lunedì,Aprile 29 2024

Pino Messina via dalla Vibonese dopo diciotto anni nel vivaio della società

Il preparatore dei portieri spiega i motivi del distacco: «Visioni diverse sul metodo di lavoro e poi mai sono stati valorizzati i nostri giovani»

Pino Messina via dalla Vibonese dopo diciotto anni nel vivaio della società

Ha fatto parte della Vibonese per 18 anni. Allenatore dei portieri fra settore giovanile e Scuola calcio. Ne ha viste tante e ne ha visti tanti. Ne ha allenati parecchi e tutti, sotto le mani di Pino Messina, sono puntualmente migliorati. Preparatore dei portieri stimato e benvoluto ovunque, porta con sé una passione incredibile, che sa coniugare perfettamente con la grande disponibilità verso il prossimo e con una competenza specifica non indifferente verso il ruolo dei portieri. Un preparatore a tutto tondo, Pino Messina, in grado di entrare sempre in sintonia con i ragazzi che allena, di stimolarli a dovere, di spronarli. Bastone e carota. Sa essere “duro” quando occorre, per far uscire fuori il carattere di un estremo difensore che, appunto, deve avere grinta, coraggio e “pazzia”. Ma sa anche farsi puntualmente amare, perché punta molto sul lato umano. E poi allenarsi con lui è un qualcosa di altamente formativo, oltreché divertente. Non ci si annoia mai e il tempo passa ben volentieri. A proposito di tempo: non ha mai guardato l’orologio. Due, tre ore, anche di più, volevano via come se nulla fosse. E i ragazzi non se ne volevano andare dal campo! Eppure, da qualche tempo non fa più parte della Vibonese. Perché? [Continua in basso]

Avventura terminata

«Le mie idee non collimavano più con quelle della Vibonese – spiega Pino Messina – e con grande dispiacere ho deciso di farmi da parte e di proseguire altrove la mia avventura. Nel corso di questi anni credo di aver fatto tanto per i colori rossoblù e ho dovuto sopportare anche qualche amarezza di troppo. Fra le tante, il fatto di non aver mai tenuto in debita considerazione i portieri da me allenati. Per rimanere agli ultimi tempi, faccio i nomi di Curtosi, titolare in Serie D con il Città di S.Agata e convocato anche in Rappresentativa Lnd, e di De Fazio, in organico al Riccione, sempre in D». Due esempi recenti, insomma, che Pino Messina evidenzia con rammarico e amarezza chiedendosi come mai «chi di dovere si sia lasciato scappare due giovani estremi difensori, evidentemente ritenuti non all’altezza dalla Vibonese, ma al contrario ritenuti validi altrove. Possibile che per altri club siano buoni e per la Vibonese no?». Ed aggiunge: «Ho sempre inteso il lavoro del Settore giovanile in un certo modo, nel quale è fondamentale lo scambio di informazioni, idee, suggerimenti. Un confronto costante, insomma, e quindi un lavoro diretto a valorizzare i nostri giovani. I ragazzi del territorio in particolare e del Settore giovanile in generale. Quelli cresciuti in casa, insomma. Ma se questi non trovano sbocco in prima squadra, che si lavora a fare? E soprattutto: che esempio lasciamo ai più piccoli che si allenano con la speranza di arrivare a giocare in prima squadra? Non mi sembra di fare considerazioni assurde, tutt’altro».

Portieri allenati e valorizzati

Pino Messina ricorda di essere stato lui a portare «Curtosi e De Fazio alla Vibonese, rispettivamente dai Boys Marinate e dalla Real Vibo». E di averli allenati «con passione, con scrupolo, con grande attenzione, come ho sempre fatto con tutti gli altri». E allora «mi fa rabbia vedere buttato via il mio lavoro, ma anche quello dei tecnici che sono passati dal vivaio rossoblù: penso a Cosentino, Addessi, La Malfa, Cordiano, Curello e il prof. Riso e altri ancora. Abbiamo dato il massimo per il Settore giovanile. E in cambio cosa abbiamo ricevuto? A volte mi sono sentito preso a pesci in faccia». Sono queste, per Pino Messina, le cose che «dovrebbero far riflettere il presidente Caffo, il quale dovrebbe chiedere conto alle persone che lo circondano». L’esperto e passionale preparatore dei portieri ribadisce che «non si deve lavorare a compartimenti stagni» e che all’interno di un club «non ci dovrebbero essere invidie e gelosie per quanto riguarda il lavoro altrui». Non solo Curtosi e De Fazio sono passati dalle sue mani, ma anche «Bara, adesso al Crotone, Cugliari, i due Falsetti, Barbieri, altro mio allievo, De Gaetano, adesso alla Juniores del Cittanova, Barillà, Messina, Tommaso Zampaglione, adesso al San Luca, Bottino, rispetto al quale qualcuno mi aveva detto che non era buono, ed è l’unico che è rimasto. E poi aggiungo Vincenzo Graci, figlio d’arte, che ho letteralmente inventato portiere in dieci mesi». Questi sono solo alcuni dei portieri allenati da Pino Messina.

La gente che si allontana

Nel suo sfogo, dettato dalla passione, dal fatto di essere sempre stato puntuale e presente, senza mai guardare l’orologio, sempre sul campo a prendere acqua e vento, sotto il sole o la pioggia, Pino Messina si lascia andare ad un’altra amara constatazione: «I ragazzi da me allenati, tutti o quasi, sono stati praticamente bocciati. Davvero è credibile una cosa del genere? Non lo è. Assolutamente. E allora posso dire, senza presunzione, che con il sottoscritto a Vibo Marina si è sempre lavorato alla grande. Come me sono migliorati tutti. Lo dicono i fatti. Eppure questa è la storia. Questi ragazzi, essendo scarsamente considerati, che amore possono provare per la Vibonese? E lo stesso vale per i genitori, gli amici, i parenti, i compagni di squadra. Ecco, quando ci si chiede perché la gente si è allontanata dallo stadio e dai colori rossoblù, anche in questo si può trovare una risposta. Il presidente Caffo dovrebbe aprire gli occhi su certe situazioni e sul lavoro di alcune persone».

La richiesta dalla Serie D

A Pino Messina è arrivata poco tempo addietro una proposta dal Città di S.Agata per allenare i portieri della prima squadra, diretta da Leo Vanzetto. Un nuovo riconoscimento delle sue indubbie qualità, ma lo stesso si è visto costretto a declinare e ci spiega il perché: «Sono grato al club siciliano per aver pensato a me e devo dire che la cosa mi ha parecchio inorgoglito, ma durante la settimana alleno 36 portieri e non me la sono sentita di lasciarli».

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