mercoledì,Maggio 8 2024

Ludopatia in Calabria, le proposte del centrodestra non convincono neanche il…centrodestra. Oltre che i vescovi

Anche monsignor Attilio Nostro della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, segretario della Conferenza episcopale regionale, contro la proposta dei consiglieri regionali - fra i quali pure due “vibonesi” - di assegnare ai sindaci la decisione sugli orari di apertura delle sale slot

Ludopatia in Calabria, le proposte del centrodestra non convincono neanche il…centrodestra. Oltre che i vescovi
Il vescovo Attilio Nostro

Il gioco d’azzardo è una piaga nazionale che attanaglia anche il Vibonese. In questo contesto è di grande attualità, anche sul territorio provinciale, il dibattito scaturito sull’argomento dopo la proposta di legge regionale depositata dalla maggioranza di centrodestra e inserita nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale, in programma il 12 dicembre. Ad alzare la voce contro la modifica della norma sulla ludopatia sono stati nelle scorse ore i vescovi calabresi. Per la Conferenza episcopale regionale, infatti, «la lotta al gioco d’azzardo e alla ludopatia non è un gioco e non può essere un azzardo. Oggi questa lotta – si legge in una nota – combattuta quotidianamente dalle istituzioni e a cui la Chiesa non si è mai sottratta rischia di subire una battuta d’arresto. Lascia interdetti l’eventualità da parte del Consiglio Regionale della Calabria di modificare la legge riguardante la lotta all’usura e al gioco d’azzardo andando ad intervenire sulla normativa relativa agli “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”, azione inserita nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio Regionale. La modifica va di fatto a scaricare forti responsabilità generali sui sindaci e pesanti conseguenze sulla popolazione, vanificando ogni tentativo di prevenzione del fenomeno della ludopatia. [Continua in basso]

Giovanni Arruzzolo

L’affidamento ad ogni singolo sindaco e Comune delle decisioni in merito alle modalità di autorizzazione degli orari di apertura uniformando al ribasso il distanziamento tra le sale slot e i luoghi sensibili è una scelta sconsiderata, rispetto alla quale le motivazioni restano incomprensibili». A questo punto la Cec, di cui il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Attilio Nostro è segretario, si chiede «perché scaricare sui sindaci, già oberati di tante responsabilità, rendendoli passibili di ulteriori pressioni, questa problematica così complessa? Un contesto al quale la criminalità organizzata guarda con attenzione per interessi economici – si sottolinea – al fine di sfruttare la fragilità di chi vive una condizione di debolezza e dipendenza patologica. Allentare il controllo sul gioco d’azzardo significa indebolire la legalità e sfavorire la giustizia e la giustizia sociale in particolare».  Quindi, la sottolineatura che già nel settembre del 2017 Papa Francesco si era espresso sull’argomento, affermando che «oggi non possiamo più parlare di lotta alle mafie senza sollevare l’enorme problema di una finanza ormai sovrana sulle regole democratiche, grazie alla quale le realtà criminali investono e moltiplicano i già ingenti profitti ricavati dai loro traffici: droga, armi, tratta delle persone, smaltimento di rifiuti tossici, condizionamenti degli appalti per le grandi opere, gioco d’azzardo, racket. La Conferenza Episcopale Calabra di fronte a questa iniziativa, di fatto dannosa per il tessuto sociale calabrese – conclude la nota – vuole denunciare con forza la pericolosità di tali paventate scelte. È davvero questo il regalo di Natale che si vuole fare ai cittadini calabresi, alle loro famiglie, alle comunità di una regione che lotta ogni giorno per la legalità e contro l’oppressione della criminalità organizzata?».

Francesco De Nisi

Fin qui i vescovi calabresi. Nelle scorse ore, tuttavia, bordate al riguardo al governo di centrodestra sono giunte anche dalla Federazione italiana comunità terapeutiche e da don Giacomo Panizza. La prima, nello specifico, ritiene la proposta di legge «un bel “regalo” di Natale a tutti quelli che quotidianamente lottano contro una piaga che, anche in Calabria, sta distruggendo migliaia di cittadini con le loro famiglie». Il secondo, invece, considera l’affidamento ai sindaci delle modalità di autorizzazione per le sale slot una «decisione sconsiderata». La proposta di legge sul gioco d’azzardo sta rendendo tuttavia palesi anche i contrasti all’interno del centrodestra. La leghista Simona Loizzo, ad esempio, firmataria del testo assieme agli altri capigruppo di maggioranza, sta chiedendo il ritiro della legge, al fine di «recepire istanze e critiche del territorio». Della serie: prima si firma un testo di legge e poi ci si pente e si chiede il ritiro. In quota Lega è arrivata anche la presa di posizione del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, il quale si è detto disponibile «a ogni proposta di miglioramento», mettendo al primo posto «gli interessi generali». Ma chi sono gli altri consiglieri regionali di centrodestra? Presto detto: il vibonese Francesco De Nisi di Filadelfia (Coraggio Italia), Giovanni Arruzzolo di Rosarno (Forza Italia, nel settembre scorso eletto deputato anche per il territorio della provincia di Vibo, nonché cognato dell’altro consigliere regionale vibonese di Fi, cioè Michele Comito), Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia), Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Giuseppe Graziano (Udc). A stretto giro arriva anche la presa di distanza del sottosegretario al Ministero dell’Interno e commissaria regionale di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che si è detta convinta della necessità di avviare un approfondimento sul tema, visto che «sul contrasto alla ludopatia non possono esserci passi indietro». Il dibattito è aperto, il risultato e le conseguenze politiche e sociali… per nulla scontate.

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