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Intimidazioni a Cessaniti, la comunità: «Basta violenze e minacce»

La fiaccolata, promossa dai cittadini e delle associazioni, è stata fortemente voluta anche dai commissari prefettizi alla guida del Comune: «Uniti per una comunità unita»

Intimidazioni a Cessaniti, la comunità: «Basta violenze e minacce»

Un’escalation di intimidazioni e violenza che lascia attonita la comunità di Cessaniti. Gli episodi, che hanno riguardato in modo particolare i parroci don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero, alla guida delle parrocchie di Pannaconi e Cessaniti, dopo l’iniziale smarrimento hanno portato ad una pronta reazione da parte degli abitanti del capoluogo e anche delle frazioni. «Uniti per una comunità unita – spiegano nell’annunciare la marcia silenziosa in programma per la serata del 2 marzo». L’inizio è alle ore 18.00. L’intento è chiaro: «La comunità si schiera dalla parte delle vittime che hanno subito minacce e violenze in questo ultimo periodo e scende in piazza». Si ricorda infatti, che gli attacchi hanno interessato anche esponenti del mondo associazionistico, come Romina Candela, presidente del sodalizio social-culturale “Crisalide”. L’iniziativa «sarà un cammino che non sarà accompagnato da bandiere ma dalla luce delle fiaccole e dal silenzio che intende urlare una richiesta precisa: basta violenza, basta minacce», rimarcano. Una presa di posizione chiara da parte degli abitanti del piccolo comune: «La fiaccolata – aggiungono – è promossa dalla comunità, dalle associazioni del territorio in piena collaborazione con il commissario prefettizio Sergio Raimondo e con il sub commissario Romanò». L’ente, si ricorderà, dopo le dimissioni del sindaco Francesco Mazzeo, è guidato da commissari nominati dalla prefettura di Vibo Valentia dal settembre scorso. «La fiaccolata intende essere un modo per dimostrare affetto e vicinanza a chi ha subito violenze nel territorio di Cessaniti», chiosano i promotori.

Serata di preghiera a Pannaconi

Nel frattempo, il 29 febbraio alle ore 19.00, a Pannaconi si terrà la recita del Santo Rosario. In un breve commento, i parrocchiani sottolineano: «In questo momento delicato, di prova, di sofferenza non servono parole, ma solamente il silenzio e la preghiera. Attraverso la recita del Santo Rosario noi vogliamo essere vicini al nostro vescovo, alla nostra diocesi, al nostro parroco don Felice, don Francesco e don Nicola, vogliamo dimostrare con la preghiera il nostro affetto e la nostra vicinanza. Accogliamo l’invito del nostro parroco a pregare con insistenza per quelle persone che ci affliggono, fanno del male fino ad attentare la vita del prossimo. Preghiamo per queste persone perché si convertano, come dice don Felice, “vendichiamoci” anche noi con l’amore e il perdono».

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