L’amicizia più forte della distanza e del virus: una classe che si ritrova dopo quarant’anni
La scuola di Vibo Marina e i ragazzi della sezione A 1980-1985. Un’app di messaggistica e i ricordi del passato per riempire di sentimenti il vuoto provocato dalla pandemia e dal lockdown
«L’avervi ritrovato è una delle poche cose che salverei del 2020». Antonella Fazio rivolge il suo pensiero ai compagni di un’epoca indimenticata, quella dell’innocenza e della spensieratezza. «La vera amicizia – aggiunge – non può essere schiava del tempo e neanche della distanza, è bastato un messaggio…». Già, è bastato un messaggio, a lei a tutti gli altri: «Ciao Anto – scrisse Attilio Fiorillo – ho fatto il gruppo delle scuole elementari».
Vibo Marina, aprile 2020, primo lockdown. L’Italia si ferma: smartphone e social media diventano lo strumento grazie al quale si annullano le distanze, ritrovandosi così vicini malgrado si fosse lontani. È il 4 aprile, Attilio contatta tutti: sono gli ex bambini, divenuti adulti, della classe ‘80-’85, sezione A, scuola Presterà. Attilio, Antonella… E poi Giuseppe Esposito, Roberto Naso, Giovanni e Gianluca Pileggi, Gaspare Lo Turco… E ancora Mario Sassone, Tiziana D’Elia, Daniela Melluso, Miriam De Fazio, Loredana Corrieri, Liberata Carnevale, Mariangela Autolitano, Maria Verardi… Ci sono quasi tutti. Manca Anna Maria, Anna Maria De Pinto, volata in cielo troppo presto, ma da nessuno dimenticata.
«Abbiamo tutti ritrovato il tempo per noi, non è forse questa la strada per la felicità? – scrive ancora Antonella – In questo mondo superficiale, fatto di apparenze e falsità, è bellissimo sentirsi dire “Io ci sono!” e sapere che ci siete davvero!». «Un guizzo d’emozione inaspettato quando riemergono i compagni di classe delle scuole elementari», racconta invece Tiziana. Le sue sono parole cariche di struggente nostalgia, ma anche di gioia: «Che importa, adesso siete qui, sento la vostra presenza. Siamo un po’ sparsi per l’Italia, ma abbiamo ripreso quel discorso interrotto tanti anni fa. Certo non ci sono più i capelli con le trecce, le partite di calcio per strada dei maschi, ma ci siamo, e abbiamo tanta voglia di recuperare il tempo perso senza sentire nulla di noi». Ritrovarsi, un regalo inaspettato: «L’amicizia – ancora Tiziana – come i sentimenti è immateriale, a volte pensiamo di poterne fare a meno, ma solo quando li riscopriamo ci accorgiamo e diciamo “ma come ho fatto senza?”».
Un’app di messaggistica, un gruppo, un luogo virtuale nel quale scriversi, ricordare, rivivere il passato, ma anche il presente. Le foto di allora, le foto del quotidiano. I luoghi di un tempo, quelli di oggi, dai quali alcuni del Presterà ’80-’85 sono lontani. Le foto delle nuove vite, di ciò che si era e di ciò che si è diventati. Vibo Marina, ovvero «casa», e poi Roma, Firenze, Senigallia, Modena… Una classe che si è riabbracciata nel lockdown: quando il Paese si è fermato, i ricordi, l’amicizia, i sentimenti, sono andati avanti. «Siete la parte più bella del difficile percorso che stiamo vivendo», le parole di Liberata.
Ci si ritrova, così, quasi quarant’anni dopo. Merito, appunto, di Attilio Fiorillo. Alcuni lo chiamano il Capitano: «Da tempo – spiega alla nostra redazione – qualcosa mi spingeva a ritrovare i miei compagni che per la maggior parte si trovano fuori e i contatti si erano persi». La pandemia, il desiderio di annullare in qualche modo quelle distanze imposte dall’incedere del tempo oltre che dal dilagare del virus, gli danno la spinta decisiva. «Eravamo la sezione A. Erano gli anni più belli, la nostra gioventù. La scuola oggi è in stato di abbandono. Ti si stringe il cuore davvero. Penso al passato e penso che lì vorrei che potesse tornare a fare lezione mio figlio».
Pochi contatti, all’inizio. Poi ci si ritrova uno dopo l’altro. «È stato indescrivibile – continua Fiorillo – e fin da subito ci siamo abbandonati ai ricordi. Siamo stati vicini nei momenti più difficili, quando eravamo chiusi in casa. E oggi, dopo un anno, non diminuisce il bisogno di stare insieme, di darci il buongiorno e la buonanotte, di condividere ogni emozione, con una parola, un immagine, un audio o un videomessaggio».
I ragazzi dell’80-85 ricordano le loro maestre Dora Moroni e Silvia Giannelli, le lezioni, le goliardate dei più discoli. Così hanno trovato ristoro dalla tristezza delle città deserte, dei lutti, della paura dei contagi. E nella maturità, conclude Attilio Fiorillo, si è cementato «un legame puro, semplice, trasparente, gioioso, quello che invito tutti, davvero, a riscoprire, ritrovando i compagni di un tempo». Sono andati oltre, Attilio e gli altri. E così, allentatesi le misure anti-pandemia, il 21 agosto, si sono ritrovati anche fisicamente. È avvenuto in un ristorante di Longobardi. Era il compleanno di Antonella e sulla torta una foto della classe. «Noi, veri, senza maschere, non più parole e immagini. Semplicemente noi. Posso solo dire che è stata una delle serate più belle della mia vita».