mercoledì,Aprile 24 2024

Sorveglianza speciale violata, condanna per giovane di Tropea

E’ stato sorpreso dalle forze dell’ordine in compagnia di soggetti con i quali non si poteva accompagnare

Sorveglianza speciale violata, condanna per giovane di Tropea
Gerardo Accorinti

Dieci mesi di reclusione per i reati di violazione degli obblighi e delle prescrizioni inerenti la sorveglianza speciale, unificati sotto il vincolo della continuazione, commessi il 23 maggio ed il 17 ottobre 2009 a Tropea. Questa la decisione della prima sezione penale della Cassazione nei confronti di Gerardo Accorinti, 35 anni, di Tropea, che ha respinto il ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro del 12 gennaio 2018. L’imputato, pur essendo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di residenza a Tropea, non rispettava la prescrizione imposte di non associarsi abitualmente a persone condannate o sottoposte a misura di prevenzione o di sicurezza, essendo stato colto in diverse occasioni dai carabinieri con soggetti pregiudicati e sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Per la Cassazione, il ricorso di Gerardo Accorinti è infondato in quanto è preclusa al giudice di legittimità la rilettura di elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata.

Nel caso di specie, la sentenza impugnata della Corte d’Appello di Catanzaro, con una motivazione ritenuta dalla Suprema Corte “ineccepibile, ha rimarcato che l’imputato era stato controllato dalla polizia giudiziaria in più occasioni in auto in compagnia di De Benedetto Francesco e su un ciclomotore insieme a Zangone Nicola, nonché in tre occasioni con Marchese Giuseppe, sicché i giudici di merito hanno potuto logicamente dedurre l’assenza dell’occasionalità di tali incontri con pregiudicati, specificando che gli stessi sono avvenuti al di fuori di riunioni a carattere familiare. La Corte territoriale ha così risposto in modo adeguato – sostiene la Cassazione – alle osservazioni della difesa basate sulla parentela dell’imputato con Zangone e Marchese e sulla prossimità dei locali dove l’imputato e De Benedetto svolgevano attività lavorativa”. Gerardo Accorinti è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e ad una multa di tremila euro in favore della casse delle ammende.

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