africa. Allo stato, Bruxelles lavora a una misura che prevede l’estensione del pagamento del tributo sulle emissioni a tutte le navi le cui merci hanno destinazione finale in Europa. 

A seguire, l’altro relatore Antonino Frisina, sottotenente di Vascello della Marina militare del Corpo delle Capitanerie di Porto, che ha ribadito la valenza del porto di Gioia Tauro e la possibilità di grande crescita dello stesso, con fondali profondi 17-18 metri, in possesso di pochi altri porti, con un sistema di controlli e sicurezza che ne fanno una delle più sicure strutture italiane. Ecco, pertanto, la necessità di investire su Gioia Tauro per rafforzare la possibilità di crescita e sviluppo, che, naturalmente, verrebbe a garantire ed aumentare l’occupazione. A seguito delle suddette relazioni si è aperto un sentito dibattito che ha messo in evidenza la necessità, da una parte, che si combatta l’inquinamento ambientale, ma evitando danni alla portualità italiana ed a quella di Gioia Tauro, con la possibilità di una proroga della misura Ets. E, dall’altra, l’importanza delle attività oggi esistenti che non solo consentono una occupazione rilevante, ma contribuiscono fortemente al versamento di oneri rilevanti in favore delle finanze italiane. «Un confronto che ha dimostrato -ha riferito Saccomanno- di come sia indispensabile la difesa della struttura e di come non si possa fare polemiche su una situazione che, certamente, si sarebbe dovuta valutare per tempo ed impedire il rischio che si possano creare condizioni di possibile danno per il territorio». Il presidente Capria ha anche augurato che gli sforzi messi in campo, pur dinnanzi ad una condizione difficile, possano portare delle soluzioni accettabili e positive.

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