lunedì,Maggio 6 2024

Vibo Marina: micro discariche e deiezioni di cani, la zona franca alla scuola De Maria

Le proteste dei genitori che chiedono interventi risolutivi da parte delle istituzioni preposte

Vibo Marina: micro discariche e deiezioni di cani, la zona franca alla scuola De Maria
Rifiuti ingombranti e non solo alla scuola De Maria di Vibo Marina

Siano benedetti gli operatori scolastici, non ci fossero loro sarebbe un guaio. Scuola primaria Pasquale De Maria, Istituto comprensivo Amerigo Vespucci, una delle scuole più apprezzate dalle istituzioni nella provincia di Vibo Valentia, per le sue iniziative, per il prestigio di cui gode la sua dirigente, per il valore degli insegnanti, eppure – causa l’assenza di impianti di video sorveglianza e di sistemi di dissuasione dalle intrusioni – l’accesso mostra piccole discariche e, soprattutto, i segni delle scorribande dei vandali. Se non ci fossero i collaboratori scolastici, a ripulire ogni giorno da vetri di bottiglie infrante e corpi contundenti gli spazi calpestati dai bambini, dicevamo, sarebbe un guaio. E i rifiuti? Quegli ingombranti che inspiegabilmente ammassati nel cortile (che ci fanno perfino un casco e degli pneumatici in una scuola…)? Possono raccoglierli in un angolo, ma se poi nessuno passa a ritirarli…

«È una situazione che va avanti da troppo tempo – dicono i genitori che uniscono la frustrazione all’allarme per la sicurezza dei propri figli – È necessario che la si affronti di petto, una volta per tutte». Scene di degrado, resti di bivacchi, di giovani e meno giovani (alla faccia delle misure restrittive per contenere la pandemia in atto). A cui si aggiunge l’inciviltà di certi padroni che portano proprio lì i loro cani a fare i bisogni. Non puliscono, ovviamente ed i bambini calpestano e portano in aula, nelle auto o a casa quel che ognuno può facilmente immaginare. «Eppure – dice uno dei genitori – basterebbe che i vigili urbani fermassero tutti coloro che hanno un cane al guinzaglio. “Hai bustina e paletta? No? Un bel verbale”. Basterebbero un paio di telecamere… A chi non ha l’educazione, così, la si potrebbe insegnare».

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