martedì,Aprile 30 2024

Calcio violento e squalifiche, la versione dei presidenti della Rombiolese e del Capo Vaticano

La partita del campionato Under 19 è stata sospesa e a ricostruire gli eventi è il comunicato ufficiale numero 53 del Comitato Regionale della Calabria della Lega nazionale dilettanti. La nostra risposta

Calcio violento e squalifiche, la versione dei presidenti della Rombiolese e del Capo Vaticano

In relazione al pezzo di sabato 28 ottobre sulle squalifiche del giudice sportivo a seguito della partita tra Rombiolese e Capo Vaticano valevole per il campionato Under 19, dai presidenti delle due squadre di calcio riceviamo e pubblichiamo: E’ con rammarico che le società Asd Comprensorio Capo Vaticano e Fcd Rombiolese apprendono della pubblicazione dell’articolo, a firma della redazione del quotidiano, sui fatti avvenuti durante la gara del Campionato Juniores del 25 ottobre tra il Comprensorio Capo Vaticano e la Rombiolese. Le società sono convinte che una testata giornalistica come la Vostra, prima di pubblicare un articolo su fatti che coinvolgono anche minorenni, avrebbe dovuto non limitarsi a leggere il comunicato del giudice sportivo della Lnd basato sul referto di un direttore di gara, anche lui minorenne ed inesperto, ma sentire le due società soprattutto se sul campo non vi era un vostro giornalista testimone diretto degli eventi. Le due società in modo congiunto, a testimonianza del rispetto reciproco che contraddistingue i loro rapporti, precisano quanto segue: durante la gara di mercoledì 25 ottobre u.s., a seguito di un normale scontro di gioco tra un calciatore del Capo Vaticano ed uno della Rombiolese vi è stato, fra di loro, uno scontro verbale e fisico che si sarebbe potuto interrompere con un intervento tempestivo e deciso del direttore di gara, espellendo i 2 contendenti. A seguito di questo scontro sono intervenuti altri ragazzi, per lo più per sedare gli animi che per altro, provocando un parapiglia che è durato meno di 30 secondi grazie anche all’intervento dei dirigenti di entrambe le società volto esclusivamente a calmare gli animi. Evidentemente il direttore di gara preso dall’ansia, non ha avuto la fermezza di bloccare sul nascere gli screzi ed ha deciso di interrompere la partita. Le società, nello stigmatizzare sempre ogni comportamento violento da parte dei propri tesserati, non condividono affatto la ricostruzione del direttore di gara, che parla di “rissa, dove i calciatori si colpivano “con violenti schiaffi, calci e spintoni; e che, addirittura, durante la rissa un dirigente della società del Capo Vaticano e uno della società della Rombiolese, venivano “buttati a terra e presi a calci da calciatori non identificati”. Ricordiamo che il battibecco è durato meno di 30 secondi, che i dirigenti sono intervenuti, frapponendosi tra i ragazzi, per sedare gli animi e non sono stati affatto oggetto di pugni e calci. Poi da chi, dai propri tesserati? Evidentemente il direttore di gara, ricordiamo un ragazzino minorenne, lasciato solo senza alcun osservatore che lo potesse aiutare nelle decisioni, nel referto ha dovuto calcare la mano per giustificare un’interruzione di gara che, altrimenti, poteva benissimo non esserci limitandosi ad espellere i calciatori che avevano avuto il diverbio. A comprova che non c’è stato alcun clima di guerriglia come potrebbe apparire nel Vostro articolo, ripetiamo, senza alcun Vostro giornalista presente, i ragazzi di ambedue le squadre, al termine della partita, si sono incontrati e chiariti, essendo, alcuni di loro, anche compagni di scuola. Sicuramente risponderete che esercitate il diritto di cronaca, ma un buon giornalismo avrebbe dovuto almeno sentire le società coinvolte ed astenersi da fare deduzioni o suggerire decisioni soprattutto senza aver assistito agli eventi. Il Capo Vaticano e la Rombiolese sono contro la violenza e i ragazzi coinvolti saranno oggetto di sanzioni disciplinari come prevede il regolamento interno, ma ci tengono a ribadire che la realtà dei fatti è stata meno grave rispetto a quella riportata nel referto arbitrale. Ricordiamo che la mission di ambedue le società è quella di togliere i ragazzi dalla strada e favorire una loro crescita in un ambiente sano basato sul rispetto delle regole. Nel chiedervi la pubblicazione del comunicato si inviano distinti saluti. Il presidente Asd Comprensorio Capo Vaticano e il presidente della Rombiolese”.

Sin qui la replica dei presidenti delle squadre di calcio del Capo Vaticano e della Rombiolese che però nel loro comunicato non si firmano. Per parte nostra non capiamo davvero in cosa i due presidenti si sentano “rammaricati” a seguito dell’articolo, così come non capiamo la delegittimazione da parte loro del direttore di gara (che era minorenne anche prima della partita che i due presidenti hanno accettato di giocare), così come non comprendiamo i motivi per i quali una testata non possa dare conto delle decisioni di un giudice sportivo o possa farlo solo se abbia assistito alla partita o, addirittura, se abbia sentito preventivamente la versione delle due società. Non funziona così. Qui c’è un verdetto del giudice sportivo che i due presidenti del Capo Vaticano e della Rombiolese, se lo ritengono ingiusto, potranno impugnare nelle sedi opportune e in caso dovesse essere riformato ne daremo notizia. Per il resto a noi pare che si continui in tale vicenda ad “arrampicarsi sugli specchi” laddove gli stessi presidenti ammettono che: vi è stato uno scontro sia fisico che verbale; vi è stato un “parapiglia” poi definito dagli stessi come un “battibecco”. Inutile dire che il tempo di 30 secondi di cui parlano i due presidenti può essere abbastanza lungo se si è in presenza – in questi 30 secondi – di calci, schiaffi o parapiglia come vuol chiamarsi. E pretendere che la nostra testata si associ nello scaricare colpe sul “direttore di gara, ragazzino minorenne” (come definito dai due presidenti) il quale – sempre a detta dei due presidenti – si sarebbe fatto “prendere dall’ansia”, non avrebbe avuto la fermezza di bloccare gli screzied avrebbe infine “calcato la mano” – ci sembra eccessivo. Ma prendiamo atto che le due società si dichiarano contro ogni forma di violenza.

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